Calieri rifiuta la libertà provvisoria "Troppi i 150 milioni della cauzione,

Calieri rifiuta la libertà provvisoria "Troppi i 150 milioni della cauzione, E' sempre ricoverato e piantonato nella clinica Pinna Pintor Calieri rifiuta la libertà provvisoria "Troppi i 150 milioni della cauzione, L'avvocato vuole convincere i giudici a richiedere una somma minore - Altri fatti: rinviato il processo al bianconero Virdis; continuano a parlare i difensori al processo Ceretto Una fideiussione bancaria o di privati in luogo del pagamento diretto dei 150 milioni richiesti dal giudice istruttore dott. Pizzuti per rendere operante la concessione della libertà provvisoria all'ex presidente dell'Italcasse Edoardo Calieri di Sala: questa potrebbe essere la via d'uscita dall'impasse in cui si trava per il momento l'imputato (colpito da mandato di cattura per peculato e falso), che si trova attualmente ricoverato e piantonato dai carabinieri alla clinica privata .Pinna Pintor. per un grave attacco cardiaco e non ha provveduto ancora al versamento della somma. il magistrato istruttore, che ha deciso in tal modo per l'adozione del provvedimento (su parere conforme del pubblico ministero dott. Ierace), intende adesso disporre una serie di accertamenti sulla consistenza patrimoniale dell'imputato e dei suoi familiari per verificare il fondamento della garanzia; dall'esito degli stessi dipenderà la materiale concessione del beneficio, dal momento che, secondo quanto si è appreso, le risultanze dell'ultimo esame peritale sull'ex presidente (ne sono stati disposti ben quattro) hanno denunciato le gravissime condizioni di salute in cui quest'ultimo si trova. Una quindicina di giorni orsono, come si ricorderà, fu lo stesso Pizzuti a subordinare l'accoglimento dell'istanza di libertà provvisoria alle conclusioni della perizia e al versamento di una forte cauzione. Intanto il difensore di Calleri, avv. Zaccone, si è recato a Roma per ottenere dai giudici una riduzione della cauzione. L'inchiesta Italcasse si accinge adesso a superare lo scoglio più arduo: il 22 novembre prossimo infatti la corte di Cassazione deciderà definitivamente se qualificare l'istituto di credito ente pubblico (come sostengono gli inquirenti nonché il procuratore generale presso la stessa corte) o se invece privato, come ribadito dai difensori degli imputati nel ricorso presentato; in questo caso cadrebbe la principale accusa, quella di peculato e l'istruttoria ne verrebbe conseguentemente ridimensionata con l'eventuale contestazione tutt'al più del reato di appropriazione indebita. * Ancora un rinvio del processo all'attaccante della Juventus Pietro Paolo Virdis accusato di oltraggio a pubblico ufficiale e resistenza. Ieri si è svolta in pretura la terza, udienza e davanti al pretore Ronchetta sono sfilati alcuni testi che però hanno visto poco o nulla di quel che accadde la sera del 31 maggio scorso quando il giocatore avrebbe pronunciato parole oltraggiose ad un ufficiale dei carabinieri. Un testimone comunque, l'ap puntato di pubblica sicurezza Luciano Paolini, ha ricordato di aver accompagnato Virdis sull'auto dei carabinieri .docilmen te.- come dire che il calciatore non si era dimenato e quindi non aveva opposto resistenza al suo momentaneo arresto. Frase che i difensori dell'imputato (Chiusano e Festa) hanno puntualmente rilevata: servirà loro per ammorbidire la posizione del focoso sardo. Un vigile urbano, altro testimone, .'ia invece detto di aver ammonito l'autista che accompagnava il calciatore a non suonare il clacson •Altrimenti lo avrei multato*.. Il p.m. a questo punto ha chiesto gli atti per l'eventuale incriminazione del vigile per omissione d'atti d'ufficio. Il pretore deciderà l'8 novembre: a quella data il processo dovrebbe concludersi. it II processo per l'uccisione dell'impresario Mario Ceretto è ripreso ieri in assise con le arringhe difensive dell'avv. Bosco (che ha parlato per Normanno) e dell'avv. Ronco codifensore con il prof. Gallo e l'avv. Mazzone di Raffaele La Scala, il presunto mandante e organizzatore del rapimento finito con la morte dell'ostaggio. Breve l'intervento dell'avv. Bosco che ha chiesto l'assoluzione dell'imputato Normanno: • Vittima delle fantasie accusatorie ai Pasqualini e di coinci¬ denze anche inquietanti che però nulla provano sulla partecipazione anche minima dell'imputato alle varie fasi del sequestro*. Ombre, d'accordo, ma nessuna prova. Le gomme date a Gaggegi per bruciare la seconda volta il cadavere del Ceretto? •Non sono servite a quello scopo perché sono state rinvenute, intatte. Normanno poi non sapeva che uso volesse farne il Gaggegi*. _ _ Più difficile il compito dell'avv. Ronco e suggestiva la tesi da lui sostenuta con brillante oratoria. La Scala mandante del delitto? Impossibile: -Non conosceva i calabresi del clan di Ciriè dove probabilmente è maturato il progetto di rapire e uccidere l'impresario: conosceva a malapena i conterranei di Orbassano*. Sorge il dubbio che l'inchiesta fin dalle prime battute sia stata depistata ad arte e che il La Scala sia stato tirato in gioco per coprire le responsabilità di altri. Si arriva al presunto boss di Locri attraverso alcune telefonate anonime, non si pensa di indagare in altre direzioni. Stranamente si prendono per buone le accuse di Gaggegi, il quale per scrollarsi di dosso il peso di un delitto, accusa La Scala di aver organizzato il sequestro e Metastasio di aver ucciso materialmente il Ceretto. Su tutto aleggia, è il pensiero del giovane penalista, l'ombra e la potenza mafiosa del defunto boss di Reggio Mico Tripodo : La Scala sarebbe dunque la vittima predestinata in un gioco di scaltrezze e delitti il cui intreccio è sfuggito agli inquirenti. dcmiiiiiiiHuiiiimniimiimiiHiiiiiiiiiiiimmiiH una riduzione della cauzionequesto caso cadrebbe la princi

Luoghi citati: Ciriè, Juventus, Locri, Orbassano, Reggio, Roma