"Il carotefefono è necessario" ma il ministro non dice perché di Marco Tosatti
"Il carotefefono è necessario" ma il ministro non dice perché Una raffica di aumenti arriva con il nuovo anno "Il carotefefono è necessario" ma il ministro non dice perché Gullotti si è presentato alla Commissione Trasporti Camera - Le maggiorazioni tariffarie dovrebbero servire non a investimenti ma a equilibrare il bilancio della Sip - Libertini: "Finora nessun elemento giustifica una richiesta di aumenti per seicento miliardi all'anno,, ROMA —Un'altra seduta a vuoto della Commissione Trasporti della Camera sul problema degli aumenti telefonici, e questa volta per colpa del regolamento. La Commissione, che sta esaminando su mandato dell'assemblea di Montecitorio il problema delle richieste di aumenti tariffari fatte dalla Sip, ha sentito ieri mattina il ministro delle Poste, onorevole Gullotti. Quando poi stava per avere inizio l'audizione del ministro delle Partecipazioni Statali, Bisaglia, i membri della Commissione sono stati costretti a sospendere i lavori per presenziare alla seduta in aula. Cosi, quella che doveva essere una sessione decisiva è diventata invece interlocutoria: a una data ancora da stabilire sono rimandati sia l'intervento di Bisaglia sia le domande ai ministri. Gullotti ha affermato che gli aumenti tariffari richiesti dall'azienda non dovranno servire a investimenti, ma solo consentire l'equilibrio di bilancio della società. Il ministro si è detto preoccupato per la decelerazione degli investimenti Sip -necessari a mantenere la competitività con le reti estere». Gullotti ha annunciato inoltre che sarà quanto prima messo a disposizione della Commissione Trasporti lo schema di sviluppo delle telecomunicazioni; la sua presentazione era stata chiesta, assieme a altri documenti, dai deputati comunisti. Dopo l'intervento del ministro, si sono riproposti in Commissione gli schieramenti già noti: pei e msi contro gli aumenti, de e psi piuttosto favorevoli. L'onorevole Marzotto Caotorta (de), che d'accordo con il suo gruppo aveva sostenuto di recente la «non competenza» della Commissione a giudicare della liceità o meno degli aumenti tariffari, ha detto che «non vi sono più motivi di divergenza sostanziale fra pei e de, in quanto lo stesso presidente della Commissione, Libertini (pei) ha riconosciuto che il problema consiste nell'applicazione dell'articolo 49 della convenzione fra Stato e Sip, che prescrive che i costi devono essere coperti dai ricavi. Spetta al governo fare il controllo dei costi e dei ricavi della concessionaria». Libertini, già esasperato per l'interruzione dei lavori (è nota la sua polemica sul problema della riorganizzazione dell'istituzione parlamentare), ha risposto che «l'onorevole Marzotto Caotorta ha capito male: è proprio in base al riferimento all'articolo 49 che non risultano finora evidenti i motivi dell'aumento. Che tipo di disavanzo c'è per giustificare una tale richiesta? Non è stato ancora fornito nessun elemento che provi che i costi hanno sopravanzato le tariffe al punto tale da indurre a una maggiorazione di oltre seicento miliardi l'anno, tale da far quasi raddoppiare (da 2047 a 3700 miliardi) in tre anni il fatturato Sip a spese degli utenti». Una tesi analoga è stata sviluppata dal capogruppo comunista in Commissione, onorevole Pani, secondo il quale «non sono emersi dall'audizione del ministro Gullotti elementi di novità tali da far mutare il giudizio negativo». . L'audizione dei due ministri aveva l'obiettivo di ricomporre la maggioranza in Commissione, divìsa sul problema delle tariffe, e se possibile di giungere a un unico documento, invece dei quattro (de, pei, psi, msi) presentati. La risoluzione che i commissari approveranno sarà considerata impegnativa per il governo: da qui l'importanza, e lo sforzo, per trovare un accordo. Marco Tosatti
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