Il governo di Israele dice "sì,, a Begin Concluso a Damasco il vertice arabo

Il governo di Israele dice "sì,, a Begin Concluso a Damasco il vertice arabo Approvati in una seduta - fiume gli accordi di Camp David Il governo di Israele dice "sì,, a Begin Concluso a Damasco il vertice arabo Il "Fronte della fermezza" ha rotto con Sadat, ha stretto un patto militare, si è riavvicinato all'Urss Varice ha concluso con Assad l'infruttuosa missione in M.O. TEL AVIV — Al termine di una delle più lunghe sedute della sua storia, il Consiglio dei ministri israeliano ha ieri approvato gli accordi con l'Egitto conclusi una settimana fa a Camp David, compresa la controversa clausola in base alla quale dovranno essere smantellati gli insediamenti ebraici del Sinai. Gli accordi stessi verranno sottoposti domani dal capo del governo Menachem Begin alla ratifica del Parlamento, ma anche qui, al termine di un dibattito che sarà certamente acceso e che non si concluderà prima di mercoledì o giovedì, il voto a favore è praticamente certo. La riunione del governo è durata quasi otto ore e al termine del dibattito undici ministri hanno votato per gli accordi, due contro e tre si sono astenuti. I due contrari sono stati il ministro del Commercio Yigal Horowitz e quello della Sanità Eliezer Shostak, entrambi appartenenti alla corrente «La'am» del «Likud» di Begin, che già nei giorni scorsi non aveva nascosto le proprie perplessi¬ tà circa le intese di Camp David. Gli astenuti sono invece i tre ministri del «Partito nazionale religioso» — il più importante dei partner del «Likud» nella coalizione governativa — il cui gesto è però dovuto non tanto a un'opposizione nei confronti degli accordi quanto al fatto che gli organi dirigenti del loro partito non hanno ancora avuto il tempo di riunirsi per deci dere l'atteggiamento da seguire. Mentre la riunione era in corso, gruppi di dimostranti hanno sostato davanti all'edificio della presidenza del Consiglio dei ministri scandendo slogan contro l'evacuazione degli insediamenti del Sinai e contro l'impegno assunto da Begin a Camp David di bloccare almeno temporaneamente la creazione di nuovi centri di popolamento ebraico in Cisgiordania. L'esito del voto che si avrà nei prossimi giorni in Parlamento è apparso oggi ancor più scontato quando il principale partito d'opposizione — quello laborista — ha a sua volta deciso di appoggiare il governo. Secondo un'inchiesta condotta dal quotidiano Yediot Ahronot i voti a favore della ratifica degli accordi dovrebbero essere da 88 a 94, sui 120 complessivi del Parlamento di Gerusalemme. Per la quinta volta in meno di una settimana, intanto, l'esercito israeliano è stato costretto ad intervenire la notte scorsa per sgombrare a forza un gruppo di «coloni» ebraici che avevano nuovamente cercato di dar vita a un insediamento «selvaggio» in Cisgiordania per protestare contro gli accordi di Camp David. DAMASCO — I Paesi membri del «Fronte della fermezza» — Algeria, Libia, Yemen del Sud e Siria — hanno deciso sabato notte di rompere le relazioni politiche ed economiche con l'Egitto. Negli ambienti vicini al «vertice», al quale partecipava anche l'Olp, si considera che la rottura politica ed economica rivesta una maggiore importanza della semplice rottura diplomatica e che tale provvedimento interrompe qualsiasi forma di relazione possibile tra i Paesi della «fermezza» e l'Egitto. In una dichiarazione di principio pubblicata congiuntamente col comunicato finale, il «Fronte» ha deciso di costituire «un comando superiore» formato dai quattro capi di Stato e dal leader dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina. Tale comando, che si riunirà due volte all'anno o quando ve ne sarà necessità, deciderà la formazione di un «comando militare unificato». I Paesi membri del «Fronte della fermezza» chiedono poi il trasferimento delle sedi della Lega Araba e degli organismi fhe ne dipendono dal Cairo in un'altra capitale araba. II comunicato afferma che il «Fronte» ha incaricato il presidente siriano Assad di mettersi in contatto con 1TJnione Sovietica per esaminare «la possibilità di rafforzare le relazioni dell'Urss con il Fronte per ristabilire l'equilibrio militare e politico nella regione». Il vertice ha anche incaricato il presidente Assad di compiere un giro dei Paesi arabi per esporre le risoluzioni che sono state approvate e assicurarsi un massimo di appoggio politico e materiale, come pure per esaminare l'eventualità della riunione di un vertice arabo che raggruppi tutti i Paesi ad eccezione dell'Egitto. Dopo aver invitato i Paesi arabi ad «assumere le loro responsabilità e ad adottare atteggiamenti decisi nei riguar¬ di dei risultati disfattisti di Camp David», il comunicato invita tali Paesi ad aderire al «Fronte della fermezza» per far fallire «il complotto americano - egiziano . sionista». Considerando gli accordi di Camp David «illegali, perché disconoscono i diritti arabi e palestinesi», il «Fronte» sottolinea la necessità di rafforzare l'Olp, unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese. Da buona fonte si è appreso che durante i lavori del «vertice» la Libia avrebbe sta bilito di dare un aiuto di 500 milioni di dollari alla Siria e all'Olp. Sembra anzi che siano state proprio le discussioni sull'ammontare di questa somma la causa principale del prolungarsi di circa 10 ore di lavori del vertice. DAMASCO — Il segretario di Stato americano C'yrus Vance ha lasciato ieri pomeriggio Damasco al termine di una breve visita durante la quale si è intrattenuto per più di quattro ore con il presidente siriano Hafez Assad. Vance ha informato i dirigenti siriani dei risultati del vertice tripartito di Camp David. Dopo la Giordania e l'Arabia Saudita la Siria è stata la terza ed ultima tappa della missione di Vance diretta ad ottenere che i governi dei tre Paesi non respingano apertamente gli accordi di Camp David. L'ostacolo più difficile era rappresentato proprio da Damasco, che ha ospitato fino a tarda notte di sabato il vertice dei Paesi del «Fronte della fermezza», i Paesi cioè che si oppongono all'iniziativa di pace del presidente Sadat. Prima di partire Vance ha fatto una breve dichiarazione alla stampa sottolineando «l'utilità» dei suoi colloqui con il presidente Assad e con il ministro degli Esteri Khaddam. Dopo aver definito «sin- cere e intense» le sue conversazioni a Damasco, Vance ha indicato che Stati Uniti e Siria «proseguiranno il dialogo». «I nostri due governi — ha detto — manterranno stretti contatti per la realizzazione del principale obiettivo». Assad e Khaddam hanno ricordato la posizione siriana che è in totale contrasto con la procedura ideata da Washington. La Siria, che ha sempre respinto negoziati di tipo bilaterale, auspica da tempo una nuova riunione della conferenza di Ginevra con la partecipazione di tutte le parti interessate al conflitto, compresa l'Olp. (Ansa)