Quattro lunghe e drammatiche ore a Monza

Quattro lunghe e drammatiche ore a Monza Quattro lunghe e drammatiche ore a Monza Discussioni per rimettere in sesto un guard-rail danneggiato da un'uscita di pista di Scheckter - Successo di Lauda per la doppia penalizzazione inflitta ad Andretti e Villeneuve a causa di un avvio anticipato - L'italoamericano (classificato al 6 posto) è comunque campione del mondo 1978 DAL NOSTRO INVIATO MONZA — La giornata è afosa e il cielo troppo opaco per far risaltare le acrobazie della pattuglia aerea che streccia sulle teste di centotrenta, forse centocinquantamila persone. Per intrattenerle è dalle 9 del mattino che inutili, che si sono disputate due l'altoparlante bombarda di parole corse per vetture turismo. Renault e Alfasud, eguali a quelle che vediamo per le strade eccettuato per le ammaccature macroscopiche e nemmeno più riparate. Si trova persino lo spazio per inserire gli sbandieratori del Palio di Asti che lanciano per l'aria I vessilli delle loro contrade e prezzolate bandiere bianco azzurre della Magneti Marcili. E' la vigilia di sempre, decantata la rabbia del sabato che aveva provocato tanti incidenti e una tensione incredibile a tutti i livelli. Il primo allineamento è lungo e stucchevole, con le esibizioni pubblicitarie mescolate alle esigenze reali delle diverse squadre. Il via avviene come descrivo In altda parte e con le drammatiche conseguenze che si conoscono. Nessuno sa tenere la calma e questo impianto fatiscente condotto con la filosofia del giorno dopo giorno, mostra tutte le sue crepe più larghe dei muri in piedi. Nei soccorsi c'è stata rapidità, ma avrete ascoltato in molti le parole di un collega in televisione, confermate poi da altri fotografi corsi verso l'incidente dalla chicane, in cui si testimoniava come su Brambilla l'intervento sia stato da incompetenti con una serie di sollecitazioni alla testa già lesionata. Pensate che addirittura il solido casco era spaccato, non ci voleva molto per capire che colpo doveva aver subito il cranio. E sul traguardo la sciocca esibizione di forma di poliziotti e carabinieri entrati in pista in tempi successivi e in ossequio alla consueta rivalità. Hanno malmenato meccanici e dirigenti delle squadre, giornalisti e fotografi senza la minima ragione se non quella di Impedire che gli addetti ai lavori si portassero sul luogo dell'incidente a distanza ormai di quindici-venti minuti, quindi soltanto per alutare o meglio capire, non certo per ostacolare i soccorsi ormai esauriti. Sono gli stessi reparti che sono svaniti nel nulla alla conclusione della corsa lasciando in balia di una folla esausta e quindi assai più sovraeccitata. protagonisti e comprimari della corsa. Il periodo di Intervallo tra prima e seconda partenza è nervoso, com'è nella logica delle cose. C'è confusione, molta confusione a livello organizzativo e tanto per dare un esempio il rientro delle vetture intrasportabili con mezzi propri (soltanto la McLaren di Hunt senza musetto ritorna sulle proprie ruote) avviene dopo oltre un'ora Per prima torna la Shadow di Regazzoni distrutta nella parte anteriore destra, poi la Lotus di Peterson semlbruciata e distrutta in tutta la parte anteriore, poi la Surtees di Brambilla anche ingrigita dagli estintori, con l'avantreno inesistente, quindi le vetture di Stuck (via la ruota posteriore destra). Depailler (tutte due le ruote dietro), Lunger (anteriore destra), Reutemann (anteriore destra). Pironi (senza le due ruote posteriori). Daly (posteriore destra appena). Si lavora a rilento, non si sanno prendere decisioni, un poliziotto pichia sul cranio un collega francese col calcio di un fucile e ci si domanda perché si debba far servizio d'ordine all'interno di una pista — si badi, nemmeno in mezzo al pubblico — con un fucile fra le mani. Fittipaldi è il primo ad andare a parlare in palazzina giuria, e raggiunge un accordo per una partenza fissata alle 17.15. E' incredibile il commento risentito dello speaker televisivo, che dallo studio romano si offende perché si ritarda in questo modo la gara senza tener conto delle esigenze della televisione che è collegata in Mondovisione e non può mica subire le stupide conseguenze di uno stupido incidente. Le vetture si allineano e secondo il nuovo regolamento che prevede una ripresa da zero assoluto se l'interruzione avviene entro i primi due giri, tornano sulla pista anche parecchi dei protagonisti dell'incidente con le vetture di riserva. Sono diciannove sulla griglia di partenza (potrebbero essere integrati dai non qualificati, ma nessuno fra essi è pronto per il via). Assenti Peterson, Brambilla e Stuck, che non sono certo in condizioni di presentarsi, e Pironi e Lunger che non hanno vetture di riserva. Si slitta verso le 17,30 con grande rabbia di quel mezzobusto in studio romano, e nel giro di prova Jody Scheckter tira dritto alla seconda curva di Lesmo demolendo il guardrail perché i meccanici hanno dimenticato di mettergli in ordine i fr ni. Entra In pista cosi un altro muletto, oltre a quelli di Regazzoni, Depailler. Reutemann, Dily e Hunt, ma il fatto nuovo non viene a ragione sottovalutato dai piloti più responsabili. Reutemann scende dalla sua Ferrari al termine del giro di ricognizione e va deciso a parlare con Andretti, quindi con Lauda, sostenendo che ora la seconda curva di Lesmo è chiaramente sguarnita, rischio quindi per i piloti ma anche per il pubblico assiepato in tribuna. Si { aggiungono Hunt e Fittipaldi e fra i fischi beceri di un pubblico che già ha dimenticato il ■ sacrificio » umano di due ore prima, e che viene stuzzicato da uno speaker soltanto impegnato a salvare la manifestazione. I piloti non si fanno intimorire e parte una delegazione a controllare le condizioni del circuito. Tornano rapidi, e da buoni professionisti dicono che non se ne parla nemmeno di prendere il via. GII sbattono in faccia il nubblico tumultuante (certo che si agita con lo speaker che continua a dire che la corsa s'ha da fare e si farà) e annunciano che il via sarà dato in ogni caso anche con quattro macchine al via. Con gli organizzatori si allinea Bernie Ecclestone ottenendo la concessio- na di un'ulteriore dilazione per una riparazione d'emergenza che avvienj con i potenti mezzi dell'autodromo che scattano dalle tribune nella seguente formazione: un furgoncino con due rotoli di rete, un trattore da campagna, e un motocarro a tre ruote con bombole e fiamma ossi Jrica. Tira e strappa, rattoppa e aggiusta, non si risolve nulla, ma i piloti sono come tante altre volte presi nella forbice organizzatori-manager. E si va verso il via. Nuovo giro di ricognizione, allineamento e questa volta Restelli per non sbagliare in difetto forse fa l'errore opposto aspettando troppo. Fatto sta che dopo quattro-cinque secondi con il semaforo ancora pienamente rosso Villeneuve scatta e Andretti lo segue. Prima che Restelli passi al verde non parte nessun altro, probabilmente perché il lungo conciliabolo prima del via ha convinto tutti a non rischiare un'altra volta. Tutti, tranne il canadese che vuole arrivare e Andretti chiaramente trascinato via da un riflesso condizionato, dopo il ritardo del primo via. Pian piano partono tutti, ma non c'è lotta per le posizioni dietro al duo di testa. Si allineano nell'ordine del via Jabouille. Lauda, Reutemann, Jones. Patrese. Soltanto Watson ha pasticciato rimanendo dietro a tutti, e peggio di lui ha fatto Fittipaldi che sorpreso da quel nuovo trambusto ha lasciato spegnere il motore e si avvia quando nemmeno si sente più il rombo dei rivali. Villeneuve tiene bene la testa difendendosi dal primo attacco di Andretti alla parabolica, e poi proseguirà dopo quel primo giro indisturbato per parecchio. Dietro non ci sono variazioni per parecchio tempo la giuria non si fa sentire per dire la sua sulla partenza rubata. Si ferma Jabuille che era In rimonta sui due di testa con la Renault che ha ceduto per l'ennesima volta e anche Regazzoni è In difficoltà e gli altri continuano la corsa con la sensazione di recitare una parte sbagliata come dirà al termine Watson (« credevo che la corsa non fosse nemmeno valida posto che avevano dato buona una partenza simile Dieci giri, un quarto di corsa e la situazione si è stabilizzata con due coppie al comando. Davanti sono Villeneuve e Andretti, subito dietro Lauda e Reutemann. quindi seguono Jones, Patrese. Watson In rimonta, Laffite, Tambay, Daily, Scheckter, Piquet. Giacomelli, Hunt, Depailler, Merzario e Fittipaldi che finalmente si è agganciato alla coda del gruppo sgranato. Merzario è eliminato al 14' passaggio e di li a due giri, in testa, Andretti cede terreno a Villeneuve. Dell'intervento della giuria ancora non si la parola ma da un radiotelefono di li a poco si sente la notizia in anteprima, un minuto di penalizzazione sia a Villeneuve che a Andretti. Dai boxes segnalano a Niki Lauda che ora è 11 primo e che non è più il caso di forzare. In coda esce Hunt e al ventesimo giro, metà della corsa ridotta a quaranta giri per mancanza di ore di luce sufficiente, il duo di testa è in realtà al penultimo e ultimo posto. Al 28° giro scoppia il motore dì Patrese, e al 30° Watson, quinto, ma In realtà terzo, salta alla chicane Reutemann, che ha problemi di gomme. Watson s'Insedi acosì dietro al compagno Lauda e mette le premesse per II primo grande doppio successo dell'Alfa Romeo, con Brabham e Parmalat accomunate. Il più bel sorpasso lo compie Nelson Piquet, un altro giovane leone, Daly, ma II più facile è quello che al 35° passaggio effettua Andretti su Villeneuve, che ha ormai una vettura in fase calante. SI chiude così con Andretti vincitore sulla pista, ma soltanto sesto nella classifica. Lui, il neo campione del mondo, non sapeva nulla, perché dal boxes si erano ben guardati dal segnalarglielo, e Chapman, sciocco Istrione In una giornata in cui un suo pilota si è distrutto, fa la consueta pantomima lanciando per aria II suo berretto quando la Lotus taglia Il traguardo. Vince Niki Lauda, secondo Watson ed è un'affermazione dì pieno valore per l'Alfa Romeo, ma non c'è gioia nel successo, e ancora una volta Lauda azzecca la mossa giusta, lasciando la premiazione ai colleghi meno sensibili, di fronte ad un pubblico libero di slogare II suo peggiore entusiasmo. Polizia e carabinieri, probabilmente sempre per rivalità, stanno correndo lontano dall' autodromo. Giorgio Viglino Dalla prima partenza alla convulsa attesa del nuovo via tra la folla impaziente mentre i piloti cercano invano di non scendere più in pista Monza. Il momento del dramma: le prime vetture sfilano verso la variante mentre si vedono divampare le fiamme della Lotus di Peterson od altre monoposto finire fuori pista (Foto « Stampa Sera » - Cesare Bosio) Ronnie Peterson subito dopo il ricovero in ospedale Vittorio Brambilla, esanime, viene amorevolmente assistito in ospedale

Luoghi citati: Lesmo, Monza, Villeneuve