Firenze: il processo per il "Drago nero,,

Firenze: il processo per il "Drago nero,, Firenze: il processo per il "Drago nero,, Condanne a 16 e 13 anni ! per i 2 agenti rapinatori (Dal nostro inviato specialeI 'cFirenze, 8 gennaio. ì mi nm«>«o contro i tre • q-poliziotti rapinatori si è con-! leluso questa sera dopo dodi-1 aci ore di camera di consiglio ccon otto condanne ed una Issola assoluzione. Sedici anni | cdi reclusione sono stati inftit- ì ti per furti, assalti a treni e I banche ed autocalunnia all'a- Pgente Bruno Cesca; 13 anni i call'agente Antonello Piscedda; [sei anni e sei mesi per con corso nelle rapine e per ca lunnia a Maria Concetta ('arti, la ragazza che fece le clamorose rivelazioni sullu presunta organizzazione eversiva di destra, detta il « Drago Nero », nella quale avrebbe operato con Cesca. L'agente Filippo Cappaduna è stato piosciolto per non aver commesso 11 fatto. Il tribunale ha inoltre condannato l'amante della Curti, Luciano Fogli, a tredici anni di reclusione; Cesello Piscedda, padre dell'agente, a un anno e sei mesi. Un altro rapinatore, Vitale Corrias, ha avuto dieci anni; Dante Guzzo e Carlo Bessi, due imputati minori sono stati condannati a due anni e sei mesi ciascuno. Ma la condanna della Curti per calunnia e del Cesca per autocalunnia significa che i giudici fiorentini non hanno minimamente creduto alla ragazza a proposito delle rivelazioni da lei fatte sul « Drago Nero» (attentati, bombe ai treni, compreso «Italicus»), in primo tempo confermati dallo stesso Cesca e poi ritrattati. La vicenda del «Drago Nero» nacque dalle dichiarazioni di Maria Concetta Corti rese al p.m. di Firenze, Casini, e poi ripetute in una conferenza-stampa. La Corti sostenne che Cesca (che era suo amico) le aveva detto in confiun'organizzazione «nera» (il Drago ) responsabile di attentati, tra cui quello del treno «Italicus» (4 agosto 1974: dodici morti). la ragazza affermò (e questo Dia confermato anche un Graziano Marceddu) che il Cesca. all'indomani della strage sul treno, a Bologna, avrebbe dato in tscandescenze gridando: «Quella roba non doveva dargliela». La Corti ha sempre creduto, che, con questa espressione, il Cesca parlasse dell'esplosivo. La Corti ha anche sostenuto che personaggi coinvolti nelle trame nere facevano capo al ristorante «Calderone», come Mauro Tornei, Marco Affatigato e altri, appartenenti al fronte di Mario Tati. La ragazza rivelò al giudice, che la mise più volte a confronto msburaztcpsrnc con Cesca (il quale iniziai-1 mente ammise i fatti e per ! questo è accusato di autoca- ! -—» I lunula) che il poliziotto era agente di un'organizzazione I cne intendeva sovvertire lo stat0 con attentati e azioni criminali, Successivamente, però. Ce csa smentì la Corti (dopo un Pestaggio e una coltellata ri cevuU in carcere) e dopo che [erivelazioni divennero di do minio pubblico. L'agente riuscì anche ad evadere (dicembre "75) ma fu ripreso dopo una settimana. In un memoriale Cesca scrisse che si , aspettava aiuti da un'organiz-1 zazione che doveva permet- tergli di raggiungere in Corsi-1 ca Mario Tornei. Tali aiuti,1 però, non erano venuti. La posizione di Bruno Ce-1 sca, che, secondo 1 giudici fio-1 rentini si sarebbe autocalun- ; nlato. secondo i giudici non j collima con quella della Pro-1i cura di Bologna che indaga | sulla strage dell'«Italicus»: in ; questo processo infatti l'exa-1 I- — I gente è uno dei copiti da co- municazione giudiziaria. Omero Marraccini C d j ,

Luoghi citati: Bologna, Firenze