Le chiavi d'Italia a S.Pietro? di Stefano Reggiani

Le chiavi d'Italia a S.Pietro? Fantacronache Le chiavi d'Italia a S.Pietro? di Stefano Reggiani Le continue visite di Argon a Paolo VI non sono che la punta del/'iceberg, si dice a Roma. E le complesse trattative per una revisione del Concordato non mostrano — si aggiunge — che l'aspetto esterno. « ufficiale ». La questione concordataria sarebbe giunta ad un punto cruciale, molto più profondo e delicato di quanto immaginino, ad esempio, i radicali e l'onorevole Gonella. gli uni e l'altro pedine di un giuoco che li supera. Ci si chiede: come mai padre Sorge, direttore di Civiltà Cattolica, esce spesso intabarrato a notte atta dagli uffici di via Porta Pinciana e cerca di far perdere Lj sue tracce anche agli agenti del Sid? Perché ha iniziato un viro di colloqui con i maggiori esponenti della cultura laica e marxista? A queste domande le persone bene informate rispondono allargando le braccia come per dire: il discorso sarebbe troppo lungo. Al massimo aggiungono in modo misterioso: « // Concordato non va riformato, va rovesciato ». E' chiara almeno una cosa: che una parte dei politici e dei potenti (borghesia di Stato e imprenditoriale) sta costruendo un piano arditissimo, capace di portare l'Italia fuori della congiuntura negativa. Di che si tratta? Possibile che Spadolini non ne sappia nulla, o taccia per imposizione? Vn padre gesuita, di cui ci siamo impegnati a non fare il nome, ci ha riassunto la questione, in morto burocratico, ma efficace, quasi fornendo lo bozza di Concordato sulla quale starebbe trattando padre Sorge. Eccone la premessa: «Il Concordato è un patto tra la Chiesa cattolica e uno Stato per stabilire e garantire la sfera dei reciproci diritti. La quantità (c qualità) dei diritti che luna o l'altro conquistano dipende dalla forza contrattuale delle parti. Ora tra l'Italia e la Santa Sede chi è in condizioni migliori? Chi vanta più larghe relazioni internazionali? Chi ha più beni all'estero? Chi possiede la maggior parte di Roma? Chi non è gravato da una enorme burocrazia? Chi non ha da sostenere, stampando moneta, industrie pubbliche in passivo? La risposta è facile: il Vaticano è il contraente ricco. l'Italia è il contraente povero, indebitato. L'Italia finora s'è cullata, con pigrizia culturale, sulla formula " Libera Chiesa in libero Stato ". ma il Vaticano, con larghezza di vedute, potrebbe offrire l'alternativa: " Libero Stato in libera Chiesa ". Senza rinunciare formalmente alla sovranità dello Stato italico, si potrebbe passare da un regi me di democrazia liberale a uno dì amministrazione controllata, o, se si vuole, fiduciaria ». Chiediamo al nostro interlocutore: « Questo significherebbe dare in appalto l'Italia al Vaticano? ». Gesuita teasistico): « No, si tratterebbe di devolvere per un tempo limitato (alcuni decenni, forse un secolo) la gestione dello Stato italiano a uno Stato estero che si impegna al rendiconto annuale. Non ci sarebbe sovrapposizione di sovranità, ma soltanto un atto di delega, costituzionalmente fondato ». Noi (indignati): a La Costituzione non prevede nulla di simile ». Gesuita (sfogliando appunto il testo costituzionale): «Ecco l'art. 11. L'Italia consente alle limitazioni di sovranità necessarie per un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia ». Noi (fieramente): « E chi garantirebbe la giustizia?». Gesuita: « La Chiesa, per non amministrare un bene passivo. Senza contare che l'art. 7 del Concordato potrebbe recepire integralmente la vostra Costituzione. Stiamo ottenendo l'appoggio del pei su questo punto ». Pare che la prima delega di poteri riguarderà la città di Roma, ormai ingovernabile coi metodi civili. I colloqui di Argan col Papa sarebbero stati espliciti. Argan: « Santità, il debito del Comune supera i quattromila miliardi. La nostra pazienza ha un limite ». Paolo VI: « Figliolo, vi esortiamo alla comprensione. Stiamo studiando il problema ». Argan: « Se domani mori signor Bcnelli vuole passare in Campidoglio, gli do le chiavi ». Monsignor Benelli: « Prima bisogna concludere il Concordato. Va bene l'art. 7. ma c'è da sistemare la questione del pluralismo ». In realtà, il Vaticano c preoccupato che una condiscendenza eccessiva verso l'Italia possa provocare richieste di Concordati fiduciari anche da parte di altre nazioni in crisi economica. Le conseguenze potrebbero essere: 1) La ricostituzione del Sacro Romano Impero: 2) Il rinascere di uno spirito di crociata verso gli arabi per liberare i santi luoghi del petrolio. Sia l'una sia l'altra prospettiva non piacciono a mons. Villot. che ha dichiarato con finezza francese: « La breccia di Porta Pia deve essere riparata, ma un mattone alla volta ». 35 4

Persone citate: Argan, Benelli, Gonella, Libera Chiesa, Paolo Vi, Spadolini, Villot