L'Enel spiega perché il black-out maltempo, incidenti e superconsumo di Bruno Ghibaudi
L'Enel spiega perché il black-out maltempo, incidenti e superconsumo Mezza Italia al buio (ed al freddo) per una ventina di minuti L'Enel spiega perché il black-out maltempo, incidenti e superconsumo Ma i sindacati sono critici: «Bisogna rilanciare subito il piano energetico globale, altrimenti accadrà di peggio» - Sono lievi i danni per l'interruzione di corrente elettrica ROMA — Per i dirigenti dell'Enel la causa del black-out che nel tardo pomeriggio dell'altro ieri ha lasciato al buio mezza Italia centromeridionale per più di venti minuti deve essere attribuita innanzitutto alla singolare concomitanza di molte circostanze eccezionali. « Verso le 15 di martedì 28 il prelievo di energia elettrica ha incominciato a salire — mi ha spiegato l'ing. Camillo Brasioli, direttore centrale della produzione e trasmissione dell'Enel — e in breve tempo è arrivato a circa 25 milioni e 300 mila kilowatt. toccando la punta più alta registrata dal 1963 ad oggi. Secondo le previsioni, in questo periodo il prelievo massimo non avrebbe dovuto superare i 24 milioni di kw». Il funzionario prosegue: «Proprio in quello stesso momento, per cause banali due gruppi della centrale di La Spezia andavano fuori servizio. Un gruppo da 300 mila kw si bloccava per un corto circuito al trasformatore dal quale si preleva l'alimentazio¬ ne per le apparecchiature di protezione e di misura dello stesso gruppo. Dopo circa mezz'ora anche un gruppo da 640 mila kw si bloccava per l'intasamento del mulino macina carbone. In poco tempo sono venuti cosi a mancare 940 mila kio, cioè una disponibilità pari alla riserva necessaria per tranquillità di servizio. Dalle 16 in poi tutta la rete nazionale è quindi rimasta senza riserva». Alle 17,50 altra beffa, in questo caso del maltempo. Per una causa ancora imprecisata (fulmine, colpo di vento o altro) le linee a 380 mila volt che collegano le centrali termoelettriche di Brindisi e di Rossano (Calabria) sono rimaste staccate dalla rete nazionale in un punto tra Santa Sofia (a nord di Napoli) e Montecorvino. Lo stacco ha messo fuori servizio due gruppi a Brindisi e uno a Rossano, impoverendo la disponibilità di un altro milione di kw. «Da quel momento tutta la rete è entrata in collasso — continua l'ing. Brasioli —. Al centro controllo di Roma si sono immediatamente accorti che la tensione, dopo essere precipitata da 380 mila volt a 330 mila, continuava a scendere. Per evitare guai maggiori e più estesi è stato quindi necessario interrompere l'erogazione a Roma, Firenze e Napoli, per un totale di oltre due milioni di kw, in modo da consentire di riprendersi alle centrali ancora rimaste in servizio. Poi, gradualmente, abbiamo incominciato a reinserire il carico in rapporto alla potenza di cui venivamo a disporre. «Tutto si è comunque svolto secondo piani di emergenza già prestabiliti e le cui variabili scattano di volta in volta\ secondo le circostanze — ha proseguito l'ingegnere Bra-' sioli —. Il distacco avviene a rotazione, con un intervallo di circa 15 minuti. Questo tempo, che varia da zona a zona secondo le necessità, è richiesto dalle operazioni per riavviare i gruppi generatori. Al Sud. dove c'erano le cause del disservizio, la sospensione è stata più lunga, fino ad un massimo di 40 minuti». Nella stessa serata anche la centrale di La Spezia aveva ripreso a funzionare regolarmente. Danni di rilievo non ce ne sono stati. Tuttavia la gente è rimasta perplessa. Qualcuno ha avanzato addirittura l'ipotesi di una prova generale di stampo terroristico, fatta per verificare con quanta facilità si potrebbe paralizzare l'Italia, quanto sarebbe vasta la zona interessata e per quanto tempo si rimarrebbe senza energia elettrica. Fantasie, naturalmente, anche se bisogna onestamente riconoscere che queste indicazioni sono emerse lo stesso. I più tranquilli hanno invece pensato che il black out dell'altro ieri potrebbe non rimanere isolato e dare l'avvio ad un periodo, e forse non breve, turbato da altri disservizi dello stesso tipo. Ieri pomeriggio in molti negozi di Roma le candele di cera erano introvabili. In mattinata ne era stata fatta una vera e propria incetta. L'ing. Brasioli lascia capire che in questo settore stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato con indecisioni, ritardi, programmi poco chiari. Si prevedeva che la domanda d'energia salisse del 6 per cento circa; invece siamo già arrivati al 10 per cento. Molto critici i sindacalisti della Cgil. Secondo Giorgio Bucci, segretario generale del sindacato energia della Cgil, questo black out è un avvertimento di quanto potrebbe succedere a breve e lungo termine se non si rilancia subito il piano energetico globale, attualmente fermo perché l'attuale consiglio di amministrazione dell'Enel «vivacchia senza prendere alcuna iniziativa» essendo composto da membri scaduti e da altri che non possono o non vogliono assumersi responsabilità. Sullo stesso tono si è espresso anche Bottazzi, segretario nazionale della Cgil elettrici. Secondo lui la gestione Enel è stata caratterizzata dal massimo di imprevidenza, e non ha mai preso in considerazione proposte concrete, come la razionalizzazione degli usi dell'energia elettrica, integrazione di sistemi e riciclaggi, potenziamento degli impianti. Bruno Ghibaudi
Persone citate: Bottazzi, Camillo Brasioli, Giorgio Bucci, Montecorvino
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