"La tregua è finita,, di Francesco Santini

"La tregua è finita,, "La tregua è finita,, DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — Lama. Macario e Benvenuto, tutti e tre insieme, a Napoli, per lo sciopero nel Mezzogiorno, in piazza Plebiscito, gremita di folla e di bandiere, a ripetere che il Meridione diventa per il governo Andreotti un banco di prova difficile e urgente. I capi del sindacato riconfermano la linea dell'Eur e. nel sole di Napoli, la folla è in delirio. Ad applaudire sono forse in 70 mila. «Unità, unità», gridano e. quando l'attacco al governo si fa serrato, risuonano i tamburi e gli ottoni. Il teina drammatico del Sud si trasforma per Andreotti in una mina vagante. Benvenuto dice che questa di Napoli «è la riscossa del sindacato sui temi del Messogiorno». Arrivano quelli della Sofer di Pozzuoli, si allineano accanto al labaro di Prigento e Benvenuto assicura: «La crisi di governo non si fa né su Donat-Cattin né sul pubblico impiego, né sui patti agrari. Andreotti però stia attento: può cadere sul Mezzogiorno». Ora la piazza è piena. Nell'entusiasmo, i sindacalisti dicono: «Siamo in centomila-. Si comincia. Dinanzi alla reggia, uno striscione gigante- sco: «Andreotti. è meglio che 10 sai. il governo si fa con gli operai». I tamburi di latta sono percossi a ritmo lento: entra una cassa, dentro un fantoccio. «Hanno fatto 'o tauto (la bara) per Andreotti». esclama Silano Ridi della Camera del lavoro. Sono stati in pena, sino all'ultimo, i sindacalisti di Napoli e della Campania. Temevano di non riuscire a riempire piazza Plebiscito. Invece, una folla immensa, da tutte le fabbriche, da tutta la regione, s'è riversata nel centro di Napoli. Forse non molti erano i disoccupati, i giovani. E' tra queste fasce che il sindacato registra le difficoltà più robuste nel Meridione e. quando, sul finire. Lama stava per concludere, s'è avuto un attimo di incertezza. La folla ondeggia. Un gruppo di disoccupati della lista «Banchi nuovi» legati a una pattuglia della «Autonomia operaia» avrebbero voluto raggiungere 11 palco. Sono stati fermati e respinti in direzione di piazza San Ferdinando. Un paio di cariche del servizio d'ordine, qualche colpo. Una ragazza che cade a terra e le ultime file che sembrano impazzire. Qualcuno dice di aver udito un colpo di pistola. Molti scappano, altri si trattengono. La polizia ferma un giovane di Salerno, legato a Democrazia proletaria. Lo rilascerà in serata. Calci e pugni del servizio d'ordine per un gruppetto dell'Autonomia. Tutto si ricompone, la calma ritorna quando Lama riprende con maggior vigore: «La linea dell'Eur non è morta e chi dice che sia cosi, dovrà ricredersi: le nostre difficoltà —afferma — non incideranno sulla volontà di risolvere i problemi del Mezzogiorno». Sulla piazza, e gli oratori lo ricordano, aleggia la sconfitta della Calabria e della marcia dei 30 mila su Roma di fine ottobre. Poi l'attacco al governo, che non s'è presentato in aula, l'altro giorno, quando il «caso Napoli» ha superato gli ingressi di Montecitorio. Infine, è stato Benvenuto, durissimo, a sferrare un attacco contro il ministro per il Mezzogiorno: «Passiamo il nostro tempo — ha detto — in incontri estenuanti con il governo ma né io. né Macario, né La- jd! ' i Ima. che rappresentiamo i la- rorufori, abbiamo, sino ad og-gi. mai visto questo ineffabile ministro Cassa discutere con noi». «La tregua è finita —ha gri dato Macario — ta lotta è intensificata. Nord e Sud. uniti — ha aggiunto —per impedire che i contratti si chiudano senza che sia concluso il contratto più importante, quello del Mezzogiorno». Macario incalza: «incontreremo il governo soltanto quando avrà risultati chiari da sottoporci». Poi lancia un'ipotesi: «Lo .sciope- Francesco Santini (Continua a pagina 2 in quarta colonna)