Ora vogliono dimenticare di Tito Sansa

Ora vogliono dimenticare I TEDESCHI ALL'ANNIVERSARIO DEL CRIMINE Ora vogliono dimenticare Le autorità politiche e religiose ricordano con parole di esecrazione e rimorso quella che il primo presidente della Repubblica federale definì «una vergogna collettiva del popolo tedesco» - Ma la Germania non ufficiale pensa si debba smettere di rivangare il passato BONN — // vescovo di Muenster, Heinrich Tenhumberg, in occasione dell'anniversario della «notte dei cristalli», che segnò l'inizio dello sterminio di milioni di ebrei ha scritto in una lettera pastorale: «Ci vergogniamo che le chiese e i singoli cristiani allora non gridarono più forte e non aiutarono». La Chiesa evangelica recita il mea culpa per sé e per i tedeschi: «Ci accusiamo. Tutto il nostro popolo non ha riconosciuto (o lo ha fatto troppo tardi) questo crimine di dimensioni storiche mondiali: è stato spettatore, in parte in timoroso silenzio, in parte con spaventosa indifferenza, spesso perfino mostrando aperta approvazione». / quotidiani già da giorni rievocano la notte terribile. Basta aprire la televisione per vedere, un po' su tutti i programmi croci uncinate e stelle di Davide, masse di tedeschi che salutano con il braccio teso, e per udire la voce roca di Hitler, le marce e le grida esultanti delle folle. Innumerevoli sono in tutto il Paese le iniziative prese dai partiti politici dalle chiese, dai sindacati, dai circoli culturali per ricordare la «notte dei cristalli» per (come dice l'autore di un documentario televisivo) «smuovere i giovani dall'apatia politica ed etica e dalla loro incapacità di condolersi»; deposizioni di corone sui luoghi ove bruciarono le sinagoghe, celebrazioni religiose ecumeniche, manifesti invitanti alla tolleranza, discorsi di uomini politici di storici e di prelati. Tutta la Germania — quella ufficiale — sembra avere anticipato a questa settimana la festa religiosa della «penitenza e della preghiera» fissata dal calendario per mercoledì 22 novembre, giorno di vacanza in tutto il Paese. Non si ammette, come disse il primo presidente della Repubblica Tneodor Heuss, una «colpa collettiva» del popolo tedesco, ma una «vergogna collettiva». La Germania non ufficiale, quella formata da milioni di cittadini, sembra pensarla diversamente. Esistono da sempre, e si rinnovano in continuazione, forti gruppi di opinione che pensano sia venuta l'ora di smetterla di rivangare il passato e di mettervi una pietra sopra. Proprio in questi giorni è scoppiata una vivace polemica interpartitica circa i processi ai criminali di guerra nazisti i cui reati dovrebbero cadere in ' prescrizione alla fine dell'anno prossimo. Al socialdemocratico Herbert Wehner. che propone di abrogare la prescrizione (in modo che i massacratori degli ebrei possano venir processati anche dopo il primo gennaio 1980) si oppongono gli alleati di governo liberali e i democristiani. E dalle lettere che giungono ai giornali trapela che l'uomo della strada la pensa come questi ultimi Ma vi è addirittura chi vorrebbe tirare un frego sui crimini nazisti, non solo quelli da processare ma anche quelli giàyerseguiti penalmente. Attraverso il settimanale neonazista National Zeitung (che vende più di 50 mila copie) 250personalità della cultura, della medicina, della magistratura chiedono che tutte le persone condannate per «delitti direttamente o indirettamente politicamente motivati» vengano amnistiate, che non ci si presti alla «propaganda antitedesca» e che «polizia e magistratura dedichino il loro prezioso tempo alla criminalità crescente». Fra i 250 firmatari dell'appello vi è l'ex intendente del Festival musicale di Bayreuth, Winifred Wagner (ni- potè di Richard Wagner), insieme con 75 primari 52 avvocati 20 professori universitari e 8 sacerdoti. L'idea primigenia dell'amnistia per i crimini di guerra è peraltro dello storico Golo Mann (figlio di Thomas Mann, vittima del nazismo) e fu appoggiata dal capo dei cristiano-sociali bavaresi Franz Josef Strauss. La prima reazione di Bonn è venuta dal deputato socialdemocratico Alfred Emmerlich: «Amnistia generale significa che. se lo si trovasse vivo, non si potrebbe processare neppure Hitler». Di questo Adolf Hitler, mentre la Germania viene bombardata da rievocazioni della «notte dei cristalli», si è scoperto che i giovani tedeschi sanno assai poco e quel poco è distorto. Lo riferisce in data 4 novembre il settimanale Das Parlament edito dalla Centrale federale per la formazione politica, foglio ufficioso d'informazioni della Camera dei deputati di Bonn, in un numero dedicato al progrom del novembre di quarant'anni fa. Uopo avere ricordato una rinascita di violenze antisemitiche (sulla base del rapporto ufficiale del servizio di difesa della Costituzione esse sono state nel 1977 ben 616), Das Parlament scrive: «Particolarmente preoccupante è che molti dei nostri concittadini non considerano "poi cosi gravi" i crimini nazisti, che "è ora di finirla" con l'ostracismo verso i nazisti e che non è giusto che "sempre solo i tedeschi" vengano messi sul banco d'accusa». «L'attuale situazione politica nel nostro Paese — cito sempre testualmente il settimanale del Parlamento dì Bonn, fonte non certo sospetta — è caratterizzata da una crescente tendenza alla minimizzazione e all'assoluzione. Ciò permette ai vecchi e ai nuovi nazisti di agire sempre più sfacciatamente in pubblico e di fare propaganda per il nazismo». Tito Sansa ' Berlino, 10 novembre 1938. Brucia il tempio israelitico

Persone citate: Adolf Hitler, Alfred Emmerlich, Franz Josef Strauss, Golo Mann, Heinrich Tenhumberg, Herbert Wehner, Hitler, Richard Wagner, Thomas Mann

Luoghi citati: Berlino, Bonn, Germania