La lira di Paolo Garimberti
La lira La lira (Segue dalla l'pagina) trebbe far diventare lo Sme un polo di attrazione sui mercati finanziari, accresce le preoccupazioni dell'Italia, condivise per altro, con ancor più vigore, dagli inglesi e comprese da Giscard, il quale, sette giorni fa, avrebbe dato il suo assenso di massima ad una «associazione progressiva' dell'Italia allo Sme. La soluzione tecnica di compromesso, proposta ieri a Siena dal governatore Baffi, è di creare due bande di oscillazione sperimentali, una più rigida (2,25 per cento) e una più ampia, nelle quali le monete aderenti al sistema possono inserirsi a seconda della situazione contingente delle economie. Questa proposta consentirebbe di evitare formalmente una discriminazione tra Paesi forti e deboli, dando tuttavia al sistema quel carattere di flessibilità e di gradualità indispensabile per i Paesi più deboli. Non si conosce la risposta di Schmidt. Nell'incontro con i giornalisti, il Cancelliere ha espresso la propria soddisfazione perché «il mio amico Andreotti ha manifestato la chiara volontà politica dell'Italia a partecipare (allo Sme) sin dal primo gennaio». Ed ha incoraggiato tale «volontà politica', riconoscendo che «ad alcuni Paesi in posizione speciale come l'Italia' debbono essere concesse -soluzioni di transizione, con un eventuale allargamento dei margini di oscillazione». Schmidt, da parte sua, ha problemi interni assai difficili, che gli consentono un margine di manovra molto ridotto. Gli ambienti finanziari tedeschi sono rigidi nella difesa della stabilità mone taria della Germania. L'associazione delle banche tedesche ha lanciato una campagna pubblicitaria, condensata in una vignetta nella quale si vede un berretto alla marinara (copricapo favorito di Schmidt) appeso ad un attaccapanni con la scritta: «Coloro che vogliono monete stabili devono mettere il proprio sistema economico sotto lo stesso cappello». Il che significa che la Germania non deve spendere un solo marco a difesa dei rapporti di cambio dei Paesi più deboli e che la competitività tedesca, sui mercati europei, non deve assolutamente essere ridotta. Paolo Garimberti
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