In allarme la Sicilia l'Anic lascia Gela?

In allarme la Sicilia l'Anic lascia Gela? Per i 1600 licenziaménti In allarme la Sicilia l'Anic lascia Gela? Oggi riunione a Palermo - La Regione prepara proposte alternative al disimpegno (Dal nostro corrispondente/ Palermo, 14 gennaio. Svanito il sogno di Enrico Mattel di un grande insediamento industriale in una delle più depresse zone del Mezzogiorno, e sotto l'incalzare della crisi petrolifera, l'Arde (gruppo Eni) rifa i conti e a Gela parla esplicitamente di licenziare 1600 lavoratori che (in parte da questi giorni e gli altri dal 30 giugno prossimo) saranno posti in cassa integrazione. Si tratta di un terzo dei dipendenti delle imprese appaltatici di lavori nella raffineria che in pieno economico» Mattel impiantò a Gela. Ed è anche un segnale d'allarme per 1 sindacati che nei licenziamenti credono di notare, ben evidente, l'impronta di un disegno che l'Anic: coltiverebbe da tempo: quello di disimpegnarsi dalla Sicilia. Domani a Palermo, all'assessorato Industria e Commercio della Regione, il «caso Gela» sarà discusso in una riunione convocata dall'assessore, il socialista on. Gioacchino Ventimiglla, che è anche vicepresidente della Regione siciliana. All'incontro prenderanno parte, oltre a rappresentanti dell'Amo, delegati della Fu lo (Federazione unitaria dei lavoratori chimici) e della Federazione unita ria siciliana Cgil Clsl Uil. Un'altra riunione è in calendario, per la prossima settimana, a Roma, dove politici regionali, datori di lavoro e rappresentanti dei lavoratori «miracolo'' mlnlsteri deUe Partecipazioni avranno come interlocutori i I statali. dell'Industria e Commercio e del Lavoro. La tesi della Regione è che sia ancora possibile evitare il peggio, cioè scongiurare i licenziamenti, come è avvenuto di recente, sempre in Sicilia, a Porto Empedocle dove la Montedison ha ristrutturato ! ono dell'Ante in Sicilia e per un suo stabilimento e. ricon- vertita l'attività, ha salvato il \ posto a 300 unità. «Si tratta I — afferma l'on. Ventimiglla ; — di creare una serie di pròposte alternative al disimpe¬ ciò crediamo sia necessario avviare processi di investimento alternativi». Ma l'Anic, almeno nella fase attuale, non sembra aperta a proposte del genere. La posizione dell'azienda è stata già illustrata il 20 dicembre a Roma in una trattativa tra delegati dell'Eni e della Fuic. E' da quel giorno che a Gela o e e a i e e a ò e e i : a o a lo spauracchio dei licenziamenti tiene in sospeso praticamente tutta la città. «Si impone una soluzione esterna allo stabilimento che possa assorbire la manodopera in eccesso», è detto in una relazione tecnica dell'Ante. A questa posizione, Gela in blocco si è opposta lunedi con uno sciopero generale e un corteo di oltre diecimila persone. Quanto sia impor- ] tante l'attività della raffineria i di Gela è confermato, tra l'ai- j tro, dal movimento che nel 1976 s'è avuto nel suo porto-i- sola dove hanno attraccato ' o'830 navi sbarcando merci (in ] 'prevalenza minerali greggi) i per 2 milioni e 345 mila ton-1 nellate e imbarcando 1 millo-1 ne e 190 mila tonnellate di jprodotti finiti come benzina, : gasolio, olio combustibile, so-1da caustica e fertilizzanti. Ma Igià il 1976 era stato anno di |flessione: l'anno precedente ic'era stato un movimento di I940 navi ed erano state espor- Jtate circa un milione di ton- ndiate in più di prodotti. a. r. i

Persone citate: Anic, Enrico Mattel