Magistrato e due agenti assassinati Terrorista è ucciso dai suoi complici

Magistrato e due agenti assassinati Terrorista è ucciso dai suoi complici Tragica imboscata all'auto del procuratore capo di Frosinone Magistrato e due agenti assassinati Terrorista è ucciso dai suoi complici Il giudice Fedele Calvosa e la scorta freddati a raffiche di mitra -1 colpi raggiungono anche uno dei terroristi: caricato su una vettura, poco dopo è finito perché non parli - Il giovane è un ex di «Potere operaio» nato a Milano, ma residente ad Avellino - «Prima linea» e le «Formazioni combattenti comuniste» hanno rivendicato la strage DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FROSINONE — Ancora un agguato del mattino. Questa volta sono caduti, nel silenzio di una campagna dolcissima, il procuratore della Repubblica di Frosinone. Fedele Calvosa. l'autista Luciano Rossi e l'agente di scorta Giuseppe Pagliei. Tre uomini dello Stato uccisi a raffiche di mitra da un commando delle «Formazioni combattenti comuniste», morti nel chiuso di un'auto di servizio su un percorso consueto, senza riuscire ad impugnare le armi. Per uccidere i terroristi hanno usato proiettili della stessa partita adoperata il 16 marzo in via Fani contro la scorta di Aldo Moro: Fiocchi d'esportazione. G.F.L.M. 38. Un paio di chilometri più avanti, in un bosco fitto di castagni, nell'automobile dell'agguato — una Fiat 125 — è stato ritrovato il corpo di un terrorista: Roberto Capone. 24 anni, nato a Milano. Viveva ad Avellino. In passato aveva aderito a Potere operaio, poi -era finito nel nulla-, dice un ufficiale dei carabinieri. S'era iscritto alla facoltà di sociologia. Gl'inquirenti ritengono che abbia avuto rapporti a Napoli, dove frequentava l'Università, con i Nuclei armati proletari. Infine il passaggio a ..Prima linea» e. in quest'occasione, il contatto con le Formazioni comuniste combattenti». Un messaggio dei terroristi, lasciato a Frosinone. in una pizzeria, traccia del magistrato ucciso un rapido ritratto: -Fedele Calvosa. buon esecutore di ordini, ha fatto fino ad oggi quel che ha potuto. Ha coordinato e diretto, con gli uffici centrali preposti a questo scopo, le indagini e le iniziative tese a colpire i nuclei dì comunisti combattenti che da alcuni anni si sono organizzali ed hanno operato in questa zona. Ha condotto un attacco generalizzato alle lot-. te operaie, criminalizzando e perseguendo sistematicamente ogni forma di insubordinazione operaia (picchetti, scioperi, forme di organizzazione operaia autonoma). Cosciente del rischio, ha tentato di difendere la sua persona. Non gli è servito nascondersi da poco più di un mese nella sua villa di Patrica. non gli è servito raddoppiare la scorta Per ucciderlo, l'hanno atteso sulla provinciale che da Frosinone s'arrampica a Patrica, poco più di un gruppo di case d'agricoltori, abbarbicate a 450 metri d'altezza. E' su questa strada, in una traversa che la taglia ad «esse», che il procuratore della Repubblica possedeva una casa, che qui. per un pezzo di giardino che la circonda, chiamano villa. Il commando, quattro elementi — tre uomini e una donna — era stato notato poco prima dell'agguato a bordo della 125 ritrovata nel bosco. Un testimone ha detto ai carabinieri che l'automobile era ferma a qualche metro dall'incrocio dove ogni giorno la 128 della procura rallentava per immettersi sulla ..156» per Frosinone. La prima raffica di mitra è risuonata nella i valle alle 8.45. Una sventaglia- I ' ta larga, con dieci colpi piaz- i zati sulla 128. I superano il parabrezza sono netti, ravvicinati. Gli altri sfondano la lamiera del cofano, s'infilano nella parte bas- quattro che I\, sa dell'abitacolo. Riesce a scendere a terra l'autista. Luciano Rossi, 21 anni, alla procura di Frosinone da due mesi nte. Ssoltanto. Tre passi, cade nella ! tocunetta. Un colpo alla nuca, fa dire agli investigatori: -L'anno finito prima d'allontanarsi-. Gli guardano addosso. Frugano tra gli abiti: accertano che era senza pistola. zcpdqciSulla ..128» un'unica arma. | cquella dell'agente di custodia leGiuseppe Pagliei. E' ancora | g nella fondina. Non ha fatto in tempo ad estrarla. . Il busto è riverso. Le spalle Sul sedile di guida, il capo sot- to il volante. A terra una poz- za di sangue e un paio d'oc chiali. Sul sedile posteriore la posizione è identica per il cadavere del magistrato. Anche qui un paio d'occhiali. Il braccio attorno ad una cartella di cuoio marrone. Intorno, il si lenzio della folla che s'ingi gantisce e supera le transen¬ ne metalliche stese dai carabinieri. Confondono i cerchi rossi di gesso tracciati attorno ai bossoli. Un ufficiale ne conta 21. «Un mitra Parabellum calibro 9 — spiega — e una 7.65: hanno sparato in due-. Avanza un uomo anziano. Lo sorregge un ragazzo. E' il fratello del magistrato. Lo mandano indietro. Vuol vedere, tenta di andare avanti. Arriva da Latina, dove è provveditore agli studi. Scarmiglia¬ ta, una donna lo segue. 'Enrico, Enrico. — piange — fallo per me, resta qui-. Poi, rivolta al ragazzo: «Avevamo fatto tanto per tirarci su, avevamo lavorato tutta una vita: ecco una famiglia distrutta-. Volteggiano nel cielo gli elicotteri. Due Alfette lasciano il quadrivio di Patrica. Le sireFrancesco Santini (Continua a pagina 2 in nona colonna) Frosinone. Il còrpo dèi procuratore della Repubblica Fedele Calvosa riverso sul pavimento dell'automobile (Telefoto Ansa)