Un piccolo esercito erige le case prefabbricate "Coralità,, che non ha eguali in nessuna parte del mondo ——————

Un piccolo esercito erige le case prefabbricate "Coralità,, che non ha eguali in nessuna parte del mondo —————— Un piccolo esercito erige le case prefabbricate Lavorano anche nelle feste per i terremotati del Friuli Sono 3500 soldati della "Ariete", della "Mantova", della "Julia" e 250 vigili del fuoco - Sfidando la pioggia, gelo e neve, raggiungono anche le zone più impervie (Dal nostro inviato speciale) Udine. 8 gennaio. Hanno lavorato a Natale e a Capodanno, lavorano ogni domenica e durante ogni al- tra festa comandata. Combat- tono contro il tempo. Contro lo scorrere dei giorni, cioè, ma anche contro i capricci dell'inverno. Sono i 250 Vigili del Fuoco e i 3500 militari dell'ciArlete», della «Mantova» e della «Julia» che r commis-sario straorìlr arto di gover- no Zambe .v-tt. ha chiesto in prestitc «1 c".-po dei pompie Ti e al <• .-ri-nò italiano per costruì e le case prefabbrica te ai senzatetto. Li ha dotati di pale, picconi, ruspe, scava- trici e cemento e li ha manda- Iti nei cantieri disseminati un po' dovunque nelle province di Udine e di Pordenone, so- { prattutto nelle località più impervie, dove le imprese pri- vate — adducendo motivi economici — si sono rifiutate di operare. j «Hanno risposto tutti con generosità ed entusiasmo — commenta compiaciuto il ge-1 nerale Rossi, comandante del- la «Mantova» e vlcecommts sarto di governo —. Non « ferma il freddo né la neve o ; topportano ogni | la pioggia, disagio». Sono genieri, alpini, fanti, marinai. Da borghesi non hanno forse mai pensato ' di lavorare in un cantiere edi .le. Adesso si adattano a fare i Imuratori, i fabbri, i carpen- jtieri. Sotto la guida di specialisti, preparano le case che i friulani dovranno abitare in attesa della ricostruzione ve ra e propria, Dice la gente: ■finalmente j soldati servono a qualcosa» Ama gu alpini ( il Friuli è consacrato alla «Julia»), ma inMl.mt. mai digerisce le stellet le perché su vaste fasce di !territorio grava il peso delle servitù militari, vincoli anti Ichi, da sempre sotto accusa ;perché sono zavorra alle aspi razioni del Friuli. «Rappre 1 sentano uno degli ostacoli al !decollo della nostra regione». !dicono partiti e sindacati. ' Adesso l'opinione pubblica è j disposta a correggere il tiro : delle antiche polemiche: ] «Senza i militari - si sente dire - saremmo rimasti in balta di noi stessi saremmo -ncora sotto le tende». | i itisi rviTinntn v<lui , hì ' L_UJ^_COZ4anl,n: sm_dac°.r LzàmberteitY e cwì'una'stretto !di mano il generale Rossi e il generale Giannuìlo coman dante del Genio del quinto corpo d'armata, tutti e tre in visita ai cantieri dei militari. «Forse — dice — è la prima volta che lo Stato e cosi vicino a noi friulani. Per tanto tempo ci siamo sentiti come tagliati fuori dal resto d'Italia. Roma sembrava apparte nere a un altro mondo». E" una sensazione diffusa. Anche altrove si sente commentare: «Gli 800 chilometri che divi dono il Friuli dalla capitale ci sono sembrati spesso una di- stanza incolmabile: adesso, fi nalmente. si sono accorti di noi». C'è voluto il terremoto, purtroppo; sono stati necessari quasi mille morti, ventimila feriti, crolli di case e di interi paesi. Ma finalmente lo Stato è attivo, presente, par tecipe. E' a Meduno, Vito d'Aslo. Bordano, Braulins, Interneppo, Trasaghis. Peonis, Montenars, Lusevera. Micottis, Vedronza. Attimis. Forame. Porzus. Faedis, Nimis, Taipana, Platischis, Cepleti- munque non dicono nulla a Roma. Appartengono a una fetta di penisola cosi lontana e che nessuno conosce. Finalmente ci si è nccorti che anche qui ci sono cittadini: come tutti hanno dei diritti, non soltanto doveri. E' qui. tra cumuli di macerie e gente spaurita, che i mi- . schis e in altri cento paesi. I Nomi strani, dal suono secco j o pieno di poesia, ma che co! iitari hanno "portato i prefab bricati acquistati dal commis I sario di governo un po' ovun ; que. in Italia o all'estero. «Le ho prese dove le ho trovate 1 spiega Zamberlelti —. Biso ! gnava fare in fretta, per dare ! ai senzatetto una sistemazio ' ne decorosa e nel ptii breve spazio di tempo possibile». Cosi sono arrivati baracche e ] coltages graziosi, vagoni con protezion» contro « contro il caldo e autentiche case munite dogni comfort; Da. Canada sono ^ti gli' «Acto», edifici in materiale Li-ch™ » di difendere ! dal «ole dei tropici. «Sono piccoli gioielli — spiega il ge nerale Glannullo —. Sono stati collaudati in Alaska, fanno benissimo al caso nostro». Nel giro di poche settimane sono sorti piccoli villaggi; in altri casi i prefabbricati sono stati distribuiti «a pioggia». collocati, cioè, dove i destina,ari volevano che fossero posti. In questo modo i contadini hanno potuto riavere una casa vicina al proprio campo, gli operai accanto alla fabbrica. Mu soprattutto si è ! cercato di contenere al mini mo il numero delle baracco | poli per non creare ghetti. I isole con una precisa data e ! rie), ma sempre sistemazioni | approssimative. Accettando un marchio doloroso, quello del terremoto. I militari hanno quasi fatto miracoli. Hanno issato le case prefabbricate nei punti più impensati, trasportandole fra strettoie e pendii. Là dove 1 camion non riescono a salire, bloccandosi in mezzo ai tornanti, usano gli elicotteri, piazzando le baracche fra le macerie, fra alberi in bilico, su gradoni scavati nella roccia. Il lavoro è quasi perfetto. Zamberletti si compiace con i soldati- Scopre tra loro impiegati di banca e falegnami, ragazzi venuti da ogni parte d'Italia, che rinunciano alla libera uscita e trascorrono la notte sui vagoni ferroviari o nelle tende. Vagoni speciali (per modo di dire), tende del ministero dell'Interno (cioè spaziose, sicure, robuste, capaci di resistere alle intempe ; questo sacrificio condividono 1 i1 disagio e le amarezze di I tanti friulani, soprattutto di quelli dei paesi isolati in tonti friulani, soprattutto di del commissario di governo prevede la costruzione di cir I ca 400 mila metri cubi di co perto. Ma il Friuli non tome I >* mai più lo stesso. Non sa] >* più quello costruito con il I contributo, l'ingegno e le In1 venzloni di tante generazioni; l'importante è non abdicare , j montagna, dove anche gli eli- , cotteri scendono a fatica, con il muso e la coda affacciati ine vuoto delle capricciose| vallate scavate dal Torre. Il Piano per i prefabbricati , ma restare sul posto, cosi co- «ne hanno fatto tanti ragazzi ; *u aggrappati con la forza ì dclla disperazione alle mace- rie,su.cui, ricostruiranno i lo i ro tetti e 1 loro campanili. | Renato Romanelli 1in divisa e tanti friulani rima ' I l I ,' ! ' ' I jiI! Osoppo. Militari impegnati nell'opera di ricostruzione

Persone citate: Biso, Micottis, Renato Romanelli, Zamberletti