Il psi crede che in gennaio ci sarà la crisi di governo di Alberto Rapisarda

Il psi crede che in gennaio ci sarà la crisi di governo La situazione politica esaminata dalla direzione Il psi crede che in gennaio ci sarà la crisi di governo Anche se Signorile precisa che "non saranno i socialisti ad aprirla,, Lo scoglio per il presidente del Consiglio sarebbe il "piano triennale,, ROMA — I socialisti hanno esaminato la situazione politica ieri in direzione ed hanno rinviato ogni decisione sul governo al prossimo comitato centrale, convocato per il 18-20 gennaio. Per quella data, si dice ufficiosamente nella sede di via del Corso, dovrebbe già essersi aperto il confronto sul «piano economico triennale» tra i cinque partiti che appoggiano Andreotti, e se qualcuno vorrà provocare una crisi, avrà avuto l'occasione per farlo. Ma «non saranno i socialisti ad aprire la crisi- ha tenuto a precisare il vicesegretario Signorile. E il segretario Craxi: «Il nostro intendimento non è quello di promuovere azioni dimostrative o di fare agitazione polemica. Noi intendia7,'ìu porre problemi politici-. In realtà, i socialisti si aspettano che siano o i comunisti, o i democristiani a far cadere Andreotti. Il presidente del Consiglio non avrebbe alternativa, secondo un'analisi che circolava ieri tra i membri della direzione: si deve ormai decidere, chi deve pagare per la ripresa economica: se Andreotti attacca la «scala mobile» dei lavoratori dipendenti lo fanno cadere i comunisti sotto la spinta sindacale, se non lo fa. cade per mano democristiana. Ma neanche gli altri si vogliono scoprire. Berlinguer ha detto ieri che il pei non lavora per far cadere Andreotti e che se la crisi dovesse esserci, il pei chiederà ancora una volta di entrare al governo: «Poi vedremo quali saranno le reazioni degli altri partiti e le loro proposte-. Da parte democristiana, il ministro De Mita riconosce anche lui che la situazione politica «si det'e certamente evolvere- ma «i passaggi sono tutti da dimostrare e prima che si verifichino, nessuno è in condizione di prefigurarli-. Tra tanta cautela, appare difficile comprendere oggi come sarà possibile far cadere il governo a metà febbraio, e chi se ne assumerà la responsabilità. In questa situazione. Andreotti sta cercando ancora una volta di uscirne sano e salvo. I comunisti potrebbero .tenerlo in piedi, perché andato via lui gli succederebbero personaggi meno graditi in via delle Botteghe Oscure (Forlani, Piccoli): l'alternativa ad Andreotti sarebbero solo le elezioni anticipate. I democristiani sono in fondo soddisfatti di come il presidente del Consiglio imbriglia i partiti di sinistra. I socialisti non si vogliono muovere per primi al buio, temendo le elezioni. L'errore che costringerebbe il pei a buttar giù Andreotti. è un eventuale attacco del governo alla «scala mobile». Ieri, il segretario generale della Cgil, Lama, è stato chiaro in proposito: «La politica della moderazione salariale che confermiamo, la politica della ragionevolezza del sindacato, è possibile praticarla solo se la "scala mobile" resta per i dipenripvti privati e si estende aneliti ai dipendenti pubblici-. Secondo Lama, invece, il governo vorrebbe abolire la «scala mobile», servendosi della adesione al Sistema monetario europeo. Il ministro del Lavoro Scotti ha però subito definito «infondate- queste voci, ed ha suggerito «un rallentamento del meccanismo che servisse a ridare spazio contrattuale al sindacato-. Se supera questo scoglio, Andreotti potrebbe quindi farcela, dopo aver al massimo infilato nel suo governo degli altri «tecnici» graditi a sinistra. E' una previsione condivisa dalla maggioranza dei parlamentari secondo un sondaggio del settimanale «Il Mondo-. Per il 67.7 per cento la crisi è certa, ma (88 per cento) non ci. saranno elezioni anticipate. Ad Andreotti succederebbe un nuovo governo simile all'attuale, o con tecnici di sinistra, presieduto ancora da Andreotti col 50 per cento di probabilità. Alberto Rapisarda

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