Lasciate che i cervelli restino da noi

Lasciate che i cervelli restino da noi Al Senato la giungla retributiva: i managers se ne vanno? Lasciate che i cervelli restino da noi Il Sonato comincia domani a discutere sulla cosiddetta giungla retributiva, e Dio sa se è argomento che meri la discussione. C'é mollo da disboscare, secondo il concorde parere di tulli: anzi, per ceni casi bisognerebbe addirittura usare i defolianti. come si faceva in Vietnam ai tempi di quella guerra. Non è nell'ambito dell'amministrazione statale in senso stretto che occorre intervenire per — almeno — potare: ma nel parastato, nelle aziende a partecipazione statale, e in quelle municipalizzate. Si sa che a certi livelli di tali dirigenze corrono stipendi da vertigine: è noto il caso del defunto direttore generale dell'Italcasse. Giuseppe Arcaini. il quale guadagnava — o per dir meglio incassava — 150 milioni l'anno nel ll)76. Si sussurra che oggi — ma la notizia non è certa — il suo successore ne ha 200. Come e evidente, è troppo; sarà bene che intervenga la scure. Ha studiato il problema una commissione speciale presieduta dal senatore democristiano Dionigi Coppo, già ministro del quarto governo Rumor nel 1973. sugli enti vigilati dalla presidenza del Consiglio. Coppo, che è pertanto da considerare un competente in materia, ha concluso i lavori redigendo una mozione che propone di istituire 'ini tetto» per gli stipendi nel settore pubblico: nessuno a qualunque titolo, potrà mai più percepire più di 40 milioni annui, lordi, corrispondenti a 22-24 milioni netti. Riconosciamo che e un bel taglio, un'operazione da definire moralizzatrice. Un altro se¬ natore. Luigi Anderlini della sinistra indipendente, ne propugna la necessità e l'urgenza anche da un punto di vista politico: se essa fosse stala praticata in tempo — egli sostiene — i probabilmente avremmo avuti) meni) rivendicazioni esplosive, ionie lincile degli ospedalieri i> dei trasponi aerei: i sindacati confederali avrebbero potuto svolgere pn'i serenamente il loro lavori), perchè non è lauto il basso livello retributivo di alcune categorie che fa esplodere la protesta, quanto la constatazione di patenti ingiustizie che durimi) da decenni». Sono dichiarazioni del senatore Anderlini, raccolte da Domenico Del Rio e apparse su /.(/ Repubblica di sabato scorso 25 novembre. Anche Anderlini è un competente in materia: è stato sotiosegretario al tesoro nel primo governo Moro del 1963. e attualmente fa parte della commissione Bilancio e Programmazione. Egli vorrebbe, a quanto sembra, un'ulteriore stretta di freni rispetto aiLeggera scossa di terremoto nel Friuli TRIESTE —Dopo oltre un mese di pausa sismicaè stata registrata in Friuli una leggera scossa di terremoto. Il sommovimento, rilevato dalle apparecchiature dell'osservatorio geofisico di Borgo Grotta Gigante (Trieste), si è verificato alle ore 23.24'25" di ieri e ha avuto come epicentro la zona di confine tra Italia e Austria a Nord del monte Cavallo (Udine). le proposte contenute nella mozione Coppo, e infatti ha presentato un emendamento al fine di applicare il tetto dei 40 milioni a tutte indistintamente le retribuzioni corrisposte da enti, istituti e aziende che «godono di una qualunque forma di concorso finanziario pubblico*. Tacciamo attenzione a queste nove, succinte, perentorie parole. Esse coinvolgono non più soltanto il parastato, le aziende a partecipazione statale e quelle municipalizzale: praticamente investono tutte le imprese operanti in Italia, anche l'intera iniziativa privata che agisce tuttora nel nostro Paese, e alla quale non è estraneo un qualche tipo di concorso finanziario pubblico, o sotto la forma dei cosiddetti incentivi agli investimenti — nel Mezzoguano, per esempio — o dei credili privilegiati, o del sistema dei rimborsi, e così ancora facilmente esemplificando. La nostra economia oggi è di fatto talmente mista che lo Stato vi In' messo dovunque lo zampino. E perciò, quali effetti produrrebbe il tetto allargato dalla proposia Anderlini? Un appiattimento generale delle retribuzioni nel settore pubblico e parapubblico. non meno che in quanto ci è rimasto di settore privato. Sarebbe la tosatura dei proventi di tutti i dirigenti industriali senza considerazione alcuna per il loro livello, la loro capacità tecnica e imprenditoriale. E' una vera e propria dichiarazione di guerra alla cosiddetta meritocrazia, a scoraggiamento delle iniziative individuali. Se l'obiettivo demagogi¬ co e questo, sarà pur lecito chiedere agli incauti propugnatori de) progetto di valutare le fatali conseguenze. La prima, e più vistosa, sarebbe «la iuga dei cervelli». E" un fenomeno che negli ultimi anni si è prodotto in Gran Bretagna sono la spinta di un'iniqua pressione fiscale, e che è già in corso anche in Italia, per motivi che talvolta sono un più o meno giustificato timore di carattere politico. Se a questi veniamo adesso ad aggiungere motivi economico - retributivi niente e nessuno ci salveranno dall'emigrazione massiccia dei buoni talenti; con quali ripercussioni sulla nostra competitività rispetto all'estero è facilmente immaginabile. Il piccolo caso dei superpiloti dell'Alitalia che sono passati a compagnie straniere e ' già un campanello d'allarme. Che sia necessario diboscare la giungla retributiva non si melle in dubbio, ma bisogna slare alterni a non andare a impigliarsi nelle insidie di un'altra, quella giungla legislativa che c ancora più pericolosa. Una legge mal fatta si paga a caro prezzo, come ormai l'esperienza ci dovrebbe avere insegnalo. Ma qui sembra che non si voglia imparare mai nulla, nonostante le prove ripetute' deniagogicamente si vuole dare un altro colpo alla tanto vituperata meritocrazia, ma non si vede bene quale altro migliore criterio si intenda sostituirvi. Attenzione, attenzione: il merito mortificato si vendica sempre, più o meno presto, magari con la fuga non appena è possibile. ' V|.lorlo Gorresio

Persone citate: Anderlini, Dionigi Coppo, Domenico Del Rio, Giuseppe Arcaini, Gorresio, Luigi Anderlini, Sonato