Convulse iniziative per sbloccare il negoziato per il Medie Oriente di Ennio CarettoGiorgio Romano

Convulse iniziative per sbloccare il negoziato per il Medie Oriente Arriva oggi a Washington il vice-presidente egiziano Mubarak Convulse iniziative per sbloccare il negoziato per il Medie Oriente NEW YORK — Il destino del trattato di pace israelo-egiziano si decide oggi a Washington e a Gerusalemme. A Washington il presidente Carter e il segretario di Stato Vance riceveranno il vicepresidente egiziano Mubarak. partito ieri dal Cairo. A Gerusalemme si riunirà il governo israeliano, che ha atteso l'arrivo del ministro degli Esteri Dayan, partito ieri da New York. Sul tappeto, in entrambe le capitali, c'è la bozza di lettera di intenti preparata dagli americani, che lega il trattato di pace alla soluzione del problema palestinese. Se egiziani ed israeliani l'accetteranno, il trattato di pace verrà concluso rapidamente. Se gli uni o gli altri la rifiuteranno, la rottura sarà inevitabile e nel Medio Oriente si aprirà una nuova, grave crisi. Ieri sera, alla televisione, Carter ha detto di non sapere cosa accadrà. Il presidente ha lamentato che Israele ed Egitto «si stiano perdendo in assurdi particolari tecnici e legali, ignorando il corso della storia-. Gli ostacoli maggiori alla firma del trattato sono stati posti dal presidente egiziano. Sadat. Parlando al Cairo, egli ha asserito che «i negoziati sono ad una svolta- e che «se Israele respingerà le nostre proposte, il mondo intero lo riterrà responsabile del loro fal- limento». «Siamo decisi a trovare una soluzione pacifica a tutti i problemi — ha aggiunto — ma non sacrificheremo mai i nostri principi-. Poiché il presidente egiziano ha inviato Mubarak a Washington con un messaggio personale per Carter, si pensa che esso contempli alcune modifiche alla bozza di lettera d'intenti americana. Una iniziativa del genere non sarebbe bene accetta da parte israeliana. Dayan, che nella notte tra sabato e domenica ha collaborato con Vance alla stesura della bozza, ha sostenuto che «essa rappresenta l'unico compromesso possibile». Partendo da New York, ha detto alla radio che «l'autonomia palestinese <* stata una nostra idea. Ma se l Egitto vuole inserire nel trattato di pace date di nostri ritiri, di elezioni e via di seguito — ha proseguito — noi non firmeremo più il trattato». Dai frammenti di dichiarazioni, polemiche e minacce di questi giorni è cosi emerso un quadro abbastanza preciso della situazione. Sadat vuole, in sostanza, che nel negoziato di Washington si indichi come e quando la Cisgiordania e Gaza diverranno indipendenti, e come e quando sarà scelto un consiglio dei ministri palestinese (avrebbe posto anche una scadenza: nove mesi dalla conclusione del trattato di pace). La bozza americana scorpora, invece, dal trattato medesimo la questione della Palestina e stabi-, lisce un generico impegno delle due parti a risolvere la trattativa con inizio quasi immediato. Tra Egitto e Israele c'è ormai molta diffidenza, e dopo la decisione israeliana di espandere gli insediamenti in Cisgiordania qualsiasi mossa è guardata con sospetto. L'unico dato confortante, in questo panorama, è la volontà delle delegazioni di continuare ad incontrarsi. Il ministro della Difesa egiziano. Ali, e quello israeliano, Weizman, sono rimasti a Washington per non interrompere i lavori. Il segretario di Stato Vance, più che il presidente Carter, non dispera che la svolta di cui parla Sadat risulti, in ultima analisi, positiva. Ma la partenza da Washington, l'altro ieri, del ministro degli Esteri egiziano Ghali, e di Dayan ieri, hanno accentuato l'atmosfera di crisi. Alla televisione, lunedi Carter è apparso profondamente irritato. Il trattato dì pace israelo-egiziano è stato l'argomento principale dei colloqui di ieri con 11 re del Marocco, Hassan, negli Stati Uniti da lunedi per una visita ufaciale di quattro giorni. Insieme con Hussein di Giordania e con Khaled dell'Arabia Saudita, Hassan è uno dei pochi leaders medio-orientali ad approvare i negoziati di Washington. Carter lo ha elogiato per il suo «coraggio e spirito di pacenel discorso di benvenuto. «Lo so che il vostro benevolo apporto — ha aggiunto —contribuirà a farci raggiungere il successo nel futuro». Ennio Caretto A pag. 15: «Per Dayan nulla impedisce che i negoziati continuino», di Giorgio Romano.