Maturità vendute al "Correnti" Avvisi anche in provveditorato

Maturità vendute al "Correnti" Avvisi anche in provveditorato Milano: pare che l'inchiesta sia solo agli inizi Maturità vendute al "Correnti" Avvisi anche in provveditorato DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MILANO — Proseguono le indagini sullo scandalo al «Cesare Correnti», l'istituto professionale dove sono stati ripetuti, in autunno, gli esami perché alcuni commissari avevano venduto nella sessione estiva i diplomi. Dopo l'arresto dei professori Vittorio Lambri e Bianca Maria Roncaglia, l'invio di una comunicazione giudiziaria alla professoressa Agnese Ursic e l'emissione di un mandato di cattura nei confronti del prof. Stefano Bocchiotti, latitante, il giudice istruttore, dott. Apicella. ha inviato altre comunicazioni giudiziarie: •Non posso precisare quante sono — ha detto il magistrato — ma posso solo dire che alcune riguardano persone con un grado abbastanza elevato ne.1 Provveditorato agli studi di Milano e altri individui del mondo della scuola, e preciso che come scuola non intendo riferirmi all'istituto sotto inchiesta, ma uso questo termine in senso lato. Altro non posso aggiungere'. Non è stato possibile accertare gli eventuali reati ipotizzati: pare comunque che si tratti ancora di concussione. Lo scandalo al «Cesare Correnti» è iniziato la mattina del primo agosto con l'arresto dei professóri Roncaglia e Lambri. La donna aveva nella borsetta seicentomila lire datele poco prima dal preside padovano Roberto Bedeschi, per ottenere tre promozioni. Quando si erano trovati di fronte i carabinieri, i due commissari non avevano avuto nessuna reazione. Solo Bianca Maria Roncaglia aveva tentato una giustificazione affermando: -Sono soldi che ho preso stamane in banca. Devo andare in ferie e mi servono per il viaggio». Ma di fronte ai numeri di serie preventivamente presi dagli uomini del nucleo investigativo, non seppe trovare parole convincenti. L'arresto dei due aveva avuto ovviamente un antefatto, esattamente durante gli scritti. Il prof. Vittorio Lambri, insegnante di odontotecnica, aveva parlato con il preside padovano facendogli notare la «scarsa preparazione» dei suoi allievi. «Certo — aveva aggiunto Lambri — a tutto c'è un rimedio. Messo milione a testa e la promozione è sicura». Il preside Bedeschi aveva parlato con i suoi allievi e insieme avevano deciso di respingere l'offerta e denunciare la cosa ai carabinieri; intanto Vittorio Lambri. dopo un ripensamento, aveva fatto sapere di essere disposto ad abbassare le pretese: non più mezzo milione, ma duecentomila lire. I carabinieri consigliarono il preside e gli allievi di fingere di stare al gioco, riservandosi di intervenire al momento opportuno. E quel momento fu appunto il primo agosto. Iniziò subito l'inchiesta giudiziaria e parallelamente quella del provveditore agli studi, Vincenzo Tortoreto e dell'ispettore ministeriale, Eugenio Bertorelle. La prof. Roncaglia, durante i primi interrogatori, disse: «Nel giro ci sono altre persone». Saltarono fuori i nomi della professoressa Agnese Ursic e del prof. Stefano Bocchiotti, fino a quel momento considerato un insegnante fuori da ogni sospetto (è docente di tecnica farmaceutica all'Università di Genova). L'inchiesta giudiziaria avrebbe accertato l'esistenza di una vera e propria organizzazione ramificata in tutta Italia. Non sono pertanto da escludersi clamorosi colpi di scena anche se il dott. Apicella ha tenuto a precisare: «Per il momento, nonostante qualcuno lo abbia affermato, né io né il p.m. abbiamo emesso comunicazioni giudiziarie nell'ambito del ministero, anche se nel corso dell'inchiesta questo non può essere escluso». Gino Mazzolili

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