Accuse dei sindacati Le banche perplesse di Natale Gilio

Accuse dei sindacati Le banche perplesse Le reazioni all'adesione allo Sme Accuse dei sindacati Le banche perplesse Sono stati ribaditi i consensi da parte degli imprenditori ROMA — -Sme non significa sistema monetario europeo. Significa invece scala mobile eliminata, come pretenderebbe qualcuno che dall'adesione italiana ha tratto già lo spunto per farne pagare le conseguenze alla classe operaia'. La battuta del comunista on. Libertini, presidente della Commissione Trasporti della Camera, riflette la dura reazione e le critiche delle organizzazioni sindacali alla decisione di Andreotti di partecipazione immediata dell'Italia al nuovo patto monetario. Il segretario generale della Clsl. Luigi Macario, commentando l'annuncio dato dal governo, ha detto che -adesso diventa drammatico sapere chi dovrà pagare per gli errori commessi nella conduzione della politica economica italiana. Si riaffaccerà — ha sottolineato il sindacalista — la tendenza a scaricare ancora una volta sui lavoratori le conseguenze di tutto, mentre invece sarebbe necessario ad esempio affrontare in modo serio il problema delle carenze finora registrate nella politica fiscale, come dimostra l'insuccesso della lotta all'evasione». Per la Cgil, il segretario confederale Aldo Bonaccini ha fatto invece un'analisi più ampia chiamando direttamente in causa i ministri che hanno condotto il negoziato sullo Sme. -Non può essere corretto contestare — ha precisato — agli amici della Germania Federale di voler vivere con un tasso di inflazione quasi ridotto a zero, ma non si può ugualmente lasciar intendere a loro e ad altri che in tempi brevissimi anche l'economia italiana potrà fare lo stesso. E' necessario, invece, porsi l'obiettivo di essere parte di un accordo monetario europeo che amplii e perfezioni il negoziato di Bruxelles e proceda lungo le trattative iniziali di Brema, anche perché venendo a mancare intese armonizzanti sui diversi piani della politica economica, non si vede quale particolare effetto espansivo possa essere generato da una sola intesa per il regolamento dei tassi di cambio». Se la reazione sindacale, come d'altra parte si riteneva scontato, è stata fortemente critica, altre perplessità sono state sollevate dal settore bancario, preoccupato in primo luogo, almeno nel medio termine, per la tenuta della nostra moneta. Lucio Rondelli. amministratore delegato del Credito Italiano, sottolinea come -la decisione di aderire allo Sme sia stata piutto¬ sto complessa per l'intreccio di motivazioni politiche e tecniche. Le frequenti consultazioni tra i Capi di Stato e di governo stanno forse a dimostrare che le prime negli ultimi giorni hanno fatto premio sulle seconde e hanno indotto l'Italia a prendere una decisione che d'altro canto, a differenza di quanto almeno in parte sembra per la Gran Bretagna, non poteva essere rimandata ad un momento preciso di maggiore coagulo di opinioni e consensi». «Esiste è vero — prosegue il banchiere — la scadenza dei rinnovi contrattuali con tutto quello che ne potrà conseguire, estremamente importante in termini di prospettive ìn- flazionistiche. Tuttavia, da questo punto di vista, è difficile pensare a rinnovi puntuali e ad altrettanto puntuali indicazioni sul futuro dell'economia italiana. Da qui, un salto coraggioso, che non è comunque più pericoloso per il fatto di essere stato effettuato con qualche anticipo rispetto a quanto l'opinione pubblica generalmente si aspettava. Condivido in pieno il pensiero di coloro che preferivano una migliore definizione dei problemi interni, prima di affrontare una prova difficile come la partecipazione allo Sme. Ma forse non sempre, specialmente quando sono in gioco complessi problemi internazionali, è possibile seguire le cadenze più giuste». Da parte degli imprenditori, la risposta ufficiale data ieri dal Consiglio direttivo della Confindustria è di -pieno e motivato consenso ad un ingresso immediato dell'Italia in un accordo monetario che rappresenta un ulteriore passo verso l'integrazione politica d'Europa. Naturalmente — prosegue la nota dell'organizzazione degli industriali — / 'adesione pone al settore pubblico, al sistema delle imprese, alle parti sociali un insieme di obiettivi-vincoli e l'impegno per un rigore nelle scelte e nei comportamenti collettivi ed individuali». Una risposta più precisa sulla posizione presa dagli industriali è venuta da Luigi Orlando, presidente della Società Metallurgica Italiana e vice presidente della Confindustria. -La costituzione di un'area di stabilità delle monete dei maggiori Paesi europei — dice Orlando — è una necessità di vecchia data. Il fatto di averla riproposta oggi corrisponde comunque a una esigenza da tempo sentita. La partecipazione al progetto Sme è in linea quindi con la vocazione europeistica dell'Italia che si è sempre impegnata a pieno titolo». -Credo che, una volta valutati gli aspetti tecnici del progetto istitutivo del nuovo sistema monetario e ritenuti gli stessi accettabili, non valesse la pena andare incontro a periodi di atteso che sarebbero stati in ogni caso molto brevi, esponendo inoltre il nostro Paese a sospetti, minore solidarietà e forse indirettamente rafforzando elementi di protezionismo discriminante nei nostri confronti — continua Orlando —. La scelta operata dal governo comporta come conseguenza per gli imprenditori italiani un'azione ancora più impegnata e rigorosa nella gestione delle aziende e nell'assunzione di specifiche responsabilità. Mi auguro che insieme al nostro, possa esserci analogo impegno delle altre componenti del Paese che permetta di affrontare e superare l'attuale difficile momento, consentendo di muoverci su di una linea di politica economica coerente». Natale Gilio

Persone citate: Aldo Bonaccini, Andreotti, Brema, Libertini, Lucio Rondelli, Luigi Macario, Luigi Orlando

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Germania Federale, Gran Bretagna, Italia, Roma