Il problema energetico per il 2000

Il problema energetico per il 2000 Il problema energetico per il 2000 La scelta nucleare e i rischi inutili II programma approvato dalla Camera (8 centrali) è inadeguato - Secondo il Cnen sarà necessario ricorrere a centrali al plutonio, capaci di ricaricarsi autonomamente DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ROMA — Il programma di otto centrali atomiche, approvato dalla Camera dei deputati il 5 ottobre 1977 non è ritenuto sufficiente dal Cnen (Comitato nazionale per l'energia nucleare) per assicurare all'Italia l'autonomia energetica e quella tecnologica nel settore. La mozione parlamentare, convalidata dal Cipe, va «superata» programmando un maggior numero di centrali e unificandone i tipi; si deve rinunciare ai reattori canadesi, di tipo Candu (erano stati promessi ai sindacati, che ritengono il Candu idoneo a sviluppare tecnologie italiane con seguito di esportazioni e di più alta occupazione); si deve puntare per il futuro sui reattori veloci al plutonio. Queste le principali indicazioni contenute in un documento riservato del Cnen, di cui ho sottomano la bozza fotocopiata. Il documento parla di -profondi interrogativi- sui costi e benefici della scelta finora compiuta (punto 2), e della necessità di rimettere in discussione -la validità e la possibilità stessa di avviare il piano nucleare* (punto 5). Indica una strategia cosi sintetizzabile: costruzione di centrali di un solo tipo e sempre su licenza americana (General Electric-Bwr o Westinghouse-Pwr, il Cnen non si pronuncia), programma di sviluppo dei reattori veloci al plutonio, costruzione di impianti per l'intero ciclo del combustibile. L'Italia dipende largamente dall'estero. Il Cnen vorrebbe che tutto fosse fatto in casa, dal progetto e dalla fabbricazione del combustibile al ritrattamento, al condizionamento e al deposito dei rifiuti radioattivi (contengono una certa quantità di plutonio). Si nomina ir: particolare l'impianto di Rotondella, sullo Ionio. Il Mezzogiorno verrebbe cosi ad assumere i compiti più delicati, e rischiosi. Sotto il titolo «Orientamenti per il IV piano quinquennale del Cnen. 1979 - 1983», sono esposte le motivazioni tecniche (o le convinzioni) per cui sarebbe necessario adottare una politica in contrasto con quella approvata dalla Camera dopo lunghe trattative fra i partiti della maggioranza. Va ricordato che subito dopo il voto favorevole dato alla Camera, la posizione del pei era stata chiarita dall' Unità del 6 ottobre 1977 sotto il titolo «Non imbocchiamo una strada senza ritorno». L'impegno era preciso: «Noi comunisti siamo per un numero limitato e contrattato di centrali nucleari. Ma siamo contrari a una politica che abbia come sbocco obbligato il reattore veloce*. L'articolo trascurava il fatto che le centrali di tipo provato producono plutonio (250 kg l'anno per 1000 Mw), destinato ai reattori del futuro. La sortita del Cnen viene a rimescolare le carte, confer¬ mando quel che il fronte antinucleare ripete da tempo: 8 centrali, o 12 nell'ipotesi massima fatta con riserva dalla Camera, non hanno giustificazione e mascherano il disegno di arrivare all'uso del plutonio. Già nel suo «libro bianco» lo aveva detto il Cnen stesso: soltanto un programma di 20-25 mila Mw può giustificare i costi comprendenti il ciclo del combustibile. Oggi 8-12 centrali richiederebbero uno sforzo finanziario globale di oltre 20 mila miliardi per dare il 4 per cento dell'energia di cui avremo bisogno. Le importazioni di petrolio aumenterebbero ugualmente, come conferma il Pen (134 milioni di tonnellate nel 1985, contro un consumo di 89 nel 1977). In plfi i costi di costruzione delle centrali e i prezzi dell'uranio sono cresciuti in misura tale che il chilovattora nucleare non è più conveniente come un tempo rispetto al chilovattora ottenuto bruciando carbone (utilizzabile con tecnologie anti-inquinamento). Negli Stati Uniti le ordinazioni sono cadute da 51.500 Mw nel 1973 a 5000 nel 1977. Va dato atto al Cnen di es¬ sere coerente e esplicito: per continuare secondo il modello di sviluppo adottato dal nostro Paese (che comporta enormi sprechi di energia) 8 o 12 centrali atomiche non servono. Occorre un grandioso programma di centrali di tipo provato (Caorso. Montalto di Castro, per intenderci) e occorre uno sforzo adeguato per i reattori veloci al plutonio, presunti portatori dell'autonomia energetica verso il 2000 in quanto si ricaricano da soli (teoricamente). Non avendo risorse finanziarie sufficienti per sviluppare al tempo stesso la ricerca e le tecnologie nel campo delle fonti pulite (solare, geotermica, gasificazione e liquefazione del carbone sardo, eolica, rifiuti, biomassa), dobbiamo veramente fare una scelta, e subito. Ma si tratta di una scelta tale da richiedere il più ampio dibattito in Parlamento, nei partiti, nei sindacati, nel Paese. Se il documento del Cnen cadrà nel silenzio, sorgerà il dubbio che la via del plutonio venga imboccata a piccoli passi, senza far sapere troppo agli italiani. Mario Fazio

Persone citate: Mario Fazio

Luoghi citati: Caorso, Italia, Montalto Di Castro, Roma, Rotondella, Stati Uniti