Cattedra selvaggia, pareri discordi

Cattedra selvaggia, pareri discordi Cominciano domani i 13 giorni della protesta nella scuola Cattedra selvaggia, pareri discordi Promossa dal sindacato autonomo (Snals) che dice di tesserare 13 insegnanti su cento: "Ma i confederali ne hanno soltanto 11, gli altri 76 non sono iscritti ad alcun sindacato,, - Quante aule rimarranno vuote? Ecco alcune opinioni, raccolte a caso tra gli educatori, dalle scuole materne al liceo: favorevoli, contrarie, incerte La «cattedra selvaggia- del Sindacato nazionale autonomo della scuola (Snals) scatta domani per il personale docente e non docente delle materne, elementari, medie inferiori e superiori. La parola d'ordine è: entrare un'ora dopo quella fissata. La protesta continuerà con astensioni articolate (in totale 12), più una giornata di sciopero. Ci sarà disagio? Impossibile dirlo oggi, tuttavia appare indubbio che nelle scuole si creeranno problemi per la custodia soprattutto degli alunni più piccoli. Che cosa vuole lo Snals? Contesta l'accordo sottoscritto tra confederali e governo, il comportamento di quest'ultimo ritenuto discriminante nei confron¬ ti dei lavoratori della scuola a favore di altre categorie di statali, l'emarginazione in cui sono lasciati docenti e non docenti. Lo Snals nella provincia di Torino afferma di avere 3200 iscrìtti, di rappresentare il 13 per cento degli insegnanti sul plano nazionale contro l'il per cento di iscrìtti ai confederali. Il 76 per cento della categorìa quindi non aderisce ad alcun sindacato. Sentiamo, fra i simpatizzanti dello Snals e fra i non iscritti, alcuni pareri sulla protesta. Professore, lei sciopererà? Piero Pecchiura, Insegnante di latino e storia al magistrale Regina Margherita, risponde convinto: -Certamente. La no¬ stra categoria è ormai agli ultimi gradini del pubblico impiego. Urge far sentire la nostra voce-. Prosegue, dati alla mano: -Da gennaio ad agosto le statistiche affermano che i prezzi sono aumentati del 12 per cento. Gli incrementi per i lavoratori dell'industria sono stati del 18 per cento, per il commercio del 16 per cento, per il pubblico impiego del 1S per cento. Il mio stipendio di professore, nello stesso periodo invece, è aumentato del 2,6 per cento. Oggi percepisco nette 470 mila lire al mese dopo 14 anni di servizio-. Che cosa pensa di ottenere con lo sciopero? -Mi auguro di avere un sistema di adeguamento al costo del- la vita. Intendo anche rifiutare l'accordo sottoscritto dai confederali che, accortisi in ritardo dei loro errori, cercano anch'essi una via d'uscita-. Il prof. Giovanni Guastavigna, storia e filosofia al classico Alfieri, 520 mila lire al mese con 32 anni di ruolo, è contrario allo sciopero. -La questione è all'esame del Parlamento e questo non è un datore di lavoro contro il quale si sciopera. Credo che a questo punto tocchi ai parlamentari informarsi sulla nostra condizione e sulle nostre esigenze-. _ Cosa ne pensa della sua condizione? «Sono scontento, credo che qualcosa in più sul piano economico ce lo meriteremmo tutti. E' sbagliato dire che si lavora soltanto 18 ore la settimana perché la realtà è ben diversa. Io non conosco collega che non sia impegnato nell'aggiornamento e nel lavoro al di là delle lezioni. Ad esempio, nei giorni scorsi ho presentato e discusso con alcune classi una raccolta di mie diapositive sugli etruschi costate vent'anni di fatica. Ho speso un'intera giornata per preparare il materiale. E' soltanto un esempio minimo-. Armida Ghibaudo, educazione artistica alla media inferiore Juvarrà. 28 anni di insegnamento, 490 mila lire al mese, è incerta: -Devo consultarmi con i colleghi prima di decidere sullo sciopero. Credo che soltanto un'ora di protesta incida poco sull'andamento della scuola. Dovremmo essere più uniti, anche con gli altri sindacati e presentarci con una maggiore forza. Attendiamo da troppi anni di essere trattati come gli altri statali, attendiamo miglioramenti economici, ma anche normativi che facciano luce sulle competenze e riconoscano che non si può pii: andare avanti facendo affidamento sulla buona volontà dei singoli-. Francesca Legato, maestra a S. Mauro, 15 anni di anzianità, 404 mila lire al mese. « Condivido pienamente la decisione di scioperare. Anzi, si doveva farlo prima. Lo Stato deve finirla di guardare ai suoi dipendenti come a figli e figliastri. Faccio un esempio; ho un diploma, un impegno gravoso di responsabilità e guadagno meno di mio cognato che fa il postino con la quinta elementare. In più lui ha indennità di motorino, 2 divise, un cappotto, sei camicie all'anno. Non voglio che mi venga dato il grembiule, ma mi pare giusto prentendere di essere pagata come gli altri statali di pari grado ed anzianità-. Renata La Rosa, insegnante alla sezione materna della Casalegno, in ruolo dal '70,376 mila lire al mese? deciderà soltanto domani dopo aver consultato le colleghe. Sui motivi dello sciopero è d'accordo. Sulla reale possibilità di risolvere i problemi è invece perplessa: -Sono troppi. Da anni andiamo avanti a contentini, soprattutto noi della materna. Nella scuola sono entrata per convinzione, non per ripiego. Ma dopo alcuni anni, delusa, ho preferito andarmene. La nostalgia dei bambini mi ha fatta tornare. Trenta ore la settimana, più cinque per attività organizzative. C'è sperequazione tra la categoria e gli altri statali, ma anche fra gli insegnanti stessi. Noi ad esempio abbiamo orari ben più lunghi rispetto a quelli delle elementari-. Confessa tuttavia: -Non è tanto il guadagno scarso che avvilisce, quanto l'essere in balia di chi non comprende come il nostro lavoro sia difficile e duro-. Maria Valabrega Centro consulenza familiare — Il Consultorio a disposizione dei singoli e delle coppie per problemi di carattere psicologico, ginecologico, giuridico, visite prematrimoniali ecc. ha sede in corso Matteotti 11. Gli appuntamenti si prenotano alla segreteria ore 9,30-12 e 15.30-18,30. Telefono 543.121.

Persone citate: Alfieri, Casalegno, Ghibaudo, Giovanni Guastavigna, Maria Valabrega, Piero Pecchiura

Luoghi citati: Torino