Sparano alla scorta di Galloni due agenti feriti, uno è grave

Sparano alla scorta di Galloni due agenti feriti, uno è grave Nuovo attentato dei terroristi contro la polizia a Roma Sparano alla scorta di Galloni due agenti feriti, uno è grave L'agguato compiuto ieri sera con la stessa tecnica usata dalle Br per assassinare i due poliziotti accanto alle carceri di Torino - L'auto della Digos era ferma davanti alla casa del capogruppo dei deputati de quando è stata attaccata a raffiche di mitra, sparate da una vettura che poi è scomparsa - Per ora l'azione non è stata rivendicata ROMA — La «logica d'annientamento» contro la polizia teorizzata dalle Brigate rosse una settimana fa a Torino dopo il duplice omicidio, ieri si è ripetuta nella tecnica, ma senza le stesse tragiche conseguenze. Due agenti della Digos, ventenni, in servizio di vigilanza sotto l'abitazione del capogruppo dei deputati de, Galloni, sono stati l'obiettivo di un agguato. Sono Antonio Pellegrino e Giuseppe Rainone: un commando ha sparato contro di loro alcune raffiche di mitra. Pellegrino è stato colpito allo zigomo destro, alla spalla sinistra e al braccio destro; Rainone è stato raggiunto al fianco sinistro mentre, già a terra, tentava di rispondere al fuoco dei terroristi con la sua arma. Uno di loro è grave: all'ospedale Villa San Pietro, sulla via Cassia, dove sono stati trasferiti, dopo gli esami radiologici, sono stati sottoposti a intervento chirurgico. Per Pellegrino la prognosi è riservata. Giovanni Galloni al momento dell'attentato — erano circa le 20 — si trovava insieme con Zaccagnini nella sezione de di Torre Maura dove mercoledì sera alcuni giovani con il volto coperto avevano fatto irruzione lasciando scritti sui muri slogans inneggianti alle Brigate rosse. La prima ricostruzione dell'agguato: è già sera e in via, Civitella d'Agliano, all'altezza del numero 19, dove al primo piano abita Galloni, è parcheggiata l'auto Fiat 127. civile, adibita al servizio di vigilanza. A bordo sono seduti i due agenti. Pellegrino e Rainone svolgono questo servizio da circa un anno; nella vettura leggono fumetti, chiacchierano. Rainone tiene sulle ginocchia il mitra. All'improvviso arriva a velocità sostenuta una 128 chiara con sopra tre persone. E' un attimo; l'auto si affianca e da un finestrino qualcuno spara contro la 127 degli agenti una prima raffica di mitra. Otto proiettili raggiungono il parabrezza. L'arma dei terroristi fa ancora fuoco, e altre tre pallottole raggiungono il cofano, poi la fiancata. Pellegrino, ai volante, è ferito alla spalla, al braccio e, di striscio, sul viso. Cade sul corpo del collega. Rainone tenta di divincolarsi e si butta per terra aprendo lo sportello. Poi, riparandosi dietro l'auto, risponde sparando, ma è ormai tardi e l'auto con i terrò risti è già sparita dalla strada dove è avvenuto l'attentato. Poco dopo si dirà che una 128 simile è stata ritrovata poco lontana, ma viene smentito che si tratti di quella usata dal commando. L'agguato, fulmineo, finisce qui. Sul selciato vengono ritrovati quattro bossoli calibro nove e i due agenti vengono trasportati all'ospedale. Poco dopo le ventuno al nosocomio arriva Galloni per visitare gli agenti. «Li conosco bene» dice, e conferma che i due giovani erano la sua scorta da tempo. Rainone — il poliziotto meno grave — tenta di raccontare quello che ricorda. Secondo lui, sull'auto c'erano tre terroristi, ma solo uno avrebbe sparato. Qualcun altro (forse testimoni) ha invece detto alla Digos di aver visto due auto. A sera nessuna formazione terroristica aveva rivendicato l'attentato, ma il volantino con il quale il 15 dicembre le Bierre avevano firmato il duplice assassinio di Torino è già un indizio. Si ammonivano tutti «i mercenari» a cambiare mestiere; si indicavano come bersaglio da colpire «t corpi speciali», le «cosiddette scorte», le carceri. Il messaggio chiudeva con la promessa di «attaccare l'accerchiamento militare delle metropoli individuando e annientando le strutture speciali adibite a scopi antiguerriglia e gli uomini che le compongono e dirìgono». Il presidente della Camera, Ingrao, appena informato dell'attentato compiuto contro la scorta dell'on. Galloni, si è messo in contatto telefonico con il ministro dell'Interno per avere notizie sulle condizioni dei due agenti feriti e ha pregato il ministro di far giungere ad essi l'augurio di una pronta guarigione e «t sentimenti di sdegno — afferma un comunicato — di fronte all'infame gesto*. «L'impegno e l'asione del partito, davanti a simili azioni di criminale teppismo politico, sono destinati ad aumentare sempre più sema alcun tentennamento o indecisione», questo è stato il commento del segretario della de. erotico è in grado di portare i suoi colpi, di raggiungere basi, centri operativi, di assicurare eversori e terroristi alla giustizia». «La criminalità politica e comune — ha concluso Rognoni — ha davanti a sé uno Stato che intende compiere fino in fondo il proprio dovere». < (A) Roma. L'automobile della scorta di Galloni: sono evidenti i fori dei proiettili sparati dagli attentatori (Ansa

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