La «cooperativa-truffa» a Borgaro: 7 denunce
La «cooperativa-truffa» a Borgaro: 7 denunce Spariti 116 milioni; non c'è il terreno per costruire La «cooperativa-truffa» a Borgaro: 7 denunce L'esposto presentato contro gli amministratori dell'Aurora - L'ex presidente, vicesindaco si è già dimesso Si aggrava la posizione degli amministratori della cooperativa edilizia «Aurora» di Borgaro. Dopo l'esposto al pretore, presentato il 5 ottobre dal sindaco Sola per chiedere un'indagine sulla società, sette soci dell'Aurora hanno denunciato i responsabili della cooperativa accusandoli di truffa e appropriazione indebita aggravata. Si aono rivolti tramite gli avvocati Giovanni e Carlo Mussa al pretore di Ctriè, dott. Di Palma. Sotto inchiesta sono Giuseppe De Vita. 37 anni, Borgaro. via Ciriè 23 (l'ex vlcesindaco del psi dimessosi la scorsa settimana per chiarire la sua posizione); Gian Maria Ammassar!, 34 anni. Borgaro, via Norvegia 22, ex farmacista del paese (si era avvicendato con 11 De Vita alla presidenza della cooperativa): Claudio Malocchi, Milano, via Griffini (l'ultimo presidente della società che in un colloquio con due soci ammise di aver accettato l'incarico «perché gli avevano promesso un alloggio gratis»); Tommaso Stano, 49 anni. Torino, via Buriasco 20/15; Maria Luisa Alme, 23 anni. Leinl. via S. Francesco al Campo 136; Arturo Scandolera, 38 anni, Torino, via Pescara 4; Virgilio Cinquepalmi, 38 anni, Borgaro. via Norvegia 28: Antonio Mameli. 43 anni, via Boston 12; Maria Lazzaro, pure di 43 anni, corso Vittorio 9. Aldo Piliego, 32, Borgaro, via Girle 30 e il geom. Lombardo attualmente impiegato nella cooperativa Coreto. tutu membri del consiglio di amministrazione e sindaci della società. Inoltre i sette soci chiedono • urgenti provvedimenti caute lati vi sul beni dei denunciati che potranno servire per un eventuale risarcimento del danni». La vicenda è nota . Alla fine del '76 la cooperativa viene fondata sotto il patrocinio di persone legate al psi locale. L'uomo di punta è 11 vicesindaco Giuseppe De Vita, che viene eletto presidente. La carica ricoperta dal De Vita e 1 vantaggiosissimi prezzi prospettati (22 milioni per un alloggio di quattro camere) rappresentano per i circa 140 cittadini che si iscrivono —sborsando 250 mila lire a testa — una garanzia più che sufficiente per la buona riuscita dell'impresa. Interviene però la giunta comu naie che fa presente al suo vicesindaco, nonché assessore ai Lavori Pubblici, la non compati bili là della sua carica pubblica con quella rivestita nella cooperativa. Giuseppe De Vita, a seguito di non poche pressioni, lascia la carica di presidente della cooperativa e gli subentra Gianmaria Ammassari, segretario della locale sezione del psi. - Incominciarono — si legge nell'esposto fatto alla pretura dal sindaco Claudio Sola (pei) — sollecitazioni sul Comune per procedere, in tempi brevissimi alla assegnatone del terreno alla cooperativa». Questa però non viene concessa, ma arriva dall'.. Aurora», all'inizio del '77. la richiesta ad ogni socio di un acconto del 10 per cento sul prezzo previsto del proprio alloggio, mediamente due milioni e mezzo, per indennizzare l'area assegnata dal Co-' mane. I soci, in buona parte, pagano, ma incominciano ad avere dei dubbi sulla genuinità dell'impresa. Dubbi che diventano certezza quando, in un Consiglio comunale del gennaio 1978, ad un'interrogazione della minoranza, la giunta fa sapere ufficialmente che nessuna assegnazione di terreno era stata fatta. Incominciano cosi a registrarsi numerose defezioni dei soci dalla cooperativa. Il presidente Ammassali, in un incontro con il sindaco, fa sapere la grave situazione in cui si trova la società. Ammassari disse die il disavanzo della cooperativa era elevato — si legge nell'esposto del sindaco —i Mancavano 116 milioni distratti da due cooperativisti De Vita e Scandolera, nella precedente gestione. Dichiarava la sua non responsabilità e mi chiese di dare garanzie ai soci, di concedere il terreno e di non far conoscere la reale situazione economica della cooperativa. Mi rifiutai di fare tutto ciò». A settembre la situazione precipita. Si viene a sapere che PAmmassari si è dimesso da presidente ed è scomparso. Il De Vita porta a conoscenza del sindaco che i 116 milioni non è stato lui a prenderli, ma lo stesso Ammassari e Scandolera e che l'unico modo per risolvere la già critica situazione è assegnare il terreno alla cooperativa. Alcuni soci, esasperati, fanno un esposto alla pretura a cui ne segue un altro del sindaco. Mentre la magistratura si mette in moto, il De Vita si dimette da vicesindaco e, insieme all'Ammassari. viene espulso dal partito. In una tale ridda di versioni, la magistratura dovrà far luce sulla fine che hanno fatto decine di milioni versate dai soci e quali sono, se ci sono, i legami fra il tentativo di estorsione ai danni del De Vita.
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