I docenti del Politecnico: "Senza i coadiutori andiamo in rovina"

I docenti del Politecnico: "Senza i coadiutori andiamo in rovina" Amara assemblea sul nuovo decreto del ministero I docenti del Politecnico: "Senza i coadiutori andiamo in rovina" Gli "esperti esterni,, non sono più ammessi (a meno di modifiche alla recente normativa) Rappresentano una forza di 355 unità su 415 professori di ruolo e sono giudicati indispensabili per guidare le esercitazioni in laboratorio; e anche per gli esami e i seminari di studio Il decreto del ministero (no ai collaboratori esterni e al doppio incarico) sul personale universitario è stato discusso ieri mattina nell'assemblea di docenti, non docenti e studenti svoltasi al Politecnico. L'attività didattica era stata sospesa dal rettore Rigamonti per consentire a tutti di partecipare. Al termine, tre commissioni hanno dato inizio a uno studio delle proposte alternative. Quali le principali accuse? Spiega il preside di ingegneria, professor Burdese: -Noi temiamo che il decreto allontani la vera riforma. Un grosso guaio che rischia di paralizzare didattica e ricerca-. Perché .di fatto impedisce subito l'immissione di nuove leve, l'apporto di coadiutori esterni e il doppio incarico. In particolare ingegneria subirebbe un danno enorme. Su oltre 5 mila iscritti i docenti sono 330, ma altri 260 sono collaboratori laureati che si dedicano alle esercitazioni. Ci obbligano a rinunciarvi, sebbene costino poco (circa 3 mila lire lorde all'ora) e ci consentano di restare collegati con l'evoluzione industriale-. Il professor Zich riassume cosi 1 guai dell'Istituto di Elettronica e Telecomunicazioni, bloccato da alcuni giorni per protesta: -Su 6500 ore di insegnamento all'anno, 2 mila sono state fatte dai coadiutori. Du noi gravitano oltre 1200 studenti che usufruiscono della competenza professionale di questi esterni. Si tratta di specialisti che lavorano in enti pubblici ed industrie a continuo contatto con la ricerca. Gente che non può rappresentare una nuova sacca di precari da sistemare in futuro-. Il professor Zich. come la maggioranza dei suoi colleghi, vorrebbe che la riforma prevedesse una figura di docente con compito esclusivamente accademico, ma anche docente a tempo parziale. Dello stesso parere è il professor Rossetti dell'Istituto di Scienze delle Costruzioni: .Da noi gravitano 1200 studenti che seguono la specializzazione in Ingegneria civile. Il 20 per cento delle ore riservate alla didattica ed alle esercitazioni è dato dai coadiutori estemi: un collegamento indispensabile con il mondo della produzione. Tutti dipendenti del settore edilizio pubblico o privato, portano i nostri giovani a contatto, ad esempio, con i cantieri e con le industrie del prefabbricato-. Il professor Ciuffi dell'Istituto Costruzioni di Macchine ha le mani nei capelli: «Siamo costretti a cambiare tipo di didattica per i 700 studenti interessati, con l'esclusione dei dieci collaboratori. Faccio un esempio: i giovani devono presentare due progetti annuali con calcoli, disegni, relazioni. Sema un appor¬ to esterno, i progetti saranno soltanto un compitino teorico.. Il professor Inghilleri dell'Istituto di Topografia è altrettanto polemico: 'Sono per l'efficienza. Anni fa si era fatto uno studio dal quale si deduceva che se tutti lavorassero mediamente 12-14 ore la settimana non ci sarebbero problemi di personale. Tuttavia ritengo utile la presenza di esterni, purché siano esperti ed abbiano un posto fisso di lavoro. Vedrei bene il full-time per gli accademici ed i contratti a termine, come si fa negli Stati Uniti per gli esercitatori'. A Tecnologia Meccanica si tengono 15 insegnamenti, 750 ore annuali di lezione e 3 mila di esercitazioni, per 2400 studenti. Sono compresi anche i corsi di disegno che richiedono una ventina di coadiutori. Dice il profes¬ sor Mlcheletti: «Perdere gli esterni significa rinunciare al contributo dell'esperienza industriale. Nel nostro istituto si fanno parecchie esercitazioni con macchine utensili. Occorre spiegare il disegno, interpretarlo e far eseguire il "pezzo". Un vero problema, se non ci sarà più un controllo adeguato'. Anche Architettura soffre per la preclusione ai collaboratori. Gli studenti in dieci anni sono passati da 500 a 5 mila. Ci sono 85 docenti di ruolo ed incaricati, circa 80 contrattisti e 95 coadiutori laureati. Questi ultimi, in base al decreto ministeriale, devono andarsene. Dice il preside professor Roggero: .fischiamo la paralisi.. Ma i coadiutori non si arrendono: un gruppo ha presentato un esposto al pretore del lavoro. Giorgio Ceresa afferma: «Nel '77-78 ho seguito a Programmazione Territoriale lezioni, seminari, esami: 12-15 ore di lavoro la settimana pagate 300-400 mila lire-. Incalza Laura Castagno: «All'Istituto di Tecnologia ho lavorato tre anni, passando 20 ore la settimana in facoltà, ma me ne hanno sempre pagate soltanto otto a 2500 lire nette-. Valerio Passoni, coadiutore a Scienza dei Sistemi: ./ nostri 500 studenti devono presentare circa 12 elaborati a testa ogni anno. Restano con un docente e 4 assistenti, adesso die mandano via i 3 coadiutori. Io ho lavorato almeno due pomeriggi la settimana in facoltà, ho scritto per le edizioni del Politecnico, ma tutto questo exndentemente non conta-. Maria Valabrega L'assemblea degli studenti nell'aula magna del Politecnico

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