Sarà obbligatorio vedere «Tribuna politica»?

Sarà obbligatorio vedere «Tribuna politica»? L'incredibile proposta del deputato comunista Trombadori alla Commissione Tv Sarà obbligatorio vedere «Tribuna politica»? L'onorevole Trombadori. comunista, oltre che per le sue capacità politiche, finora era conosciuto anche come poeta: si dilettava scrivendo sonetti in dialetto romanesco — un Trilussa minore — con quel pizzico di spregiudicatezza anche in materia di sesso, che faceva sorridere i suoi lettori, contribuendo (assieme al Fortebraccio dei tempi d'oro) a sfatare l'immagine dei comunisti troppo bacchettoni e codini. Si è saputo ora che proprio Trombadori ha intenzione di presentare alla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai-tv una proposta di questo genere: trasmettere Tribuna politica contemporaneamente sulle due reti televisive. Non conosciamo le ragioni dell'iniziativa di Antonello Trombadori: se pensa che questo sia l'unico modo di rendere partecipe la popolazione alle discussioni televisive dei politici; se vuole obbligare tutti alla noia; se ritiene necessario favorire le televisioni private o straniere (sulle quali si riverserebbero i telespettatori che non sentono troppo interesse per Tribuna politica): se vuole rilanciare i cinematografi in crisi. Oppure se — rileggendo un vecchio libro di Orwell, « 1984» — gli è venuta l'idea che l'unico modo di ((governare» il Paese è di imporgli programmi radio e televisivi senza possibilità ufficiali di alternative. L'on Trombadori — sembra — ha trovato alleati nel¬ la sua incredibile proposta il radicale Pannella, il repubblicano Bogi e il missino Pisano. Su Pisano non discutiamo; Pannella è abituato ai digiuni e forse per sadismo vuole imporre agli italiani un digiuno televisi- vo (o una indigestione): ma il repubblicano, come può essere d'accordo? Ancor più incredibile è che a opporsi al progetto di Trombadori sembra sia stato soltanto il rappresentante democristiano. Se ne vedono davvero di tutti i colori, in Italia. Ci sembra inutile ricordare all'on. Trombadori — e a chi ne appoggia la proposta — che gli italiani per la tv pagano un canone; che uno deve almeno avere il diritto di scegliere, visto che per ora i canali sono due. Non è neppure il caso, speriamo, di scrivere che per dimostrare il proprio eventuale interesse alla politica non è necessario che i cittadini siano obbligati a vedersela in televisione, «tutti assieme e contemporaneamente». Ci .sembrano osservazioni talmente ovvie che Trombadori & C. non possono averle trascurate. L'ipotesi più probabile, allora, è che non si tratti di una proposta seria. Forse è come uno dei sonetti trilussiani che Trombadori scrive a tempo perso. Una battuta ■di spirito. Peccato che non l'abbia condita con un po' di sesso, come sembra fac-. eia abitualmente: sarebbe stata più divertente. Alme-' no avrebbe fatto sorridere.

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