A Gijon, dopo 50 anni

A Gijon, dopo 50 anni Baloncieri, Libonatti, Rossetti nel '28 al "Molinon,, A Gijon, dopo 50 anni NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE GIJON — / goleadors del Torino tornano dopo cinquant'anni al » Molinon ». e questa volta per un incontro di club. Il 22 aprile del 1928, la nazionale italiana venne a Gijon per una partita-testa, per l'Inaugurazione della prima tribuna dello stadio, che ora si presenta interamente coperto. Fu un match che resta ancora adesso nella storia calcistica delle Asturie. Gli azzurri giocarono con De Prà, Bellini, Caligaris, Pietroboni, Bernardini, Janni, Rivolta, Baloncieri, Libonatti, Rossetti e Levratto. Quattro i granata, Janni lo stopper, ed il trio completo d'attacco, il primo trio famoso nella storia del calcio Italiano. Ricordiamo solo due del nazionali spagnoli, che ormai tanno parte del mito del calcio mondiale: Ricardo Zamora in porta, il grande Sami ,.-— „) .... J,.//'„,«„ |„ „„.. tier al centro dell'attacco. La partita finì uno a uno, segnò Quesada su rigore, pareggiò Libonatti su passaggio di capitan Baloncieri. Nella sede del Gijon, una targa ricorda quella partita. Adesso arrivano Pulici e Graziani, conosciuti anche qui come I • gemelli del gol », ed // campionato, che pure lo Sporting ha aperto brillantemente con una rotonda vittoria sull'Atletico di Madrid, sembra quasi non contare. L'atmosfera a distanza di trentanni è quella di allora: è infatti la prima volta che il Gijon va In campo In una Coppa europea. I giornali negli ultimi giorni sono stati prodighi dì inlormazioni sul Torino: gli stop a Zaccarelli e Claudio Sala da una parte rassicurano, dall'altra sono considerati una sfortuna. I tifosi sono convinti di farcela comunque: vorrebbero un avversario al completo, per non dover poi ammettere di aver avuto buona sorte. Nelle sedi dei lans. le » penas sportinguistas » che prendono i nomi dai quartieri o da vecchi personaggi — la Lavandera, los Cincos. Panchulo. Churruca, Hermanos Castro — l'attesa per la sfida con ì granata è enorme. Lo Sporting Club di Gijon, arrivato appena adesso sulla scena internazionale, è stato fondato nel 1902 come Gijon Sport Club da José Juarez Sanchez. primo allenatore Luis Adaro. Il campo era verso il mare, primo nome del campo di gioco fu « El Si bio ». La ragione sociale venne cambiata in Sporting pochi anni dopo, il campo ribattezzato « La Play a ». Da allora II club ne ha fatta di strada, ogni anno è costellato di aneddoti e ricordi rinfrescati adesso dai tifosi più an- ziani. Affreschi di un calcio ingenuo e pulito: Fernando Villaverde che nel marzo del '20 si rompe una gamba giocando contro il Real Vigo e va a casa - fischiando per non impensierire sua madre ». Poi la prima tribuna, e II gol dì Libonatti, la prima promozione in serie A nella stagione '42'43, l'arrivo dei nazionali Ouini e Churruca. e si arriva alla storia recente. Adesso lo Sporting Gijon è una squadra moderna, ma la società è rimasta a conduzione familiare, anche se con piena coscienza dell 'importanza dell 'inserimento in campo Internazionale. • Possiamo essere il Bastia della Sta- gione '78-'79 » dicono i tifosi, il Torino è avvertito. La persona lite più forte è quella del trai ner Vicente Miera. ex nazionale che parte dell'opinione pubblica spagnola vorrebbe al posto di Rubala alla guida della Nazionale. Miera voleva anche l'austriaco Prohaska per rafforzare la squadra, ma non si lamenta di quello che ha. Ha sottoposto la squadra ad una preparazione accurata: prima in collina, alla Cervera de Risuerga, verso Torrelavega. poi all'Escuela de Mareo. in Giion. La prima partita contro l'Atletico di Madrid gli ha dato ragione. Del granata, Miera conosce solo Claudio, Patrizio Sala e Zacca- I relli. visti al Mundial. E' un te- I enico giovane e duro, che crede i ciecamente alla preparazione fi- I sica, anche se il calcio iberico ! continua a conservare un certo romanticismo avventuroso che è la sua lorza ed il suo lìmite. La scorsa stagione Miera. trentottenne, nato nella provincia di Santander. ha portato il Gijon (che è un po' il Perugia italiano] alla Coppa Uefa, è stato per la Spagna l'allenatore dell'anno. Ex giocatore del Santander e del Real Madrid, prima ha portato l'Oviedo alla promozione in prima divisione, poi è passato allo Sporting, dopo una nuova retrocessione dell'Oviedo. Fra le due città asturiane c'è forte rivalità, la sua opera allo Sporting è elogiata perché ora è la squadra di Giion in serie A. ed in Coppa. Quando Miera arrivò allo Sporting. era appena stato ceduto al Bilbao Churruca. il miglior giocatore. « Accettai lo stesso — dice ora il trainer — perché avevo fede nel lavoro, nell'applicazione. Se abbiamo ottenuto buoni risultati è stato a base di sofferenza e di lavoro. Si evitò la cessione di Ouini, per fortuna, arrivò Uria da ricostruire dopo la parentesi al Real. ed è tornato nazionale in Argentina, lo sono un duro, dicono, ma cerco prima di tutto la collaborazione dei giocatori. Sono molto esigente, ma cerco di capire i ragazzi. La scorsa stagione l'obbiettivo era la permanenza in prima serie, poi è arrivata la Coppa Uefa. Di gara in gara la squadra ha trovato equilibrio, questa è la base di tutto. Al Gijon c'è sempre stata la tradizione dei validi attaccanti. Ora Ouini ha perso l'appoggio di Churruca. ma c'è Ferrerò che è bravissimo. Abbiamo cercato tutti insieme di trovare l'equilibrio fra attacco e difesa, ottenendo un football più redditizio. Nel calcio d'oggi non si può più parlare di ruoli, ma di linee Interscambiabili, dove tutti attaccano e tutti difendono ». Sembra di sentir parlare Gigi Radice. Miera ci ha concesso questa intervista prima che la squadra partisse per Barcellona. Il suo pensiero era già alla Coppa, nella sede in pieno vecchio centro, in calle Monte di Pietà. Dice ancora: »E' una grande soddisfazione sentire riparlare in termini positivi di giocatori che molti avevano già dato per finiti. Oui hanno ritrovato gioco ed entusiasmo. Sono come rinati in un ambiente pulito, di amici, in cui si sono perfettamente integrati. La verità è che ho ottenuto più di quanto mi prefiggevo: prima la promozione e adesso la Coppa. Ben venga il Torino, mercoledì saremo pronti ». Mario Savio

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