Tre punte che sanno segnare di Giulio Accatino

Tre punte che sanno segnare Palanca, Pellegrini e Sella uomini nuovi del calcio italiano Tre punte che sanno segnare ROMA - Che il calcio italiano sia in via di trasformazione tattica lo confermano i risultati, le cifre ed il giudizio dei tecnici. Prima, da noi, si vedeva il calcio in sola funzione difensiva. Il povero Gipo Viani, Annibale Frossi e Rocco erano stati gli inventori del « gioco all'italiana ». che tradotto In parole semplici significava • non perdere », quindi « catenaccio ». La divulgazione del foot-ball europeo tramite la tv ha dimostrato che la dilesa è una componente del calcio, una componente necessaria ma non determinante. E' apparso all'orizzonte il calcio atletico, poi è venuto il calcio totale, quello olandese tanto per intenderci. Dopo anni di dubbio, anche i tecnici nostrani hanno capito che non si potevano ottenere grossi risultati con i vecchi moduli. Da ciò la lenta ma costante trasformazione e il conseguente rifiorire di validi talenti anche in attacco. Uomini come Graziani e Pulici. come Pruzzo e Savoldi non trovano più posto in nazionale soppiantati da Rossi e da Bettega. da Virdis e da Garritano (parliamo naturalmente anche della Nazionale giovanile). Ma oltre a questi campioni consacrati altri giovani o meno giovani spuntano alla ribalta del campionato. C'è Palanca del Catanzaro, c'è Pellegrini del Napoli, c'è Sella della Fiorentina, c'è Jorio che scalpita sulla panchina del Torino, c'è Fanna che aspetta da due anni un posto fisso nella Juventus. E' il momento delle punte? Forse è il momento del risveglio del gioco d'attacco. Assisteremo a molti gol? Lo speriamo tutti, anche se le difficoltà del campionato presto consiglieranno a molti trainers di proteggere il portiere più che aiutare i goleadores. Lasciamo ad altri il compito di contare le doti di Virdis e di Bettega. di Rossi e di Graziani. Noi vogliamo rimanere un po' più in basso ed osservare il cammino di tre giovani che paiono lanciati da un inizio di stagione veramente eclatante: Palanca del Catanzaro ha segnato quattro gol in due gare di Coppa Italia: Pellegrini si è sostituito al « non in forma » Savoldi, provvedendo da solo all'intero bottino del Napoli nelle due gare sino ad ora disputate: Sella sta confermando nella Fiorentina di possedere le doti di opportunista tanto da segnare due volte contro il Monza in Coppa. Logicamente, seno giudizi sommari, accenni di ipotesi più che reali constatazioni. Ma il calcio è bello anche perché si rinnova j continuamente. £' appena il moi mento di cominciare, non di giudicare. Ma le speranze sbocciano e dobbiamo prenderne atto. Massimo Palanca ha venticinque anni: è nato a Porto Recanati (Macerata) il 21 agosto del '53. Fisicamente è fragile, quasi minuto. E' a Catanzaro da cinque anni, ha cambiato tre volte allenatore, ma soltanto ora ha trovato la sua vera dimensione Non è un attaccante di sfondamento. Di Marzio (suo primo trainer tra i professionisti) aveva molta fiducia in lui. ma forse lo impiegava troppo avanti costringendolo a stare solo in area avversaria. Di Marzio è un difensivista convinto, un trainer che pensa al risultato, meno al gioco. Palanca con lui non potè esprimersi interamente, anche perché mancava della necessaria esperienza. Notoriamente agile, ma poco potente, non aveva — e non avrà mai — il passo dello slondatore. Ha bisogno di spazio per manovrare, cerca il dialogo stretto, preferisce partire da lon¬ tano, capace com'è di acquistare velocità dopo i metri iniziali. Il nuovo allenatore del Catanzaro Mazzone deve aver trovato la formula giusta: contro il Lecce e contro il Foggia Massimo Palanca ha dimostrato doti notevoli, segnando anche due gol per volta, tanto da guidare la classifica dei cannonieri di Coppa con quattro gol in due gare. Mazzone dice di lui: « Ha un sinistro micidiale », ma oltre al tiro Palanca possiede anche altre virtù, come la caparbietà e la determinazione. Non ha avuto fortuna, c' rimasto sempre al Sud dove è più difficile emergere. I dirigenti del Catanzaro quest'anno hanno rifiutato offerte allettanti: in B Palanca aveva conquistato la prima posizione in testa alla classifica dei j marcatori con diciotto gol. Poteva essere ceduto proprio nell'un- I no della promozione? Ceravolo | ha detto « no » al Napoli ed alla Roma. Si è tenuto il suo gioiello, I ed ora aspetta da lui una stagione entusiasmante. Il secondo personaggio della j nostra breve indagine è Claudio ; Pellegrini 23 anni (26 febbraio '55). di Roma. Pareva un campion- i cino Un da ragazzo, tanto che fini a Torino, ma tra I bois granata non fu capito. Dopo poco tempo lu spedito a Barletta e dalla Puglia risali tutta la Penisola per far tappa e fortuna a Udine. Nel Napoli, a digiuno Savoldi. è diventato il solo goleador della squadra: tre gol — tutto il bottino di Coppa — In due partite. E pensare che Di Marzio lo considerava riserva! Come ala avrebbe dovuto giocare Capone, un giovane salernitano, sfortunato fin dall'inizio —• stiramento dei legamenti di un ginocchio —-, Ingessato Capone, Di Marzio dovette promuovere Pellegrini che segnò il gol con la Samp e realizzò un doppietto a Rimini mercoledì nella seconda gara. Pellegrini è un attaccante potente, e abbastanza veloce. Alto, robusto, ambidestro, buon colpitore di testa. Ama il dialogo, ma punta a rete con determinazione. Ha temperamento, grinta ed un tiro torte ed abbastanza preciso. Forse è più centravanti che ala sinistra, ama cioè convergere al centro. Sovente manovra al posto di Savoldi quasi ostacolando l'azione del compagno. E' soltanto questione di alliatamento. perché Pellegrini, dotato di discreta velocità, sa anche centrare dalle lasce laterali aiutando cosi Savoldi sotto porta. Se possiede tutte queste doti, perché i dirigenti del Torino lo hanno ceduto? Non vogliamo (né 10 potremmo) intentare un processo a! tecnici granata. Pellegrini potenzialmente è un campione, anche se ha qualche diletto di costituzione e di continuità e di scatto. Nel Torino non ha incontrato l'ambiente ideale, per esplodere, nel Barletta impressionò e ad Udine nella stagione scorsa segnò 12 gol, pur avendo giocato in appoggio al centravanti Ulivierl. Di lui il sue ex allenatore Giàcomini dice: « Sul piano tecnico è un attaccante eccellente, con due piedi buonissimi, e sa costruire calcio come pochi. Forse, come lui c'è soltanto Claudio Sala ». Accettiamo l'elogio di Giacomini. ma aspettiamo il responso del campionato. In A si gioca diversamente. Pellegrini viene dalla C, sia pure disputata al livello d'alta classifica. Terzo • campione • sotto esame. Ezio Sella, romano di nascita, ma liorentino di adozione. Ventidue anni compiuti da poco, un lisico scarso, specie in rapporto all'altezza. E' intraprendente, opportunista, dotato di buon dribbling: è rapidissimo in area per vivacità di movimenti e per prontezza di riflessi. La Fiorentina crede in lui e spera nei suoi gol. Il suo maestro Carosi parla di « giovane in maturazione », cioè dimostra che deve ancora completare la sua esperienza. Lo scorso anno giocò la parte finale e con i suol 8 gol — in 19 partite — cooperò validamente a salvare dalla retrocessione la squadra toscana. Forse è troppo individualista. Dovrebbe tentare più frequentemente 11 aialogo con i compagni. Contro il Monza, in Coppa, ha segnato due gol, confermando le doti a cui accennavamo poc'anzi. La Fiorentina lo ebbe in prestito dalla Viterbese, poi ne acquistò una parte complelandc l'operazione la scorsa estate con l'esborso di circa mezzo miliardo. Vale tanto? Sella è un attaccante valido e farà carriera. Con tutte le riserve determinate dal fisico, si può sostenere che Sella è un campione in sviluppo. Concludiamo. Tre nuove • stelle • appaiono all'orizzonte del calcio italiano, tre giovani attaccanti dai quali I tecnici attendono grandi cose. Ripetiamo che non vogliamo esprimere pronostici o pronunciare previsioni. Palanca. Pellegrini e Sella si allacciano al campionato con speranze di buona carriera. Li salutiamo volentieri. Il calcio è bello quando produce gol. ed i tre sanno segnare gol. Ouesto certa. Giulio Accatino