Amarezza tedesca per il «no» dell'Italia Schmidt spera ancora in un ripensamento di Tito Sansa

Amarezza tedesca per il «no» dell'Italia Schmidt spera ancora in un ripensamento Amarezza tedesca per il «no» dell'Italia Schmidt spera ancora in un ripensamento «Ho comprensione per la situazione italiana», ha detto accennando all'ostilità di Giscard - I giudizi: «successo» per i politici, «disincantamento» per la Camera di Commercio, «fallimento» per i quotidiani DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Il Cancelliere tedesco Helmut Schmidt è riuscito a nascondere abbastanza bene l'amarezza e la delusione per l'inattesa mancata partecipazione dell'Italia e dell'Irlanda al Sistema monetario europeo che vedrà la luce a Capodanno. Ha detto, parlando dinanzi al Parlamento di Bonn per riferire sui risultati del vertice di Bruxelles da lui presieduto, di «avere naturalmente comprensione per la situazione italiana», smorzando in tal modo le dure critiche da lui espresse nei confronti del governo italiano immediatamente dopo il varo dello Sme mutilato e ridotto a sei. Helmut Schmidt—si diceva iersera a Bonn — ha evidentemente fiducia che il presidente del Consiglio Giulio Andreotti (del quale ha una altis- sima stima) riesca ancora a ottenere, nei prossimi giorni, l'appoggio delle forze politiche e sindacali italiane allo Sme e a dare entro una settimana una risposta positiva. Meno fiduciosi, ma tuttora speranzosi, sono i democristiani tedeschi che cercheranno di indurre quelli italiani ad aderire al sistema monetario nell'interesse comune dell'Europa. «Ho naturalmente comprensione per la situazioneitaliana — ha detto il Cancelliere — anche se devo subito sottolineare che il margine di oscillazione particolarmente ampio di cui l'Italia intendeva valersi e di cui si varrà se deciderà di aderire, non è particolarmente utile. Non ho accettato tale margine di oscillazione molto volentieri, perché non credo che esso porti a una ulteriore coesione di tutto il sistema e perché non so no convinto che questo spe ciale margine sia nell'interesse della fiducia nella moneta nazionale». Senza accennare direttamente alle cause tecniche che hanno portato al rifiuto e al ripensamento italiano, Shmidt ha indirettamente «passato» al presidente francese Giscard, dicendo «eravamo disposti a fare sacrifici finanziari, ma non abbiamo trovato amore corrisposto. Ritengo doveroso dire ciò al Parlamento». Sostanzialmente, nonostante il deciso rifiuto britannico e il «ni» italiano e irlandese (che pure ha trovato comprensione), il Cancelliere tedesco ha definito il Sistema monetario europeo «un elemento basilare in un ampio concetto», che porterà a quattro risultati di cui beneficerà la Comunità: l'unificazione europea, l'espansione economica, la riduzione dell'inflazione e la creazione di posti di lavoro. Tutto sommato è «un grande successo, benché limitato». La riunione di Bruxelles ha mostrato che «tutti sono convinti dei vantaggi» derivanti dallo Sme, che «tutti sono disposti a lavorare insieme» e ha denunciato «un alto senso di solidarietà» tra i diversi Paesi. In precedenza il portavoce del governo Armin Gruenewald aveva riferito alla stampa internazionale sul Consiglio dei ministri, dicendo che il Cancelliere aveva definita Bruxelles un «successo europeo» anche se Gran Bretagna, Italia e Irlanda, chiamati «i Paesi meno sviluppati», non sono in grado di partecipare fin dall'inizio al nuovo siste¬ ma monetario. Gruenewald ha rassicurato a nome del Cancelliere l'opinione pubblica tedesca, dicendo che i limiti di negoziato fissati dalla Banca Federale non erano stati superati e cioè che verrà creata una zona di stabilità monetaria sema l'obbligo automatico da parte della Bundesbank di intervenire per sostenere le monete più deboli. Applausi moderati (ma pursempre applausi) sono stati tributati al Cancelliere anche da parte dei deputati dell'opposizione democristiana. Meno diplomatiche di quelle dei politici le prime reazioni dei giornali, i quali impiegano, chi più chi meno, la parola «fallimento», e della Camera di Commercio che considera il risultato di Bruxelles un «salutare disincantamento». Vi è tuttavia molta prudenza nel valutare il rifiuto dell'Italia, nella speranza che esso sia soltanto momentaneo. Tito Sansa

Persone citate: Giulio Andreotti, Helmut Schmidt, Italia Schmidt, Shmidt