Veto d'un socialista ritarda mini-riforma dell'Università di Marco Tosatti

Veto d'un socialista ritarda mini-riforma dell'Università Il decreto Pedini si è arenato ieri in Commissione Veto d'un socialista ritarda mini-riforma dell'Università L'onorevole Labriola ha chiesto "precise garanzie,, - Un comitato apporterà modifiche al documento per quanto riguarda il tempo pieno e le incompatibilità ROMA — Un rallentamento, nell'iter previsto sino a ieri per il decreto Pedini, è stato provocato dall'azione condotta dalla >minoranza> socialista all'interno della commissione Pubblica Isruzione della Camera, che da giovedì sta conducendo un'azione in disaccordo con la linea espressa dalla maggioranza dei deputati del psi. La commissione avrebbe dovuto, sulla base degli accordi presi giovedì sera, approvare nella notte il provvedimento, rimandando all'aula la discussione sui punti più scabrosi. DI conseguenza il relatore Tesini (de) invitava, nella seduta notturna fra giovedì e venerdì, i portatori degli emendamenti a ritirarli e a ripresentarli mercoledì prossimo in assemblea; un «comitato dei nove-, in cui sono rappresentati tutti i gruppi, avrebbe approfondito l'esame del testo nei prossimi giorni. . Democristiani e missini si sono detti d'accordo. Anche Spaventa, del gruppo misto, si è dichiarato disponibile al «si», in caso di unanimità. Labriola (psi), ribadendo la posizione già espressa in mattinata, ripeteva invece che «esistono alcuni punti fondamen tali del decreto sui quali in tende chiedere precise garan zie in commissione-. Giannantoni (pei) ha proposto allora la costituzione di un comitato ristretto per verificare su quali emendamenti vi sia una 'Volontà convergentedelle forze politiche di maggioranza. Ieri il comitato ha lavorato fino a sera, per apportare alcune modifiche, soprattutto di carattere tecnico, al provvedimento, e ripresentarlo oggi, per l'approvazione, in commissione. In questo modo il decreto ponte potrebbe andare in aula, come era nelle previsioni, la settimana ventura e ritornare al Senato per l'imprimatur prima della scadenza, fissata per il 23 dicembre. Il comitato non ha risolto uno dei nodi della situazione, sul quale insistono i deputati socialisti Bartolocci e Labriola, e cioè l'immissione nel decreto di una regolamentazione precisa del «tempo pieno» e dell'incompatibilità. La posizione ufficiale del psi è più «morbida»: il responsabile scuola del partito, Benadusi. parla infatti di affiancare il protocollo di intenti, che dovrà essere firmato da governo e partiti, a un segnale di buona volontà, da introdurre nel decreto. Il segnale dovrebbe consistere nella rivalutazione, a partire dal 1° gennaio '79, dell'assegno pensionabile destinato a quei docenti che sin da ora si occupano quasi esclusivamente di ricerca scientifica. Il costo globale si aggira sui trenta miliardi; una risposta in merito è prevista per oggi, da parte del sottosegretario alla Pubblica Istruzione on. Falcucci. Inoltre martedì prossimo a Palazzo Chigi dovrebbe avvenire un incontro fra rappresentanti dei partiti e governo per gettare le basi del «protocollo» sul tempo pieno e sull'incompatibilità. Da quella riunione potranno scaturire elementi di rilevanza notevole per la sorte del provvedimento, e anche per l'anticipazione della riforma universitaria. Il comitato ristretto ieri ha messo a punto alcune proposte, sulle quali la commissione si pronuncerà oggi, il cui carattere è soprattutto tecnico. Si è discusso della differenziazione di compiti, fra ordinari e associati, e della possibilità, per i secondi, di svolgere un lavoro di coordinamento e di ricerca. Inoltre si è parlato delle modifiche che i socialisti chiedono vengano apportate all'ordinamento della fascia degli associati. In particolare, come sia possibile rimediare a «iniquità» presenti nel decreto, che comportano svantaggi di carattere economico ai docenti, o che si riferiscono al passaggio «ope legis- nel ruolo sulla base di criteri di anzianità. Il presidente del comitato ristretto, il comunista Raicich, ha dichiarato che l'orientamento della maggioranza è quello di non proporre modifiche che stravolgano il senso della legge, per evitare che il Senato si trovi davanti un testo totalmente diverso da quello uscito da Palazzo Madama; un'eventualità simile, con l'allugamento della discussione, provocherebbe probabilmente la perdita di validità del decreto. A questo scopo il pei non ripresenterà la proposta di togliere il tetto degli aggiunti. «Se il comportamento degli altri partiti — ha detto ancora Raicich — è tale da non presentare emendamenti dirompenti, anche noi ci atterremo. Se qualcuno vuole ca¬ valcare la tigre, allora vedremo di salire in groppa pure noi-. Il riferimento è chiaramente indirizzato ai socialisti, ed in particolare ai deputati «dissidenti». Non si esclude a questo proposito che possano venire presentati in aula emendamenti a titolo personale, così come non si esclude che la commissione possa lavorare anche domenica, se non riuscirà ad approvare il testo entro oggi. In aula a Montecitorio, il decreto subirà l'ostruzionismo dei parlamentari di democrazia proletaria (Gorla e Pinto). I quattro rappresentanti del pdup invece prenderanno una decisione sulle forme della loro opposizione al decreto dopo l'assemblea dei precari che si tiene a Pisa oggi e domani. I radicali presenteranno emendamenti, ma per ora non hanno manifestato l'intenzione di fare ostruzionismo. Marco Tosatti

Persone citate: Bartolocci, Benadusi, Falcucci, Giannantoni, Gorla, Labriola, Tesini

Luoghi citati: Pisa, Roma