Toro e Juve a cinque punti dal Milan di Giovanni Arpino

Toro e Juve a cinque punti dal Milan LA CAPOLISTA VINCE A VERONA E IL PERUGIA BATTE IL CATANZARO Toro e Juve a cinque punti dal Milan Natale amatissimo per le due torinesi. Anzi: a scorrere i risultati del dodicesimo turno e quindi la classìfica, bisogna riconoscere che per Juventus e Torino è arrivato un anticipo del classico carbone dell'Epifania. Milan e Perugia seguitano nella loro marcia, non agevole ma regolare, Inter e Fiorentina si assestano alle spalle delle due attuali «primedonne», e quella che fu la «coppia regina» degli Anni Settanta, cioè la Vecchia Signora e il Toro granatiere si trovano con un «handicap» di cinque punti rispetto ai rossoneri, di quattro nei confronti di Castagner. La lcijge del campionato che concluderà il lungo ciclo degli Anni Settanta ha già un valore assoluto? Oppure le squadre del Trap e di Radix — bloccate ieri dalle romane come lo furono una settimana fa dalle milanesi — avranno ancora la forza di accendere i loro lumi, almeno qualche candelina? L'interrogativo va spostato a gennaio e forse ancora più avanti, in attesa che le lepri rossonere e perugine perdano qualche colpo. Ma è già evidente il largo fosso che separa il vertice della classifica dal gruppone di centro (e contare sui «ricorsi storici» dettati da antichi crolli meneghini non è molto saggio). La Juventus a Roma non è andata in vantaggio come avrebbe potuto, e dopo il gol giallorosso ha inutilmente scaricato gioco nella metà campo romanista: pur con tre-quattro «punte» non è riuscita a far breccia. E' sconfitta che pesa in modo grave, visto che tutti i bianconeri, dal «mister» all'ultima riserva, avevano considerato indispensabili i «due punti» sull'erba capitolina. Il gran giocattolo è in difficoltà, denuncia scarsezza penetrativa e dimostra ancora una volta come allo «studio» necessario per fermare questa Juve si sono applicati con profitto giovani allenatori ma anche vecchi marpioni quali lo Zio Ferruccio, di buona e provata stella. Il Torino di Radix subisce un gol su pateracchio difensivo, lo pareggia di forza, va in vantaggio e non riesce a infliggere il colpo decisivo ad una Lazio svelta ma anche sbadatissima: si fa quindi raggiungere dal lesto Giordano e tutti gli sforzi di regia operati da Pecci (stavolta «piedone d'oro») andranno in fumo. Certe disinvolture e certa autentica balordaggine messe in mostra dal pacchetto arretrato taurinista hanno seminato rabbie e persino amara ilarità nel pubblico che sa di calcio. Do- v'è finito il Toro del «pressing», visto che il solo Graziani, benché reduce d'infortunio, si batte sull'avversario, e visto che il filtro di centrocampo è molle ragnatela mentre il -.libero» trema allo spiovere del pallone che gli viene incontro? Sia la Juventus sia il Torino meritano certo una diagnosi approfondita, anche' se non bisogna lesinare gli elogi per un Milan, che supera l'ostacolo della sua «fatai» Verona, e per un Perugia che deve scardinare — col solito Speggiorin — le munitissime retrovie del Catanzaro. Ambedue le squadre offrono varietà di temi e freschezza, manovrano con intelligenza e mandano in gol elementi interessanti. Non hanno subito flessioni dall'inizio del campionato (a parte la «magra» rossonera in Coppa) e sanno amministrare il gioco senza eccessivi fronzoli: avranno lacune, ma il tessuto di base risulta, sano. Siamo cosi giunti al «riposo», che costituisce anche una svolta: dopo tanti anni di predominio, Juventus e Torino, obbligati ad inseguire, provano lunghi brividi lungo il filo della schiena. Con loro — e la cosa è ovvia — stringe i denti pure Enzo Bearzot, che a furor di demagogia dovrebbe sfornare un'«altra» Nazionale, mentre, obbedendo al raziocinio, non può non mandare in campo uomini già collaudati e mai un mosaico estratto a sorte tra le dispute da bar. Ma anche il «Vecio» commissario si trova alle prese con problemi delicatissimi: le pedine non sono molte, le necessità azzurre premono, i fanatici della geopolitica calcistica starnazzano nei loro tamburi, e già a Roma, giovedì prossimo contro la i Campionato I Serie A | I risultati I Atalanta-Fiorentina | Avellino-Ascoli | Bologna-Napoli I Inter-Vicenza ■ Perugia-Catanzaro ! Roma-Juventus j Torino-Lazio I Verona-Milan I La classifica Milan I Perugia I Inter | Fiorentina j Juventus Torino Napoli Lazio Catanzaro Ascoli I Vicenza | Avellino | Roma ■ Bologna ! Verona Atalanta 0- 0 I 3-1 I 1- 1 j 0- 0 I 1- 0 1- 0 ' 2- 2 I 1-3 I 19 18 I 15 I 15 | 14 I 14 i 13 13 12 . 10 I 10 I 9 I 9 I 8 I 7 ,' 6 | maialila w j Spagna, ne sentiremo delle belle. Al «Natale di magro» del footbal subalpino vedremo cosa seguirà nel 1979. La Juventus abbisogna di temi più freschi, il Torino non può giocarsi l'annata sull'altalena ora della baldanza ora dell'ingenuità più macroscopica. Per il Trap e per Radix cominciano giorni di studio e di rosicar d'unghie. Raddrizzare una simile annata non è impossibile, però serve qualcosa assai vicino al miracolo. Ma chi ha mai moltiplicato i pani e i pesci sulla gramigna d'un campo di football? Giovanni Arpino

Persone citate: Castagner, Enzo Bearzot, Graziani, Milan Natale, Pecci