Ancora bombe e ferimenti dei commandos del Veneto di Giuliano Marchesini

Ancora bombe e ferimenti dei commandos del Veneto Ancora bombe e ferimenti dei commandos del Veneto Sedici attentati in una giornata - Nelle città e nei paesi c'è paura Al centro del fenomeno le inquietudini ed i problemi dell'università DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PADOVA — Sparano alle gambe, collocano ordigni, lanciano «molotov». Il Veneto è diventato un campo di guerriglia, le incursioni terroristiche portano sussulti nelle città e nei paesi. La gente si sveglia di soprassalto, all'esplodere di una bomba, ai colpi di pistola. L'ultima scorreria dei commandos» ha attraversato mezza regione: sedici attentati nello spazio di poche ore. Una strategia che mira a sfiancare, scegliendo gli obiettivi addirittura per comparti». Le chiamano le «notti dei fuochi», riesumando i momenti drammatici del terrorismo altoatesino degli Anni Sessanta, per dire che si prova la stessa angoscia. La spinta per seminare lo scompiglio viene, presumibilmente, da questa Padova congestionata, sofferente, sempre in conflitto con la sua Università. Qualche anno fa, qui imperversava il fascismo: spesso, la città era in preda alla violenza nera, scoppiavano ordigni, per le strade erano frequenti gli scontri tra gli squadristi e gruppi di studenti dell'area di sinistra. La sovversione proveniente da destra trovava abbondanti pretesti nel malessere che tormentava Padova e l'ateneo, dilagava fuori di qui. Poi, c'è stato il risvolto: dal l'altra parte, le formazioni di ultras della sinistra, che hanno preso il sopravvento tra le forze che rendevano questa città costantemente inquieta. S'è cominciato con gli «espropri proletari», con i tumulti davanti al teatro Verdi per l'autoriduzione dei biglietti d'ingresso, poi sono arrivati furgoni carichi di bombe «molotov». E sono state au¬ tentiche battaglie, nel quadrato degli istituti universitari. Padova, ancora una volta, forniva innesco al terrorismo. Al centro delle inquietudini c'era sempre l'Università, stracarica di problemi, affannata. Sono rimasti i pretesti, insomma, per le esplosioni di violenza. In certi ambienti dell'ateneo patavino è andata aumentando la tensione, sino alle sparatorie, ai lanci di ordigni. Come è avvenuto per le aggressioni fasciste, l'ondata di assalti delle organizzazioni terroristiche dell'estrema sinistra è uscita dal cerchio di questa città, seguendo una specie di «programmazione». Ed ha invaso il resto del Veneto. In meno di un anno sono state sei le «notti dei fuochi»: bombe e colpi di pistola, rapide incursioni anche ih cittadine che erano sempre vissute nella quiete, come Chioggia e Schio. Ormai, la tecnica dei terroristi pare collaudata, e si direbbe che non comporti molti rischi, dato che le azioni si compiono solitamente in zone che sembrano in balla delle scorribande dei «commandos». I gruppi di attentatori agiscono quasi simultaneamente nelle diverse località, scompaiono agevolmente nelle campagne venete. Scrupolose esecuzioni di piani concordati dai gruppi che si dedicano a questa logorante guerriglia. Poi, le telefonale alla sede veneziana dell'Agenzia giornalistica Ansa, alle redazioni dei quotidiani locali. Il messaggio dell'altroieri diceva: «Abbiamo aperto la campagna contro il comando capitalistico sul lavoro». Ecco un altro programma del terrorismo che tor¬ menta questa Regione. Le motivazioni sono piuttosto vaghe, ma diffondono largamente la paura, promettono altri attacchi a largo raggio. In diverse parti di questo Veneto un tempo tranquillo, ci si possono dunque aspettare sparatorie e lanci di bottiglie molotov». Due sono le sigle delle formazioni che si spartiscono la paternità degli ultimi atten tati: «Organizzazione operaia per il comunismo» e «Proletari comunisti organizzati». E devono essere ormai parecchi i gruppi di «guerriglieri» che si annidano nella Regione, Ma non sempre, a quanto pare, le azioni sono condotte in 'collegamento: c'è anche il so spetto che l'una formazione agisca talvolta per rivaleggiare con l'altra, infilando atten itati nell'intento di assumere una sorta di predominio, sul filo del campanilismo terrori stico. Giuliano Marchesini

Luoghi citati: Chioggia, Padova, Schio, Veneto