Arrivano droga e "killer" di Clemente Granata

Arrivano droga e "killer" Si allarSa la rete della delinquenza organizzata Arrivano droga e "killer" La "mala" gestisce ormai i vizi della grande città : gioco d'azzardo, contrabbando, e prostituzione • Ma è con la diffusione degli stupefacenti che si moltiplicano le "esecuzioni", i delitti commessi da sicari professionisti ; i responsabili restano spesso ignoti Hanno scalpellato l'Insogna del bar. Se no intravede ancora una pallida impronta sull'Intonaco grigio. La saracinesca è abbassata. Il locale ora è adibito a magazzino di stoffe. Il portone accanto Immotte in un soffocamo cortile. Due bambini si rincorrono. Oue-1 st'angolo di via Barbarmi», tra j via San Tommaso e via XX Set-1 tembre. era il quartier generale | del ■marsigliesi». I commercianti | li ricordano ancora bene: i movi-i-i rj11 o I raduni, le auto e le don-' ne. Nelìe parole di qualcuno si av verte persino una venatura di sto-1 ammirazione. Oul gozzoviglia- \ vano, qui progettavano imprese droga e traffico d'armi, contrab bando, rapine e peggio. Di qui partivano per le loro scorrerie. Poi venne il 3 marzo del '75. che fu giorno di battaglia. La polizia i-ir,.-umili l'edificio. Crepitarono !e ! armi. Furono sorpresi in sette e tutti arrestati. Il resto del «clan- i sclamò verso rifugi sicuri. Dopo I un periodo di sbandamento si ricostituì. Il -e.nvn. è dalle parti di piazza Corpus Domini o di piazza IV Mario. Tra quelli ammanettati c'era anche Albert Franconi. 26 anni, tarchiato e basso, due baffi alla mongola. Tornò libero nel settem-1 bre scorso e non furono giorni fa cill. Senza una lira dovette accontentarsi di una branda in casa di un amico di Nichelino DI una branda e di un abito frusto. Due mesi dopo però le cose dovevano andargli meglio. Era ben vestito itveva una macchina. Forse il -gì-1ro> aveva ripreso i contatti con lui. E quella sera del 7 novembre;qualcuno voleva incontrarlo. ;Franconi era soddisfatto. Andò al-1l'appuntamento In piazza Catta-1neo. oltre corso Tazzoll. A fianco £ una bar c'è un nastro d'asfalto !sconnesso, che dopo una curva a gomito, scende verso una fila di magazzini. Lo aspettavano all'ai-1tezza della curva. LI Intravide e forse non ebbe neppure il tempo Idi pensare. Lo caricarono di ipiombo e lo lasciarono rantolante. IMorl quando giunsero I soccorsi. E rimano una morte piena di mistero. Come quella di Giuseppe De Caro. 47 anni, biscazziere e contrabbandiere. Abitava in via Naplono 1 42 La casa è pulitn. ma logora Al i primo piano c'è una targhetta: De i Caro-D Orsi. Annamaria D'Orsi < era l'amica. Una donna minuta e ! pallida col viso smunto. Ha due tigli. Dice che ne ha abbastanza di ! chiacchiere. E anche di domande. ! Gliene ha già fatte troppe la poli- ! 1 e lei non sa che cosa risponde- r«. poi con un gesto rassegnato fa ! ; entrare il rronista. Un ilpostigllo | ; sulla destra con alcune valigie, ; 1 una camera e un cucinino. Su un I 1 mobile c'è una foto del De Caroi |n maniche di camicia e sandali ! Davanti alla foto, una rosa. Anna maria D'Orsi dice: -Era carpentie re. con la crisi aveva dovuto ar1 rangiarsi. Le ha viste quelle vali g|e? Gli servivano per il contrab I bando delle sigarette. Cercava di i aggiustarsi anche con il gioco, I Campavamo. MI diceva: "Tu ri mani in casa a badare al figli, al resto penso lo. C'è un buon affare in aria. Se va bene, ci sistemeremo per sempre"-. Telefonate minacciose, balorde compagnie? -No. per quello che ne so io nlen- te. Rincasava alle 8 di sera e si metteva a giocare con i bambini*, Sfrondiamo pure le immagini di comodo. Rimane un fatto: un'esl- stenza grigia, testimoniata da quell'alloggio semlbulo e fraddo. Eppure por De Oaro la sera del 30 ottobre si mossero in sei: due su una moto, quattro su un'auto, lo incrociarono in via Artisti, appena uscito da una bisca. Due colpi di lupara, otto di pistola, di cui uno alla tempia. Un agguato -sdentiti- io-. Un'esecuzione che si riserva al •boss» e lui -boss- non era. Co- mo Franconi. anche se il -maral- gliese» stava più In alto che De Caro nella scala del crimine. Oue- sto dicono in questura e scuotono il capo. Lo due morti so. > un re- bus. -Fenomeni anomali, una vi- cenda insolita e complessa-. Perché per Rosario Gazzo. ammazzato in gennaio, e i morti della -notte di santa Rita-. Pistrorio. Ardizzone e Mustafà. un filone ta¬ gleo è stato trovato, anche se spetterà al magistrato dire se la logica combacia con la realta. Fu Iona per il predominio noi clan celanese, che vuol dire possibilità di arraffare tangenti da qualche locale notturno, dal circoli privati e dalle bische disseminati ovat que. dai bar di San Salvarlo, o si tuati attorno a corso S. Maurizio e via Po. Pietro Mirabella era il ca no e Gazzo il luogotenente. Gazzo fu falciato in via Capellina e Mi rabella fu spedito in carcere con una soffiata. Prese le redini Rosa rio Condorelli. affiancato da Gio vanni De Luca e Giovanni Fiche- ra, ■marcio di droga-. Poi sbucò il terzo Giovanni. Pistrorio. Lui e Condorelli arano cresciuti Insieme. Stesso fisico asciutto, slesse manie. La viltà pari alla prepotenza. Lo scontro divenne inevitabile. CI rimise la vita Mu- stata e la perse stupidamente. Aveva offerto l'appoggio a Pistrorio facendosi passare por uno molto Influente, mentre era un millantatore. Ma la sua presenza a fianco del rivale bastò a Inso speltire Condorelli. che. dicono In questura, organizzò la sua eliminazione. Poi fu la volta di Pistrorio e di Ardizzone. suo guardaspalle. Delitti spietati, non c'è dubbio. Ma s'inquadrano ancora nelle contese per la conquista di un -Impero- che ncn supera la cinta daziaria o arriva, al massimo, a Nichelino e Venaria. Imprese criminali ideate, maturate, consumate, in quella casbah. che è di notte il centro storico. Ma De Coro e Franconi? Se le loro esecuzioni tosterò state progettate dalla malavita locale, qualche traccia, anche debole, a quest'ora sarebbe stata trovata. Invece nulla. E allora gli inquirenti fanno ipotesi che portano lontano. Per esempio che ci fosse di mezzo qualche questione veromente rilevante legata alla delinquenza Internazionale. Contrabbando? No. perché In questo momento è in ribasso. Traffico d'armi? No, perché è più ristretto di quello che si crede e fucili e pistole provengono soprattutto da furti in alloggi e negozi. Prostituzione?-No. è In fase calante anch'essa. Bische e circoli privati? Randono. ma costituiscono ancora dominio della -mala- torinese e cosi si torna al punto di partenza. Droga, allora? Ecco, pub essere. E° un mercato In costante espansione. E qui non interessa tanto il consumo che se ne può fare a Torino. Il capoluogo, il Piemonte, terra di frontiera, sono presi In considerazione sotto altri profili. Più precisamente come zona di transito del traffico degli stupefacenti che da Marsiglia punta all'Europa del Nord. Un ponte che ha bisogno di basi. De Caro e Fran-one (o uno del due) avrebbero potuto essere pedine del gran gioco, pedine eliminate per qualche ragione difficile da decifrare. SI tratta di un'idea suggestiva. Suscita riserve e deve essere ancora interamente verificata. Ma l'ipotesi che i due feroci regolamenti con quel rituale d'eccezione possano essere stati -commissionati- dall'estero prende sempre più consistenza e attorno ad ossa lavorano gli Inquirenti. Se si dimostrerà fondata, potrà fornire un'utile chiave di lettura delle vicende di Torino -nera-. Significherebbe che la mobilità delia delinquenza ha assunto proporzioni vaste e allarmanti, e che la città sta per diventare crocevia del banditismo Internazionale, impersonato da attori, nei confronti del quali • Condorelli o C - assumono II ruolo di modeste comparse. Clemente Granata llilllilliillllllllllllllllillltllllllllllllllllllllllilllll 1 j 1 | | ' 1 \ ! i I La scena di un recente delilio: abbattuto da una raffica, il biscazziere giace cadavere

Luoghi citati: Europa Del Nord, Gazzo, Nichelino, Piemonte, Torino, Venaria