Strazio dei famigliari, ira dei colleghi di Claudio GiacchinoAlvaro Gili

Strazio dei famigliari, ira dei colleghi L'estremo saluto di una folla commossa ai due poliziotti assassinati dalle Brigate rosse vicino alle Nuove Strazio dei famigliari, ira dei colleghi La camera ardente allestita al primo piano della Questura - Il dolore del fratello di Salvatore Porceddu, arrivato dalla Sardegna; della madre e della sorella di Salvatore Lanza, giunte dalla Sicilia - Lo sfogo di un gruppo di agenti: «Quegli assassini tirano, su di noi come al bersaglio del luna park» - Momenti di tensione fino a quando sono cominciati i funerali, presenti il ministro dell'Interno, Rognoni e il capo della polizia, Parlato - Le salme dei giovani inumate nei cimiteri di Catania e di Sini (Oristano) Tutto come quel sabato di marzo, quando il salone a fianco degli uffici del questore, al primo piano della questura, fu la camera ardente per il povero maresciallo Rosario Berardi, trucidato a colpi di pistola dalle Brigate rosse. Di nuovo il grande paravento viola che vieta la vista su corso Vinzaglio: le pian te verdi ai lati della sala; le corone, tante corone; i tavolini coi drappi neri e sopra, aperti, i registri listati a lutto per le firme E di nuovo, il dolore di una fila lunghissima di gente Allora, quell'll marzo, la bara era una sola. Ora sono due: allineate a un paio di metri l'una dall'altra, sfiorate da lacrime, singhiozzi, sguardi muti. Salva¬ i o a o , e a i a a a , tore Porceddu e Salvatore Lanza sono tornati per l'ultima volta in questura alle 10: dentro le casse di noce, onorate dal tricolore e portate a spalle dai colleghi. Per oltre quattro ore hanno ricevuto l'estremo omaggio di migliaia di torinesi, e le ultime carezze dei pochi congiunti che hanno potuto compiere il viaggio dalla Sicilia e dalla Sardegna. Chino su Salvatore Porceddu c'è il fratello Sergio, 23 anni, ed un cugino. Gli altri due fratelli di Salvatore, Giovanni e Bruno, lavorano in Germania, nella Ruhr ; hanno appreso la tragica notizia soltanto il pomeriggio di venerdì, non hanno fatto in tempo ad arrivare. Salvatore Lanza. invece, ha le lacrime della sorella Caterina, il silenzio attonito della sua ragazza Anna. 16 anni. E tante parole della mammina. Bruna. Una donna minuta, capelli grigi, il volto scavato dal dolore e dall'insonnia. La fanno sedere accanto alla bara appena è stata allestita la camera ardente ; non si muoverà più fino a quando amici e colleghi del suo sfortunato figlio non l'allontaneranno per evitarle lo spettacolo straziante della chiusura della cassa. Una mano tesa ad accarezzare il viso di Salvatore, gli occhi persi nel vuoto, la madre parla senza requie: ricordi dell'infanzia del suo Salvatore, della loro vdqsnlSdrslsvglnvmp vita. Una litanìa, quasi tutta in dialetto, spesso mormorata, qualche volta incrinata da ut. singhiozzo; non la interrompono il brusio della gente né le urla che ogni tanto si levano. Sono le grida del fratello di Salvatore Porceddu, di colleghi dei due giovani morti in maniera cosi assurda e feroce. Quel sabato dì marzo, quando nel salone giaceva il maresciallo Rosario Berardi, i sentimenti prevalenti erano sgomento e rassegnazione: adesso, invece, il dolore è accompagnato dall'ira, non sono pochi gli uomini in divisa che mormorano o dicono a mezza voce frasi di rabbia e impotenza. • Ci mandano allo sbaraglio, ci lasciano uccidere come topi- affermano alcuni agenti, osservando affranti le bare. • Ormai quegli assassini tirano su di noi come si tira al bersaglio nei luna-park, siamo indifesi. Dobbiamo finirla, i nostri capi devono prendere provvedimenti, tutelarci, non siamo carne da macello» dicono altri con gli occhi lucidi. Un poliziotto cede alla disperazione, si agita, grida: 'Cinque minuti prima che li massacrassero li ho visti, ci siamo parlati, erano tranquilli, conlenti perché finalmente il turno era quasi alla fine. Ci siamo dati appuntamento in questura per un caffè, mi sono allontanato con la mia "Volante". Quando sono arriva- to in questura loro erano già morti. Perché?.. L'agente continua a gridare, lo portano via. Il malcontento continua a serpeggiare, il dolore non vieta espressioni dure contro il questore ed i responsabili di Roma. Soltanto nell'imminenza dei funerali la tensione si placa. Il fiume di folla è ormai impetuoso, nel salone s'accalcano decine e decine di persone: gente venuta da tutte le parti dì Torino, anche da fuori. Giovani, anziani, ragazzi, bambini. Gente di ogni condizione, accanto a un pensionato c'è il presidente degli avvocati, Gabri, accanto a una ragazza il comandante della regione militare Nord-Ovest. A fatica il sindaco Novelli, il presidente della giunta regionale, Viglione, riescono ad avvicinarsi alle bare. Stesse difficoltà incontrano il ministro dell'Interno Rognoni ed il capo della polizia Parlato. Una visita breve, la loro; il ministro s'intrattiene poi a lungo nell'ufficio del questore Pirella con Novelli, politici e ufficiali, a malincuore accetta un veloce scambio di battute col cronista. Alle 14,40 Salvatore Porceddu e Salvatore Lanza lasciano per sempre la questura. Avevano entrambi 21 anni. Salvatore Porceddu era nato a Sini, un borgo di 600 anime nella piana di Gesturi, provincia di Oristano, a una sessantina di chilometri da Cagliari. Una famiglia dì contadini quella dei Porceddu, abituata a sudare la vita: tutti i quattro figli hanno cominciato a lavorare presto, nessuno è rimasto al paese. Sai vatore, nell'autunno del '76, si era arruolato nella p.s., l'avevano mandato alla scuola di polizia di Piacenza. Congedato il 17 marzo scorso, era stato trasferito nella nostra città. Il lavoro gli piaceva, la vita nella metropoli anche. .Ancora domenica — ricorda un suo amico — aveva telefonato a casa, al padre Guglielmo: aveva detto che avrebbe continuato a fare il poliziotto». Parte dello stipendio, Salvatore lo spediva ogni mese ai genitori; ai compagni era solito dire: .Quello che guadagno non è tanto, mi basta però lo stesso. Sono stato allevato in una casupola, conosco bene la miseria, non sono quindi capace di buttare via i soldi in cose sciocche». Pure Salvatore Lanza era entrato nella polizia due anni fa, Dopo il tirocinio nella scuola allievi di Alessandria era stato as segnato, l'inverno scorso, al IV gruppo, un reparto a disposizione della questura per servizi di piantonamento e ordine pubblico. La famiglia di Salvatore vive a Catania, in vìa Policastro 86. Il padre, Matteo, 56 anni, è fattorino presso la direzione dell'azienda comunale dei trasporti. E' toccato proprio a lui di apprendere la tragica notizia: glie¬ la hanno comunicata i colleghi di lavoro che aveva sentito il notiziario della radio, alle 7. Matteo Lanza soffre di cuore, non se l'è sentita d'intraprendere il viaggio fino a Torino. Con lui sono rimasti una figlia e gli altri due ragazzi, tutti molto più giovani di Salvatore. Le salme dei due agenti sono partite subito dopo 1 funerali alla volta della Sicilia e della Sardegna. Oggi saranno inumate nei cimiteri di Catania e di Sini. Forse Torino li ricorderà con una lapide. Claudio Giacchino Alvaro Gili Salvatore Porceddu e Salvatore Lanza avevano 21 anni. - La tremenda scena dell'assassinio - L'ultima carezza della madre al volto del Tiglio - La sorella di Lanza sorretta dal prefetto, tra il ministro Rognoni e il comandante dell'Arma gen. Corsini