Molti ferrovieri, poche donne

Molti ferrovieri, poche donne I CANDIDATI INGLESI AL PARLAMENTO EUROPEO Molti ferrovieri, poche donne I seggi sono 81-11 sistema del "primo arrivato al palo,, danneggia i liberali -1'aboristi, per le designazioni, lasceranno decidere i quadri del partito -1 conservatori sono più disponibili a sentire gli umori della base Iniziamo con questo articolo una panoramica degli schieramenti politici nei singoli Paesi della Cee in vista delle elezioni per il Par-, lamento europeo che avranno luogo nel giugno del prossimo anno. La macchina elettorale inglese si sta mettendo in moto, anche se a fatica, per designare i candidati che rappresenteranno il Regno Unito al Parlamento europeo da eleggere tra il 7 e il 20 giugno 1979 nei nove Paesi della Cee. All'Inghilterra sono stati assegnati 81 seggi alla pari degli altri tre «grandi» europei, Italia, Francia e Germania Occidentale, e la Commissione elettorale ha già fissato i limiti di 78 circoscrizioni che dovranno essere approvate dalla Camera dei Comuni. In linea di massima le circoscrizioni comprendono fra sette e dieci distretti elettorali, stabiliti a suo tempo per le consultazioni politiche interne, ciascuna con circa 500 mila votanti. L'Irlanda del Nord avrà una sola circoscrizione che esprimerà tre eletti con il sistema del voto proporzionale. Per il resto dell'Inghilterra varrà invece il sistema del «primo arrivato al palo», una decisione mal digerita dai partiti minori, specie i liberali. Il principale quesito che si pongono ora gli osservatori è se i deputati europei apparterranno ad una classe politica di nuova designazione o se invece all'assemblea di Strasburgo finiranno per accedere le vecchie facce dell'establishment britannico. Il fatto che la selezione preelettorale sia ancora manovrata dalla stessa ristretta cerchia di personaggi che stabiliscono le candidature per Westminster potrebbe a prima vista scoraggiare le speranze di rinnovamento visto che molti candidati, esclusi dalla Camera dei Comuni o che hanno perso il seggio, potrebbero aspirare al contentino della designazione al Parlamento europeo. Tuttavia il desiderio abbastanza generalizzato di produrre candidati di «dimensione» europea, e la stessa diversità di approccio alla consultazione espressa dai due partiti principali, conservatore e laborista, promette candidature per lo meno interessanti. La differenza di fondo risiede nel fatto che il Labour Party ha deciso di lasciare la designazione in mano ai quadri del partito presenti al Parlamento di Londra, mentre i conservatori si dimostrano più disponibili a sentire gli umori della base. I nomi laboristi che sono stati avanzati finora riguardano la signora Barbara Castle, deputato quasi sessantenne, ex membro del governo e nota per i suoi bellicosi propositi anticomunitari; tre rappresentanti della Camera dei Lords, Murray, Kennet e Northfield, di provata fede europeista, due membri dell'ufficio della Commissione europea a Londra, Gwyn Morgan e Mike Lloyd, e Ron Leighton, presidente del Comitato per la salvaguardia dei consumatori, ente che avversa da tempo la Cee. Lord George-Brown, ex ministro degli Esteri, ha espresso il desiderio di candidarsi e Colin Phipps ha annunciato di essere pronto a rinunciare allo scanno alla Camera dei Comuni (il doppio mandato non è consentito) per concorrere al Parlamento europeo. Fra i personaggi meno noti figurano diversi esponenti del mondo accademico, sindacalisti e funzionari locali, alcuni avvocati, giornalisti, economisti, elettricisti, saldatori e numerosi ferrovieri, ma pochissime donne. Gli «antieuropei» sono presenti anche in campo conservatore che si appresta a ridurre a 200 le 902 richieste di designazione pervenute da tutto il Paese. La scelta finale sarà fatta nel corso di una riunione cui prenderanno parte i rappresentanti distrettuali e non meno di 25 deputati della Camera dei Comuni. Scopo dell'operazione, dicono i conservatori, è di produrre una lista che includa il più ampio numero possibile di «euroesperti». Di certo si sa che i conservatori si ritengono abbastanza soddisfatti sul calibro degli aspiranti. - Abbiamo la di¬ sponibilità di molti industriali, commercianti, contadini, esponenti delle professioni liberali, amministrativi e persino delle forze armate». Nulla di deciso invece sulla spinosa questione del doppio mandato, esclusa dal partito di governo, ma due deputati, Sir Brandon Rhys-Williams e Jim Spicer, entrambi veterani europei, contano di poter convincere il partito a consentire che i membri dei Comuni possano sedere contemporaneamente a Strasburgo. I liberali, i più danneggiati dal sistema elettorale previsto, hanno approntato una lista di 100 nomi e l'ultima parola spetterà alla volontà dei singoli distretti elettorali. Fra i candidati vi sono già Russel Johnston e Lord Giàdwyn, attualmente deputatiai Parlamento europeo. Il partito nazionale scozzese, con 11 seggi ai Comuni, ha concluso la selezione con una ventina di nomi che verranno presentati in otto circoscrizioni. Due soli dovrebbero essere gli eletti. Nel caso però degli scozzesi, le ambizioni di numerosi esponenti sembrano puntare più alla nuova assemblea di Edimburgo, da eleggere in marzo, che al Parlamento co-' munitario, ad eccezione della signora Winifred Ewing e di George Reid, che hanno optato per l'Europa. La posizione dei nazionalisti gallesi, il Plaid Cymru, con tre deputati a Westminster. è di netta opposizione alla votazione europea. Sono disgustati dal sistema elettorale (quattro seggi al Galles, che ha quasi tre milioni di abitanti, contro i sei del Lussemburgo, dove voteranno appena 357 mila persone) e non è escluso che il partito boicotti le elezioni in segno di protesta per il modo con il quale sono stati stabiliti i confini delle circoscrizioni. Infine l'Irlanda del Nord dove i giochi sono praticamente chiusi. Gli unionisti dell'Ulster avranno due seggi per 1 quali concorreranno il leader del partito Harry West, contadino, John Taylor, ingegnere ed ex sottosegretario, e Neil Oliver, un acceso antieuropeo. I socialdemocratici, vicini ai laboristi, hanno già scelto. Capolista sarà John Hume, capo del partito e consigliere del Commissario irlandese alla Cee Richard Burke. Per gli unionisti democratici andrà in lizza il reverendo Ian Paisley, il battagliero esponente dell'ala protestante oltranzista, ma anche nel suo caso si dovrà chiarire la compatibilità del doppio man- dat0 Roger Berthoud Prima del vertice: l'Europa dei Nove volta le spalle alle capriole del dollaro