I quattro ora guardano agli Usa

I quattro ora guardano agli Usa CONGIUNTURA IN FRANCIA, GERMANIA, INGHILTERRA E ITALIA I quattro ora guardano agli Usa L'interrogativo di fondo è su come si concilierà la recessione americana con la (fragile) ripresa europea - Se il dollaro si stabilizza è un vantaggio per le monete Cee - Previsioni migliori a Bonn - Londra teme l'inflazione Non appena i segnali di ripresa osservati in Germania — felice sorpresa per i consumatori, che si sono rimessi a spendere freneticamente — hanno riportato l'ottimismo in Europa, ecco che il brusco voltafaccia del presidente Carter, volato in soccorso del dollaro azionando drasticamente il freno monetario e provocando una scalata accelerata dei tassi d'interesse, riempie di inquietudine gli uomini d'affari americani. Questa alternanza tra timori e speranze si ritrova nelle analisi dell'Ocse, che in luglio aveva suonato il campanello di allarme sull'insabbiamento dei Paesi industrializzati. Poi, in settembre, le sue previsioni sono diventate rosee, con una crescita del 4 per cento nel pnl dei 24 Paesi aderenti. Ma recentissimamente, in occasione dei lavori del suo comitato di politica economica, si sono di nuovo oscurate. Se c'è da credere al suo presidente Charles Schultz, che è anche il capo dei consiglieri economici di Carter, nel 1979 la crescita dei Paesi membri rallenterebbe, e non supererebbe più che il 3 per cento. In ultima analisi la risposta dei fatti dipenderà dal modo in cui si concilierà una più o meno netta recessione negli Stati Uniti con la fragile ripresa europea. Lungi dal fare una semplice addizione delle attività, come vuole la teoria delle «locomotive», questo collegamento può esercitarsi attraverso numerosi canali, e con differenti conseguenze. Cosi un rallentamento americano, purché non eccessivo, può avere effetti benefici, diminuendo il disavanzo commerciale, stabilizzando il dollaro e riducendo cosi la salita del marco e le pressioni deflazionistiche che pesano sull'economia tedesca. Wallich, uno dei membri del Fed, ha recentemente stimato che la sola differenza di attività fra gli Stati Uniti e i suoi partners rappresenta da 10 a 20 miliardi di deficit annuale della bilancia su un totale probabile di 35 miliardi di dollari nel 1978. Per contro, gli effetti che si esercitano attraverso il canale psicologico possono essere nefasti, bloccando la ripresa degli investimenti che si constata in Germania e ritardandola negli altri Paesi. Ora, questi investimenti costituiscono proprio la pietra di paragone di una ripresa durevole. Tutto ciò, per cominciare, ci porta a puntare i riflettori sugli Stati Uniti, dove l'attività continua ad essere sempre sostenuta: la produzione industriale è progredita mol¬ to regolarmente: dello 0.5 per cento il mese in agosto, settembre e ottobre; a loro volta gli indicatori previsionali sono fortemente saliti dello 0,7' per cento in agosto e dello 0.9 in settembre, cosa che è di buon auspicio per il futuro prossimo. Tuttavia non mancano segnali preoccupanti. Le vendite al dettaglio, che in settembre erano aumentate dello 0,6 per cento, in ottobre sono discese allo 0,5. Cominciano inoltre a manifestarsi timori nell'edilizia: per quanto tempo l'attuale ritmo di oltre 2 milioni di alloggi l'anno potrà essere mantenuto, quando il tasso dei prestiti ipotecari si avvicina adesso al 15 per cento? La risposta è nel comportamento degli americani di fronte all'inflazione: fintanto che essi ne anticiperanno l'accelerazione, continuerà la fuga in avanti. Ma attenzione al rovesciamento della situazione. Per il momento non si osserva alcun mutamento decisivo nel comportamento dei nuclei familiari, ancora fiduciosi. Per contro ce n'è uno molto netto tra gli imprenditori e tra gli economisti privati, che mostrano viva inquietudine. Gli ultimi non danno per scontata che una crescita del 2 per cento nel 1979. e molti di loro ritengono sia ormai ineluttabile una recessione, cioè una flessione produttiva per due trimestri consecutivi. Niente di sorprendente, d'altronde, se recenti indagini condotte dalla Mac Graw Hill e dalla Merrill Lynch hanno entrambe rivelato un netto cedimento nella progressione degli investimenti previsti per il 1979: invece del 5-6 per cento delle precedenti inchieste, l'aumento non sarebbe più che dell'1-2 per cento. Per reagire a questo pessimismo ed evitare che diventi una valanga, i membri del governo e dell'amministrazione statale continuano a ostentare fiducia. Ma i propositi del segretario di Stato al Commercio, signora Courtenay Slater, che stima per gli Stati Uniti un tasso di crescita, nel 1979, dal 3 al 4 per cento, e quelli del segretario di Stato al Tesoro, Blumenthal, che va dappertutto affermando che non ci sarà recessione, non incontrano che scetticismi. Quale contrasto con la Germania, dove si delinea una bella unanimità, dai membri del governo ai cinque istituti sulla congiuntura, passando per la prudente Bundesbank, nell'avanzare per il 1979 previsioni nettamente migliori: la crescita del pnl dovrebbe raggiungere il 4 per cento se non di più. e quella degli investimenti il 5-6 per cento. Ed è significativo che questi ultimi dovrebbero cambiare destinazione: non più semplicemente di razionalizzazione, dunque difensivi, ma anche di capacità, cioè offensivi, quanto meno in qualche settore. L'unico timore che si esprime — paradossalmente, dal momento che in Germania i prezzi sono pressoché stabili — riguarda una ripresa del- l'inflazione. Questa paura è fondata sulla forte crescita della massa monetaria (13 per cento), nutrita dai massicci acquisti di dollari, e sulla minaccia rappresentata per la Germania dal sistema monetario europeo che dall'inizio del 1979 la incatenerà a Paesi fragili (ivi compresa la Francia, anche se il piano Barre è salutato come uno sforzo meritorio). In Gran Bretagna esiste una convergenza fra il governo e la London Business School nel prevedere per il 1979 un rallentamento della crescita, che con il 2 per cento sarebbe sensibilmente al di sotto di quanto realizzato nel '78, che invero è stato eccezionale perché dovuto all'importante recupero del potere di acquisto delle famiglie. Le ultime cifre, quelle della produzione industriale (osservare il nostro grafico) e quelle delle vendite al dettaglio di settembre e ottobre, indicano un indebolimento dell'attività. Come in Germania, il governo teme una ripresa dell'inflazione, tenuto conto del forte aumento della massa monetaria e delle difficoltà di limitare gli aumenti salariali: per precauzione è stato deciso un fortissimo aumento del tasso di sconto, che in un colpo solo passa dal 10 al 12 per cento. In Francia e in Italia l'attività si affievolisce, ma le previsioni ufficiali avanzate per il 1979, invero un po' forzate, fanno assegnamento su tassi di crescita migliori: del 3,8 per cento la prima (mentre gli economisti privati parlano piuttosto del 3 per cento) e del 4,5 la seconda. In questi due Paesi rimane preliminare una ripresa dei consumi e una crescita durevole. Se in Francia tale lotta ha registrato finalmente qualche successo con più limitati aumenti dei prezzi in agosto (0,6 per cento) e in settembre (0,6), ma già più alti in ottobre (0,9%), in Italia, al contrario, le ultime cifre di settembre (1,3 per cento) e di ottobre (1,1) sono sensibilmente meno buone. Quanto agli investimenti, in questi due Paesi sono ancora fermi, se non in regresso, almeno quelli delle imprese private. In complesso, dunque, ad eccezione della Germania, le previsioni per il 1979 rimangono moderate. Ma tuttavia non mancano di fiducia, e occorre augurarsi che la congiuntura americana non venga a turbare questa evoluzione che, a piccoli passi, deve condurre a risultati economici migliori. Maurice Bommensath PREZZI +12 +10 H + 8 + 6 + 4 + 2 GFMAMGLASONDGFMAMGLASOND 1977 I 1978 OCCUPAZIONE 8- Italia / ..••* / 7 6- ^^^1 '>-^, ^^^Francia 5_ \j<C\ \\\^\\ Bretagna 4 _ Germania GFMAMGLASONDGFMAMGLASOND 1977 I 1978 % 135 130 125 120 115 110 105 100 95 90 85 80 75 70 SCAMBI Germania V . AV,ta„a V • T V j,./ Brelagm Francia GFMAMGLASONDGFMAMGLASOND 1977 I 1978 SVILUPPO + 10 -10 -12 -14 Italia /Germania — / Gran X Bretagna *vS Francia GFMAMGLASONDGFMAMGLASOND 1977 I 1978 QUALITÀ' DELLO SVILUPPO PREZZI — Indice dei prezzi al consumo (dati su base OCSE). Scarti in rapporto alla media dei quattro Paesi. L'inflazione inedia dei quattro Paesi e leggermente diminuita, in settembre e ottobre, dal " al 6.5r;. Il miglioramento e soprattutto dovuto alla Francia, dove il tasso dei prezzi e calato dal 10 all'8%, mentre in Italia e risalito dal 10 aU'11%. In Germania (1%) e in Gran Bretagna (T~< ) non si è quasi mosso. Ricordiamo che questi tassi sono calcolati sugli ultimi tre mesi e riportati su tasso annuo. Calcolati sugli ultimi 12 mesi, essi diventano del 2,1 % in Germania, del 7.8 in Gran Bretagna, del 9.2 in Francia e dell'I 1.7 in Italia. CONTINUITÀ' DELLO SVILUPPO SCAMBI CON L'ESTERO -■ Tasso di copertura delle esportazioni I l'oli) sulle importazioni (Cif). (Dati su base OCSE). Il tasso di copertura, corretto delle variazioni stagionali, e rimasto molto prossimo all'equilibrio in Francia (98';; in ottobre), mentre e nettamente aumentato in Gran Bretagna (dal 90r; di settembre al 97r; di ottobroi e in Germania (dal 117': di agosto al 122'; di settembre). Per contro, nello .slesso periodo si e abbassalo in Italia, passando dal 106 al 96'*. QUALITÀ' DELLO SVILUPPO-OCCUPAZIONE — Disoccupati iscritti a domande di lavoro non soddisfatte in percentuale sulla popolazione attiva (dati su base OCSE). Tra settembre e ottobre, il tasso di disoccupazione e ancora una volta diminuito in Francia dal 5.85 al 5.70r;. e dal 5.65 al 5.60 in Gran Bretagna. In Germania e rimasto praticamente stabile. TASSO DELLO SVILUPPO INDUSTRIALE — Ìndice della produzione industriale, esclusa l'edilizia (dati su base OCSE). Tasso di sviluppo trimestrale di ciascun Paese (espresso su base annuale). In agosto e settembre il tasso di crescita industriale è rimasto elevato in Germania (8%), ma si e affievolito in Gran Bretagna (2'; ). in Francia (l%)ein Italia (1%).

Persone citate: Blumenthal, Charles Schultz, Courtenay Slater, London, Maurice Bommensath, Merrill Lynch