Il destino di Franca Ballerini può dipendere da un misterioso copriletto sporco di sangue

Il destino di Franca Ballerini può dipendere da un misterioso copriletto sporco di sangue Il delitto Magliacani in appello: da domani parlano gli avvocati Il destino di Franca Ballerini può dipendere da un misterioso copriletto sporco di sangue Era sul lenzuolo che copriva la vittima quando venne accoltellata: ma è scomparso - Arrestato e poi rimesso in libertà un teste - Domani la parola alla parte civile - Sentenza dopo Natale Il mistero di un copriletto che non si trova più. un testimone arrestato in aula, altri testi reticenti, la danza delle ore che non quadrano nell'alibi di Tarcisio Pan, battibecchi tra Paolo Pan e i giudici: l'udienza di venerdì, del processo Pan-Ballerini, l'ultima dedicata al parziale rinnovamento del dibattito, ha sollevato molti interrogativi Il copriletto mancante. La difesa di Paolo Pan sostiene che Fulvio Magliacani venne accoltellato (sette pugnalate tutte mortali) mentre dormiva, dalla moglie. Il sangue macchiò una coperta, le lenzuola, alcuni libri (tutta roba trovata nella fossa di Fiano con il cadavere della vittima) e un copriletto di cui s'è persa traccia. Franca Ballerini dice che i copriletto erano due. uno di ciniglia regalatole dal suocero, un altro ora in possesso della madre. La madre di Franca. Antonia Chiarotti la sorella Anna ed altri parenti puntellano le dichiarazioni dell'imputata. Una teste però smentisce il «clan». E' Teresa Zingarelli che all'epoca dei fatti, un paio di volte la settimana, andava ad aiutare Franca a sbrigare le faccende di casa. Zingarelli: -Facevo i letti e ho sempre visto una coperta di colore beige con al centro un cerchio rossiccio-. Vengono portati in aula alcuni copriletto di varia foggia per un confronto (cosa mai stata fatta prima); c'è quello di ciniglia, ed uno che Franca e parenti dicono di aver avuto sempre, giallo con decorazioni e non beige. Non è certo quello descritto dalla Zingarelli la quale non ha dubbi: -Mai visto-. Chi mente, la Chiarotti o l'ex coip La Zingarelli non ha alcun motivo di imbrogliare le carte, d'altra parte non si può arrestare per falsa testimonianza la madre dell'imputata. Sulla questione del copriletto resta sospeso un punto interrogativo che potrebbe ritorcersi contro Franca e giocare a favore di Paolo. Teste arrestato. Mentre tutti cercavano Fulvio Magliacani «sparito» improvvisamente da casa, un certo Zefferino Carlesso, mobiliere, telefona a Francesco Magliacani: -Ho visto suo figlio allo stadio, gli ho parlato-. La cosa per qualche tempo inceppa le indagini, e quando vien fuori la verità si ha il sospetto che il Carlesso si sia prestato ad, una macabra messinscena. Venerdì è stato messo alle strette dal p.g. Caccia: -Lei mente-. Il Carlesso dopo alcune ore in camera di sicurezza continua a ribadire la sua versione: -C'è stato un errore di persona ma giuro di avergli parlato convinto che fosse Fulvio». Il p.g. chiede che il teste venga rilasciato. Un altro capitolo enigmatico senza soluzione. L'alibi di Tarcisio. Tarcisio Pan lia raccontato che Paolo il giorno del delitto andò a chiamarlo in via Verolengo dove sta¬ ti ni a sei-. nn o d, ee n a è a o e n a o il aa¬ va trascorrendo una notte damore con la fidanzata Marisa Bruno Franco, infermiera. A che ora? Tarcisio disse prima «Verso le 3 di notte-, poi -verso le 5- e nell'ultima versione -mentre albeggiava-. Ciò per accreditare la tesi che egli si assentò per poco tempo, quando il delitto era già consumato e soltanto per aiutare Paolo a caricare il cadavere nel bagagliaio della «125». L'infermiera ha sostenuto l'alibi di Tarcisio variando pure lei le ore dopo aver taciuto del tutto nel corso del primo interrogatorio. Perché? -Avevo paura di perdere il posto, dello scandalo e quindi ho assecondato di volta in volta il magistrato-. Si alza Paolo: -Le hanno fatto dire quel che volevano per incastrare mio fratello-. E' uno dei tanti interventi dell'imputato per correggere o «spiegare» le titubanze della testimone. L'u¬ nica cosa che Marisa Bruno Franco ammette è questa: «Tarcisio è rimasto assente poco tempo, sono sicura. L'udienza è cominciata con un ex compagno di cella di Paolo Pan il quale racconta che Paolo non ce l'aveva con Giovanni La Chioma: semmai «nemico» della vittima era il cugino Germano. Germano La Chioma: «Di testi cosi ne trovo cinquanta-. Pan scatta nuovamente ed inveisce. Sul finire, testimonia Francesco Magliacani. Ricorda di aver contattato, quando cercava con angoscia il figlio, proprio Giovanni La Chioma il quale aveva promesso di dargli qualche utile notizia. -Ad un certo punto i contatti si interruppero e non ne seppi più nulla-. Il processo riprende domani con le prime arringhe dei difensori di parte civile. Pier Paolo Benedetto^

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