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I lettori discutono
I lettori discutono I lettori discutono Le iniziative dei cattolici | E' questa l.i quinta lettera che mi permetto di inviare, senza avere risposta. Il motivo è sempre il medesimo c cioè mi ritengo urtato nei mici sentimenti religiosi, perehi! questo giornale, a torto o ragione, cerca sempre, a mio parere, di gettare «ombro» sulla Chiesa cattolica, di sminuire e denigrare le iniziative prese da cattolici. Oggi ci sono due fatti che interessano i cattolici. «La Slampa» li tratta con il solito modo di «condanna a priori». Il fatto del vescovo di Cagliari mons. Taddia che. per non aver voluto concedere il sacramento del matrimonio nella data stabilita dai due fidanzati italo-tedeschi, viene paragonato addirittura a Don Abbondio! Suvvia questa e veramente una forzatura, pcrchi! è chiaro che i motivi sono ben diversi. Anche in un'altra pagina c'è un nuovo «fiorellino». Premetto che dò ragione a «La Stampa» quando dice che il modo con cui si muove Padre El'igio non è nello spirito di San Francesco. Però nell'articolo il «cenone per un milione...» mi pare di riscoprire la non obiettività de « La Slampa» nei confronti dei cattolici che operano nel «mondo». Le città infatti sono piene di in.mile-ti che invitano i «gaudenti» al cenone di Capodanno, anche se c'è l'austerità. I proventi ( di quelle cene a volte vanno ad ingrossare i conti in banca di gente che non ha bisogno, e che magari non paga le tasse o esporla i capitali all'estero. Pcrchi! strapparci le vesti per Padre Eligio che, a detta dei suoi paesani, destinerà i proventi ricavati ad opere abbastanza positive. Umilio Mimticone. Roma Feste infrasettimanali Nell'articolo del 2 gennaio '77 del professor l\ Porte si dice che le festività civili e religiose trasformate in giorni lavorativi consentiranno un aumento dell'attività produttiva di circa il 3 per cento. Tutto sarebbe vero se si sopprimessero o spostassero alla domenica le feste infrasettimanali e si lavorassero dei giorni in più. La tal cosa e in contrasto con quanto avviene alla Olivetti di cui sono dipendente, dove, utilizzando quattro festività religiose infrasettimanali, ci e consentito un periodo di vacanza dal 2 al 10 gennaio. Ma allora come stanno realmente le cose? Piero Amosso. Ivrea L'Urss e Gramsci Alberto Cavallari nella «S.'ampa» del 2 gennaio (Pravda: IVrss tentò di liberare Gramsci) presenta come una «rivelazione» la notizia di fonte cilena (ripresr dalla «Pravda» di Mosca) relativa a interventi sovietici intesi a liberare il dirigente comunista italiane dal carcere. «Gli scritti di Gramsci e gli studi successivi — scrive Cavallari — non hanno mai rese note queste trattative». Le cose non stanno propriamente cosi. Nel 1931 le cenai zioni di salute di Gramsci, privo in carcere di qualsiasi vera assistenza medica, erano gravemente peggiorate. Si poneva in termini urgenti il problema di salvare la sua vita da una condanna che appariva irrimediabile. Fu In quell'epoca (1932) che sembrò delincarsi la possibilità di uno scambio di prigionieri politici: il governo fascista avrebbe dovuto scarcerare Gramsci dietro liberazione di alcuni prelati da parte dell'Unione Sovietica. Come persone adatte alle trattative erano stati indicali da Gramsci lo storico e diplomatico sovietico Platon Michailovic Kcrszcnccv (già ambasciatore a P.oma nel 192326) e un altro diplomatico sovietico di nome Makur. Vi fu anche un viaggio di monsignor Giuseppe Pizzardo (a quel tempo non ancora cardinale) a Turi di Ilari, rimasto peraltro infruttuoso per il divieto posto dalla direzione del carcere a un suo incontro con il detenuto. Il progetto di scambio, che aveva l'approvazione di Gramsci, non riusci a concretarsi. La fonte di queste notizie & il professor Piero Sraffa, che me le comunicò nel settembre 1964. a Cambridge, quando, insieme a Elsa Fubini, attendevo alla preparazione della nuova edizione delle Lettere dal carcere. Il lettore troverà a pagg. XLIII e 802 di tale edizione, pubblicala nel 1965 da Einaudi, tulli i riferimenti ai fatti sopra citati. Un cenno trasparente all'iniziativa si legge altresì nella lettera di Gramsci alla cognata Tatiana in data 10 luglio 1933. L'episodio è menzionato anche dal Fiori nella sua Vita di Antonio Gramsci. Laterza 1971. alle pagg. 31113. Successivamenlc. nel corso dello stesso 1932. una richiesta di liberazione di Gramsci era stata avanzata dall'Urss. tramite l'ambasciatore a Roma V. P. Potèmkin. direttamente a Mussolini, incontrando però, secondo la versione sovietica, un nello rifiuto. Sergio Caprioglio. Torino
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