Dal primo gennaio Washington riconosce solo la Cina di Hua di Ennio Caretto

Dal primo gennaio Washington riconosce solo la Cina di Hua Svolta storica con le relazioni diplomatiche fra i due Paesi Dal primo gennaio Washington riconosce solo la Cina di Hua Il 29 gennaio Teng in America, il 1° marzo scambio di ambasciatori - Gli Usa rompono i rapporti con Formosa, denunciano il trattato di mutua difesa (come chiedeva Pechino), ma continuano a fornirle armi -1 retroscena del negoziato DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — A Capodanno gli Stati Uniti e la Cina stabiliranno le relazioni diplomatiche, e il 1" marzo si scambieranno gli ambasciatori. All'inizio di gennaio il ministro del Tesoro americano Blumenthal si recherà a Pechino, e il 29 dello stesso mese il vicepremier cinese Teng Hsiao-ping visiterà ufficialmente Washington. Con Formosa gli Stati Uniti conserveranno solo rapporti commerciali e culturali, riti rando perciò da essa, entro quattro mesi, i loro 3000 tra militari, diplomatici e consiglieri politici, e denunciando il trattato di mutua difesa. Questo annuncio, che segna una svolta storica e avrà profonde ripercussioni sull'equilibrio internazionale negli Anni Ottanta, è stato fatto contemporaneamente dal presidente Carter e, a Pechino, dal presidente Hua Kuofeng venerdì sera. Esso ha concluso un'intensa e difficile opera diplomatica durata quasi otto anni, e di cui l'Unione Sovietica è stata spettatrice preoccupata. «/.' reciproco riconoscimento — ha dichiarato Carter — era neces-, sario e inevitabile. Apre nuove prospettive di collaborazione e di pace nel mondo intero». Il presidente americano ha aggiunto che esso -non altera le nostre reiasioni con l'Urss, né preclude la sollecita firma del trattato sulla limitazione delle armi strategiche con essa». Sebbene fosse chiaro che il momento della normalizzazione dei rapporti tra gli Stati Uniti e la Cina si stava avvicinando, l'annuncio ha colto tutti di sorpresa. Carter ha voluto darlo di persona alla radio e alla tv a tarda ora, dopo una giornata frenetica di consultazioni coi suoi più intimi collaboratori, tra cui il segretario di Stato Vance, richiamato d'urgenza dalla sua sfortunata mediazione tra Egitto e Israele, e dopo un colloquio di chiarimento e di rassicurazione con l'ambasciatore sovietico a Washington, Dobrynin. Il presidente ha parlato con visibile eccitazione, e alla fine del discorso, credendo che i microfoni fossero stati chiusi, ha esclamato: «Sento risuonare il plauso in tutto il Paese». L'annuncio del presidente s'è diviso in due parti, la lettura del comunicato congiunto e il commento. Nella prima parte, egli ha sottolineato che gli Stati Uniti «riconoscono il governo della Repubblica Popolare Cinese come il solo governo legale della Cina» e recepiscono la sua tesi che «esiste una sola Cina di cui fa parte anche Taiwan». Nella seconda egli ha ribadito che gli Stati Uniti «partono dal presupposto che il governo della Repubblica Popolare Cinese abbia rinunciato all'uso della forza nei confronti di Formosa» e garantiscono «il loro continuo interessamento alla pacifica soluzione del problema dell'isola». Più tardi, nel suo studio. Carter ha spiegato a un gruppo di giornalisti che «pur dissentendo, la Cina ha accettato che gli Stati Uniti forniscano ancora armi e capitali a Taiwan». «Sono certo che tutti insieme raggiungeremo un accordo — ha detto —, non tradiremo Formosa». Senza nominarla, il comunicato congiunto ha fatto ripetuti riferimenti all'Urss. «CU Stati Uniti e la Cina —■ ha affermato il presidente Carter — non vogliono l'egemonia dell'Asia né di altre regioni del mondo e si opporranno ai tentativi di qualsiasi altro Paese di conquistarla. Non intendono negoziare per conto di né stringere patti contro terzi». Il presidente ha elaborato questi punti più tardi, '-ostenendo che l'allacciamento1 delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Cina non è in funzione antisovietica, ma facendo anche capire che una politica espansionistica di Mosca in Asia non sarebbe più tollerata. Il suo consigliere politico Brzezinski, tra i principali fautori della storica svolta, ha dichiarato che «il pericolo russo» ha senza dubbio spinto i cinesi verso gli Usa. «JVoi dovevamo comunque riconoscere la realtà della Cina. Insieme i nostri Paesi saranno fattori di stabilità e di prosperità, Mosca se ne renderà conto». Il Congresso, non ancora riunito dopo le cosiddette «elezioni di mezzo» svoltesi a novembre, l'ambiente diplomatico, il mondo accademico hanno reagito con emotività Ennio Caretto (Continua a pagina 2 in seconda colonna) URSS MONGOLIA Lop Nor ^FORMOSA i (Taiwan)^ mg

Persone citate: Blumenthal, Brzezinski, Dobrynin, Teng