Canarie amare
Canarie amare Canarie amare E' stata una settimana di sogno. Si sono dati appuntamento alle isole Canarie, nel tepore ~ dell'inverno atlantico, per ri* fare i letti, pulire i bagni, pranzare con sostanziosi panini al prosciutto. Uno sciopero di cinque giorni del personale d'albergo ha costretto gli ambiziosi della vacanza esotica e i gitanti dei voli charter a festeggiare UNatale con lavori casalinghi e diete severe. La notizia contiene alcuni elementi istruttivi. Non solo rende omaggio alla compattezza sindacale degli alberghieri in quelle isole un tempo dette Esperidi o Fortunate, ma chiarisce die nella frenesia della vacanza all'estero c'è una logica compensatrice Canam arie are per chi resta a casa. Non bastano ai viaggiatori natatizi la coda alla agenzia, la ricerca dello status symbol (meglio le Canarie o la Tunisia?), lo sperpero dei propri risparmi nelle combinazioni a forfait, la convinzione che il sole sia sempre meglio della pioggia o della neve. Quando si aggiunge tempestivo uno sciopero degli alberghieri la nevrosi si completa con una pungente vendetta delle circostanze: le Canarie diventano una costosa parodia di casa propria. Chi resta a casa, durante questo festoso periodo (e anche dopo), ha almeno una consolazione: di gustare i sacrifici allo stato naturale; senza aggiunte esotiche, s.jr.
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