Gonzalez: siamo forza di governo di Frane Barbieri

Gonzalez: siamo forza di governo Gonzalez: siamo forza di governo (Segue dalla 1 ' pagina) tive. Se no restiamo alla "democrazia con la muleta" che per molti anni stava convertendo la politica spagnola in una politica rarefatta di patti contro natura. Dobbiamo rompere con questa logica e aprire finalmente una dinamica democratica». Dunque, niente più patto della Moncloa numero due? «Niente più patti. Secondo noi si deve andare alle elezioni generali subito dopo la Costituzione. In queste elezioni noi ci giochiamo il consolidamento della democrazia con una impronta progressista o con una impronta conservatrice. Soltanto le elezioni possono indicare in quale direzione devono essere sviluppate le leggi costituzionali, il processo autonomistico (forse la' maggiore sfida storica della Spagna). Nei prossimi anni la Spagna deve definirsi internazionalmente, cosa che tuttora nemmeno accenna a fare. Dobbiamo decidere l'orientamento dell'uscita dalla crisi economica: a destra, esagerando la lotta contro l'inflazione, o a sinistra, dando la priorità alla lotta per l'occupazione. Per tutto questo sono necessarie le elezioni». Domandiamo: Lei non condivide l'opinione espressa dall'esponente del pce Lobato secondo cui la Spagna correrebbe un grave pericolo formando un governo di sinistra? «Credo che non ci sia alcun pericolo reale. Ci sarebbe un aumento di tensione in certi settori molto reazionari, non più troppo pericolosi. Oggi il partito socialista garantisce meglio di qualunque altro l'unità dello Stato spagnolo nel rispetto delle autonomie. Siamo il partito che ha la sua rappresentanza maggioritaria nel paese basco e nella Catalogna, mentre lo stesso partito di governo ha una scarsissima o nulla rappresentanza in queste parti conflittuali del Paese, agitate dalla tensione autonomistica. Pertanto il problema dell'unità dello Stato, che preoccupa certi settori delle forze armate, trova una risposta più omogenea nella struttura solidale del partito socialista che non nella fragile struttura che la destra oggi può offrire nelle regioni più "calde" del Paese». Obiettiamo: Se non regisce l'esercito, potrebbe verificarsi un contraccolpo negli ambienti economici. «Possiamo evitarlo. Il compito fondamentale in questo momento è quello del superamento della crisi. Lo si può conseguire soltanto con riforme molto prudenti. Qualsiasi riforma brutale potrebbe produrre una caduta degli investimenti, più forte dell'attuale. Questo non vogliamo rischiare in un Paese con l'85 per cento di settore privato e il 15 per cento di settore pubblico. Perciò non esiste, fra noi socialisti, una tentazione di provocare la fuga dei capitali e il conseguente affondamento dell'economia». Osserviamo: C'è un terso pericolo, il quale secondo Carrillo esige una situazione d'emergenza, il terrorismo. «Temo che dal punto di vista di Carrillo l'emergenza si potrebbe prolungare per decenni, in quanto solo una tale situazione gli conferisce una posizione di privilegio non corrispondente alla sua reale forza elettorale. A un popolo che ha saputo dare una risposta straordinaria, pacifica e sensata alla sfida della trasformazione di una dittatura nella democrazia, penso che non si possa parlare con i termini catastrofici che si richiamano al possibile avvento di un Pinochet in Spagna». Carrillo, però, oggi sospetta che si prepari un matrimonio governativo fra Suarez e Gonzalez. «Prima ce lo consigliava, oggi ci sospetta. Ad ogni modo è una ipotesi avventata o poco realizzabile. Anzi, voglio rovesciare la questione e dico che noi abbiamo posto a Carrillo una domanda molto sem¬ plice: l'offerta di collaborazione e di cooperazione che il partito comunista fa al governo di Suarez, alla destra di questo paese, è disposto il pce a mantenerla nei confronti di un partito socialista che sia la prima forza politica del paese dopo le elezioni? La domanda non può essere più chiara. La risposta finora non arriva». Vediamo il psoe pronto per il governo. Ma con chi intende governare? «Per il momento diciamo di essere una alternativa di governo. Comunque, in questa prospettiva chiediamo una risposta definitiva anche ai comunisti. Trovandoci ad essere il primo partito del paese, saremo nelle condizioni di negoziare a livello parlamentare, questo devo sottolinearlo, un programma di recupero economico capace di amalgamare tutte le forze della sinistra. Nello stesso tempo dovremo negoziare anche con altre forze interessate al recupero economico e al rafforzamento delle istituzioni democratiche, forze appartenenti al partito centrista e alla destra moderata. Parlo di un governo psoe-centro e non di un governo tra il psoe e il partito di Suarez. che non è la stessa cosa. A questo progetto politico Carrillo non dà una risposta concreta. Sembra più interessato a mantenere il ponte di comunicazione con la destra di Suarez, tentando di isolare noi socialisti*. Si dice sempre più spesso che Carrillo cerca di applicare in Spagna il concetto del compromesso storico escogitato dal pc italiano. Cosa ne pensa Gonzalez? «Penso che sia esatto. In un certo senso si tratta di mancanza di immaginazione politica. Da alcuni anni Berlinguer rappresenta un modello per Carrillo. Egli sperava prima delle elezioni che anche qui si potessero cristallizzare i rapporti in seno alla sinistra rendendoli simili a quelli italiani.». Terminiamo: Gonzalez, se andrà al governo, andrà da marxista ono? Gonzalez risponde: «Credo che un partito socialista non si definisca per il semplice fatto di chiamarsi marxista. Il marxismo non può essere preso come un concetto definitivo di tutto quello che il socialismo oggi suppone e comporta. Marx ha dato un grande apporto alla metodologia e allo studio economico. Lascia però una serie di lacune tremende, anzitutto nella sua fragile teoria dello Stato sconfessata oggi dalla realtà occidentale e anzitutto da quella orientale. Per qualificare un progetto come socialista o non socialista non si può usare il parametro se sia o no marxista. Si deve dire se è socialista o non è socialista. E per socialista io intendo l'approfondimento del concetto della democrazia in tutte le direzioni». I Lasciamo Gonzalez nel suo stanzino, improvvisato a ufficio del segretario che si è trovato fra le mani il più grosso partito di Spagna. Frane Barbieri

Luoghi citati: Catalogna, Spagna