Oggi processo d'appello per il brigatista Maraschi di Vincenzo Tessandori

Oggi processo d'appello per il brigatista Maraschi Condannato in primo grado a 50 anni Oggi processo d'appello per il brigatista Maraschi E' il tardo pomeriggio dell'8 gennaio dell'anno scorso quando Enrico Burzio, pubblico ministero della Corte d'Assise di Alessandria, chiede: « Giudici, limitate la pena a trent'anni. Vi domando di ricordare che Massimo Maraschi è del 1951 e. se lo vedessimo, penseremmo che ha l'età dei nostri figli. Vi chiedo le attenuanti. Era armato, quando l'arrestarono, ma siete proprio sicuri che avrebbe sparato se si fosse trovato alla cascina Spiotta? ». Due giorni più tardi, la sentenza: il brigatista è condannato a trent'anni, ritenuto colpevole di tutto quello che accadde prima, durante e dopo il rapimento di Vittorio Vallar!no Gancia, avvenuto il 4 giugno 75, a ('anelli. Due ore dopo il sequestro, un giovane allampanato finisce nelle mani dei carabinieri. Solo più tardi verrà collegato col rapimento. L'operazione che porta alla liberazione dell'industriale scatta l'indomani mattina. Casualmente 1 carabinieri giungono ad una cascina, ad Ai /elio d'Acqui. Gancia sarà liberato dopo una battaglia conclusa in un bagno di sangue: morti l'appuntato dei carabinieri Giovanni D'Alfonso e Margherita Cagol; mutilato il tenente Umberto Rocca, che aveva guidato la pattuglia. Si scopre cosi che è stato un nucleo di Br a compiere il rapimento, per autoHnanziarsl. Maraschi è l'unico arrestato, l'unico a subire il processo. Il rapimento è reato permanente, inizia cioè col sequestro e termina con la liberazione della vittima, nella migliore delle ipotesi, o con la morte del prigioniero: coloro che hanno partecipato alla cattura rispondono in concorso di ciò che accade durante la detenzione. Inutilmente, gli avvocati Fernando Cardinali, di Novara, ed Eduardo Di Giovanni, di Roma, sostengono che, per l'arresto, Maraschi n ebbe più possibilità d'intervenire su ciò che poteva accadere. Oggi alla Corte d'assise d'appello di Torino si apre il processo di secondo grado. O, almeno, dovrebbe aprirsi, perché parecchi scogli già si scorgono sulla strada del dibattimento. Il pubblico accusatore sarà Bruno Caccia, che ha già condotto una lunga inchiesta sullo Brigate rosse. L'imputato, che il 10 dicem bre aveva inviato una lettera alla Corte con la quale informava di non volersi presentare in aula, all'ultimo momento potrebbe ripensarci: alcuni giorni or sono, però, in un tentativo di evasione dal carcere di Fossombrone è rimasto seriamente ferito, e potrebbe essere intrasportabile. In questo caso il processo dovrebbe essere segnato a nuovo ruolo. Vincenzo Tessandori

Luoghi citati: Alessandria, Fossombrone, Novara, Roma, Torino