Genova: i medici scioperano contro il " pronto soccorso" di Paolo Lingua

Genova: i medici scioperano contro il " pronto soccorso" Drammatica situazione all'ospedale S. Martino Genova: i medici scioperano contro il " pronto soccorso" E' al limite delle possibilità di ricezione - Ieri, i sanitari del reparto, sia pure simbolicamente, si sono astenuti dal lavoro per due ore - Il primario dice: "La situazione è insostenibile, decliniamo ogni responsabilità nel caso di cure insufficienti" /Dal nostro corrispondente) IGenova. 19 gennaio. ! Il pronto soccorso del San i Martino, il massimo ospedale I regionale della Liguria (3600 posti letto), è al limite delle possibilità di recezione: questa mattina, dopo settimane di polemiche interne, il «fronte» del silenzio dei sanitari s'è rotto ed i medici del re¬ parto hanno scioperato per due ore, sia pure simbolica mente, per protestare contro le condizioni di lavoro. Il primario del pronto soccorso, prof. Giovanni Balduzzi, ha telefonato alla Procura della Repubblica, dichiarando al magistrato di turno che la situazione «è insostenibile» e declinando ogni responsabilità eventuale, nel caso di cure insufficienti o portate in ritardo a ricoverati. Il clinico ha invitato il magistrato a «recarsi di persona all'ospedale di San Martino per constatare l'assurdità della situazione». In effetti, il pronto soccorso è vicino al «livello di guardia»: dispone di 50 posti letto, che poi possono essere raddoppiati, con l'utilizzo di spazi vuoti e di brande, nel caso di ricoveri eccezionali. Ma la media delle presenze sfiora ormai le 140 unità. Di qui un lavorare affannoso, con notevole stress per tutto il personale medico e non medico. La «protesta» di questa mattina ha provocato una certa animazione nel reparto «in contestazione» e in tutto l'ambiente sanitario. Il prof. Balduzzi ha dichiarato che «resiste un andazzo che va modificato». Qual è questo «andazzo»? «Ci sono — dice il prof. Balduzzi — troppi ricoveri che potrebbero essere evitati. Per il tatto che questo è l'ospedale regionale, c'è un concorso di tutti gli ospedali della regione a far confluire su San Martino tutti i casi appena più complessi. Poi ci sono l "limiti" inaccettabili di chi chiede il ricovero anche se non è assolutamente nelle condizioni di essere accolto». Con l'inverno, infatti, aumentano i cronici, i vecchi, di cui le famiglie tendono a disfarsi, questi ammalati o presunti tali si presentano al pronto soccorso e a volte stazionano un giorno 2 in attesa d'una sistemazione in un qualsiasi reparto o specialità. I medici del pronto soccorso non sanno come affrontare questo problema; il prof. Balduzzi dice che «<■ difficile, oltre che rischioso, formulare diagnosi immediate oppure stabilire, sulla semplice base della presentazione, magari senza alcun certificato medico, una priorità di cura, una precedenza». Alcuni sanitari del pronto soccorso giungono, 1 • con una punte di sarcasmo, a precisare che «un giorno o l'altro qualcuno verrà sottoposto ad analisi sbagliate oppure gli verranno somministrati medicinali sbagliati. I pazienti, abbandonati a se stessi, su brandine disposte in fila per i corridoi o per le scale, si alzano, passeggiano nei cortili e talvolta si scambiano di letto senza nemmeno accorgersene». Secondo i dirigenti dell'ospedale, una delle cause prin cipali dell'» ingolfamento » D d dei massimo nosocomio re-1 gionale è la chiusura di fatto d'una serie di istituti per ero-1 nici e lungodegenti, sulla base della giustificazione ideologi- ; ca e politica della sopprcssio- ; ne di autentici «ghetti». Perù i «ghetti» — gli istitu- ' ti per i vecchi, l'albergo dei: poveri, ecc. — in pratica as¬ sorbivano qualche centinaio ' di posti letto di anziani e ero- ' nici i quali invece, adesso, in-1 cidono sul San Martino, te-1 nendo «fissi», come si dice in ! gergo ospedaliero, circa il 10 ! per cento dei posti letto di- ! sponibili. Dopo la protesta del prof, i Balduzzi e dei suoi assistenti di questa mattina, ci sono stati alcuni interventi della direzione sanitaria che ha cercato di ridimensionare l'è- pisodio: il fatto, per la verità, è comune a molti grandi iospedali italiani che si trova- no in capoluoghi di regione e !che debbono «servire» diversi! milioni di abitanti. Non ci do-1 vrebbero essere, nei prossimi, giorni, nuovi «scioperi» come quello di stamane, e neppure, per il momento, interventi specifici della magistratura: l'assessorato alla Regione, pe rò, per cercare di «calmare le j acque», ha fatto sapere di ' aver autorizzato, entro pochi mesi, un nuovo concorso per assumere del personale ausi- Ilario da destinare al pronto soccorso, in modo da garanti- re un servizio più efficiente e i diretto. Nei prossimi mesi si cer- ! cherà. per alleggerire la ten ! sione del pronto soccorso, di 1 studiare la possibilità di rea , lizzare un servizio di «day ho j cogliere in ospedale. ' Paolo Lingua spital» come già funziona negli Stati Uniti cioè la possibilità di prestare cure ambulatoriali regolari e quotidiane a chi non è necessario dover ac-

Persone citate: Balduzzi, Giovanni Balduzzi

Luoghi citati: Liguria, Perù, Stati Uniti