Paesino è "assediato,, da 200 daini dopo un esperimento sulla prolificità di Ermete Grifoni
Paesino è "assediato,, da 200 daini dopo un esperimento sulla prolificità Accade a Frontone, sui monti delle Marche Paesino è "assediato,, da 200 daini dopo un esperimento sulla prolificità La Provincia voleva studiare l'ambientazione della selvaggina nobile DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANCONA — C'è un piccolo paese della montagna marchigiana che è alle prese con un problema insolito: la sorte di circa duecento daini. Salvati da una sicura strage all'inizio della stagione venatoria per effetto di una petizione degli stessi abitanti del paese, ora i daini, che vivono in piena libertà, si sono messi a pascolare nei campi giungendo fino agli orti delle case. I coltivatori dei magri terreni di montagna chiedono a gran voce di essere risarciti, ma — sembra impossibile — ancora non esiste uno strumento di legge con cui si possa accontentarli, né si sa con esattezza chi deve provvedere. E cosi, anche se tutti si dichiarano d'accordo sulla sopravvivenza dei nobili animali, il paese si è diviso: chi chiede (è un isolato) l'intervento dei cacciatori, e chi invece li vuole lontani. Il paese si chiama Frontone, 1300 abitanti, alle falde del massiccio del Catria, una montagna di tutto rispetto.innevata e ricca di boschi. II Catria fu scelto 15 anni fa dalla" Provincia di Pesaro per un primo esperimento di ambientazione di varie specie di selvaggina nobile stanziale; per i daini con una ventina di splendidi esemplari adulti custoditi in un apposito recinto. Fu un tentativo talmente riuscito che i daini sono divenuti dieci volte più numerosi. Rischiavano addirirttura di non sopravvivere nello spazio loro riservato, specie in inverno, quando dovevano essere continuamente soccorsi col foraggio dopo lunghe marce degli uomini tra la neve. Il recinto fu allora abbattuto e i daini dilagarono alle pendici della montagna che non è riconosciuta come «parco». E' cominciata cosi da parte dei proprietari o affittuari di tanti piccoli terreni coltivati a vigna, a grano, ad orto, la difesa dei prodotti dalle improvvise apparizioni di intere famiglie di daini a cui tuttavia la gente si è affezionata, anche perché costituiscono un'attrattiva turistica. Nello scorso settembre, quando si apri la caccia nelle Marche, il daino non figurava tra gli animali protetti, ma a Frontone ci fu immediatamente una specie di sollevazione popolare. Partirono petizioni con centinaia di firme (in testa gli stessi cacciatori del luogo, oltre ai ragazzi delle scuole) per salvare i daini dagli assalti venatorì. La Regione ne vietò la caccia con un provvedimento d'urgenza, appena poche ore prima che iniziasse la carneficina: le prime comitive di cacciatori giunte la mattina del 17 settembre dalle Marche, dall'Emilia e dalla Romagna dovettero ripartire con le pive nel sacco. Rimaneva, però, l'altra faccia del problema: la tutela del reddito di modesti terreni coltivati. La legge, purtroppo, non dà alcuna facoltà alle Province di risarcire danni causati dalla selvaggina fuori delle zone di ripopolamento, che, qualora anche fossero costituite, non salverebbero i daini, che vagano in libertà La Provincia di Pesaro sostiene, d'altro canto, che al ri-, sarcimento dei danni dovreb¬ be provvedere la Regione Marche, con un apposito provvedimento da inserire nelle norme da emanare in aderenza alla legge quadro nazionale per la disciplina dell'attività venatoria. Ermete Grifoni
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