Così parla l'uomo del deserto
Così parla l'uomo del deserto Così parla l'uomo del deserto Mille persone — moltissime delle quali giovani —pigiate nella piccola chiesa di via A rsenale angolo via Lascaris intorno a «L'uomo del deserto», (ratei Carlo Carretto. E' un torinese che ad una certa età ha abbandato impegno professionale (era insegnante), impegno sociale (dirigente dell'Azione Cattolica), genitori e fratelli perché ha sentito «la chiamata». Ed è andato nel Sahara, tra i «Piccoli fratelli De Foucauld»; l'unico posto, pensava quando era in città, per scoprire Dio nel silenzio, nella povertà più assoluta. Aveva una fede intellettualistica: si è sentito ordinare: «Lascia stare quei libri, mettiti, povero e nudo, davanti all'Eucarestia. Svuotati, disintellettualizzati, cerca di amare, contempla».' Per aiutarlo a «realizzarsi» come si dice oggi, lo hanno fatto lavorare nell'oasi, con un caldo infernale. «Mi sentivo distrutto, non ne potevo più». Afa in quel modo ha scoperto se stesso e l'amore. Ora gira il mondo per insegnare a scoprirsi e a scoprire, cioè a «realizzarsi». Lo ha fatto a Hong Kong, in Francia, in America. Insegna che il deserto, cioè lo spazio infinito di meditazione — e anche, se vogliamo, di autocritica — possiamo trovarlo anche qui nella nostra stanza, in tram, al limite su una spiaggia. Quando si pensa, si analizza, «si prega, cioè si ama» per dirla con Carretto, la gente intorno non conta più. A Spello, vicino ad .Assisi, Carretto ha un luogo, una specie di convento dove la gente va a «rinfrescarsi l'anima», come va in località termali a «rinfrescarsi» il fegato o i reni Ma non è necessario andare fin li per scoprirsi intimamente: «Lo potete fare dovunque mettendovi a nudo davanti all'Eucarestia». Che vuol poi dire: davanti al povero, all'umile, all'emarginato, davanti alle ingiustizie sociali. d. garb.
Persone citate: Carlo Carretto, Carretto, De Foucauld
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