Andreotti non convince Callaghan Londra è ancora scettica sullo Sme di Mario Ciriello

Andreotti non convince Callaghan Londra è ancora scettica sullo Sme Al centro dei colloqui i temi dell'Europa monetaria Andreotti non convince Callaghan Londra è ancora scettica sullo Sme L'Italia, dopo il vertice di Bruxelles, guarda con maggior interesse al nuovo «superserpente» - Gli inglesi non sono «ostili» ma chiedono che l'operazione slitti di qualche mese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Se l'Italia sembra vedere V« Europa monetaria» con maggior interesse, l'Inghilterra sembra ancora cauta e diffidente. E' questa l'impressione lasciata dal rapido viaggio compiuto ieri a Londra dal presidente del Consiglio Andreotti e dalle sue lunghe consultazioni con il premier laborista Callaghan. Anche l'ottimismo manifestato da Andreotti a una conferenza stampa — «Ho la precisa impressione che non vi sia qui ostilità di principio, ma che gli inglesi desiderino ansi incamminarsi su questa strada» — non ha disperso i molti dubbi sulle intenzioni britanniche. I grandi interrogativi restano. Aderiranno Roma e Londra al sistema monetario europeo? E vi aderirà Roma se non vi aderirà Londra? Sia Andreotti sia Callaghan non possono separare il «serpente» dalle loro difficoltà politiche interne: e questo comune assillo, più la comune •debolezza economica», ha spinto senza dubbio i due statisti verso quella che, con parola forse eccessiva, il Financial Times ha chiamato 'alleanza». Ieri. Andreotti ha esortato Callaghan a non sottovalutare l'esito della riunione, a Bruxelles, dei ministri delle Finanze, dove si è concessa all'Italia una fluttuazione del 6 per cento invece del 2,50: e, a quanto pare, lo ha esortato pure a tener conto della possibilità di agire congiuntamente nel tentativo di ottenere le riforme comunitarie desiderate da Roma e da Londra. Ma è un'«alleanza» che ha i suoi limiti. Anche dopo questo vertice anglo-italiano, gli osservatori britannici restano del parere che. assai difficilmente, Londra s'impegnerà ad osservare tutti gli obblighi di un nuovo • superserpente» se questo disegno sarà veramente attuato a partire dal 1* gennaio. E probabilmente non vi parteciperebbe neppure se vi partecipasse l'Italia. Ma ciò non chiude ogni possibilità di compromesso, almeno secondo gli inglesi, i quali in realtà vorrebbero un rinvio collettivo dell'intera operazione a dopo le elezioni generali, in primavera o in autunno. Si sono discusse dunque varie formule, varie ipotesi, sia nei due lunghi tète-à-tète An dreotti-Callaghan al numero 10 di Downing Street, sia nei colloqui di Pandolfi e di Baffi con i colleghi britannici, e con altri ministri ed esperti. Lo Sme (Ems, per gli inglesi, European Monetary System) ha dominato le consultazioni, ma non le ha monopolizzate: si è esaminata l'intera scena europea, e Andreotti ha riferito le impressioni e informazioni raccolte durante il suo viaggio in quattro Paesi arabi. Al Lunch, pure in Downing Street, con la partecipazione di personalità del mondo politico e finanziario, i due brindisi di rito hanno offerto qualche interessante indicazione. Non tanto quello di Callaghan (il quale, cautissimo. ha lodato i progressi della Comunità europea, ma non ha menzionato lo Sme) bensì quello di Andreotti. che è un auspicio di maggior comprensione e collaborazione fra la Cee e tutte le sue parti. Il presidente del Consiglio (il quale ha ammesso che in Italia -la solidarietà delle forze politiche sembra attenuarsi») ha dichiarato che il vertice aveva il compito «di individuare il confine tra le ragioni tecniche invalicabili e le finalità politiche di fondo». Bisogna superare le 'difficoltà tecniche» per «non indebolire la coesione politica comunitaria». Indi: «L'uscita, in passato, dal vecchio "serpente" fu considerata fatto tecnico e non provocò danni. Guai però se l'impostazione data dal Consiglio europeo a Brema dovesse subire la stessa sorte del "serpente", perché questo si che sarebbe grave fatto politico». In altre parole. Germania e Francia vadano in¬ contro all'Italia e all'Inghilterra. E infine: 'Non si poteva parlare di una Comunità europea vera e propria fino a quando la Gran Bretagna non entrò a farne parte. Oggi pertanto è nostro voto che si arrivi a uno sviluppo che includa non alcuni ma tutti i Paesi della Comunità». Ancora pochi giorni e si saprà se, e co¬ me, questo voto si realizzerà Andreotti diceva ieri ai giornalisti: 'Dopo le ultime decisioni a Bruxelles, siamo venuti qui in condizioni di spirito più tonificate». Ma non sembra « roni/icato» lo spirito inglese. La lunga suspense finirà tra il 4 e 5 dicembre al vertice comunitario di Bruxelles. Mario Ciriello Londra. Il premier Callaghan riceve il presidente Andreotti al numero 10 di Downing Street (Tel.)'