Italiani, una minoranza incompresa tra gli abitanti tedeschi a Bolzano di Giuliano Marchesini

Italiani, una minoranza incompresa tra gli abitanti tedeschi a Bolzano A colloquio dopo le elezioni con la gente dell'Alto Adige Italiani, una minoranza incompresa tra gli abitanti tedeschi a Bolzano Bisogna imparare il tedesco per lavorare negli uffici pubblici e non sentirsi isolati nella vita privata - Pochissime famiglie dei due gruppi etnici si frequentano - C'è difficoltà a intendersi, gli italiani si sentono quasi in condizioni d'inferiorità e affiora la parola «ghetto» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLZANO — Bolzano è' pulita e ordinata. Le manca una cosa: la serenità. Sotto i portici che tagliano il centro della città scorre un passeg-' gio per due terzi sudtirolesi e per il resto italiano. Ed è lo stesso che se le file di gente passassero sulle sponde di un fossato. In tanti anni di convivenza, i gruppi etnici che compongono questa popolazione non hanno smaltito le difficoltà, le incomprensioni, le diffidenze. Cosi. Bolzano vive in bilico tra il benessere e il malessere. Dopo le elezioni regionali, che' hanno fatto registrare un'altra impennata della «Volkspartei», resta in Alto Adige un senso di «incomunicabilità». Delle preoccupazioni che questo persistere del distacco va suscitando si sono fatti interpreti di recente, attraverso un'interpellanza al presidente del Consiglio, i senatori repubblicani, 'Per il rischio che ' ' e e , o . e' e e o o e si detenninimo situazioni dalle quali possa essere compromessa la validità, da riconfermarsi in ogni caso, degli accordi relativi alla definizione dei rapporti tra cittadini di lingua italiana, tedesca e ladina, patrimonio prezioso della democrazia post-bellica-. Durante la campagna elettorale, rappresentanti di tutti gli altri partiti dell'arco costituzionale hanno proposto un dibattito sulla situazione altoatesina: una specie di verifica delle condizioni in cui «coabitano» i gruppi etnici in provincia di Bolzano. Può darsi quindi che il problema dell'Alto Adige, dopo sei anni di silenzio, torni in Parlamento. Se il dialogo tra sudtirolesi e popolazione di lingua italiana è tuttora disagevole, talvolta ruvido, dipende anche dal modo in cui la «Volkspartei», che detiene una maggioranza assoluta inattaccabile, gestisce l'autonomia del territorio, le norme del «pacchetto»: è una concezione dello statuto nella quale prevale largamente la funzione etnica. Si capisce, del resto, come il partito di Silvius Magnago tenda a garantire alla sua gente posizioni di vantaggio. Alla politica alquanto rigida che in questo momento va conducendo la «Volkspartei» s'aggiungono, a Bolzano, autentiche manifestazioni di «apartheid». Qualcuno tra i sudtirolesi ha persino avuto la peregrina idea di proporre che gli abitanti di lingua italiana si concentrino tutti in una zona della città: riemerge, sull'onda delle nostalgie separatiste, l'ombra sinistra del ghetto. Altre difficoltà, per la convivenza in Alto Adige, soprag giungono con la norma sul bilinguismo: occorre che gli abitanti italiani imparino il tedesco per accedere agli uffici pubblici. Ma anche nella vi ta privata si fa pesantemente sentire l'esigenza dell'apprendimento della seconda lingua: è un ostacolo quasi insormontabile per le vecchie generazioni, un impegno notevole per quelle nuove. D'altro canto, è diritto primario dei sudtirolesi intrecciare dialoghi senza trovarsi in condizioni d'inferiorità, soprattutto nei tribunali, agli sportelli della pubblica amministrazione. Non soltanto per le incomprensioni dovute alla lingua, la maggioranza dei sudtirolesi conduce vita separata, anche se il trasferimento di parte di loro dalla città vecchia a quella nuova ha favorito certi incontri. Sono ancora pochissime le famiglie dei due gruppi che si frequentano. Resta, in quest'aria limpida di Bolzano, un sentore di insofferenza. Lo avvertiamo anche entrando in un bar, poco lontano dal quartiere sudtirolese di Gries. La barista è di lingua tedesca, ci serve un caffè con cortesia. Ma quando le porgiamo una domanda sulla convivenza tra i gruppi etnici spegne il sorriso e si fa asciutta: 'Io non capisco niente e non parlo — replica con voce metallica — è inutile discutere-. Perché alza questa barricata? 'Perché non posso parlare, e basta-. 'Ha sentito? dice un tabaccaio, che è di lingua italiana —. Questa è la dimostrazione del rapporto che esiste tra noi e loro. Ma che cosa vogliamo fbhqtegaenuudttv fare, a questo punto? Gli abbiamo dato tutto quello che hanno chiesto, si è concessa questa autonomia per la gente tedesca, che non poteva certo essere soffocata dal nostro gruppo. Ma gli italiani, doi'e li abbiamo messi? Ci potrebbe essere un po' più di cordialità nei dialoghi, no? Però io dico una cosa: che la spinta per una maggior comprensione dovrebbe venire dal loro partito-. Una ragazza, che sta ascoltando, interviene: 'Io sul lavoro convwo discretamente: ci sono due colleghe sudtirolesi, nel nostro ufficio, e non ci sono mai stati problemi di affiatamento. Ma fuori di là, sarebbe tutto da discutere-. E il salumiere che s'affaccia sulla soglia del negozio: «/o sto qui da ventanni: si sta bene, purché non si metta il naso in casa degli altri-. Una studentessa in lingue s'infila nel discorso: 'Una v>olta erano i sudtirolesi i più trascurati. Adesso, mp a i , mi sembra che si esageri un po' dall'altra parte-. Dall'altra parte, sotto il porticato poco lontano da piazza Walter, cerchiamo di avviare un colloquio con un uomo di mezza età. di lingua tedesca. Ed è un impatto: -No, guardi, io adesso qui ho da fare. E poi, non saprei che cosa dirle, sulla convivenza tra i gruppi etnici-. Ma dopo qualche istante d'imbarazzato silenzio, una risposta vien fuori: ..Abbiamo soprattutto difficoltà nell'intenderci: se uno non impara la lingua dell'altro non ci si capisce, non le pare? Ma non è soltanto questo: ci sono anche problemi di mentalità, non si può cambiare tutto. Adesso lei prenda uno che viene dalla Calabria, o dalla Sicilia: quelle sono altre mentalità-. Ecco come a Bolzano, dopo decenni di convivenza tra italiani e sudtirolesi, possa affiorare un residuato di razzismo. Giuliano Marchesini

Persone citate: Silvius Magnago

Luoghi citati: Bolzano, Calabria, Sicilia