Antognoni rivuole l'azzurro di Bruno Bernardi

Antognoni rivuole l'azzurro Il centrocampista, dimenticato il Mundial, punta agli "europei,, Antognoni rivuole l'azzurro DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — E' giovane ed ha la possibilità di rifarsi; tuttavia il « mundial » rimane una delle pagine più amare della sua breve eppur intensa carriera. L'Argentina è lontana, ma il ricordo brucia ancora per Giancarlo Antonioni: poteva essere la grande occasione per una consacrazione internazionale, viceversa gli ha persino riservato l'umiliazione della panchina dopo che, per quattro anni, era considerato « intoccabile » in Nazionale. I postumi della tarsalgia al piede destro — che l'aveva tormentato per quattro mesi, durante il campionato, impedendogli di allenarsi regolarmente — ed una condizione atletica precaria non gli consentivano di esprimersi all'altezza delle sue possibilità. Turbato anche dalla notizia della perdita di un figlio, Antognoni si presentava a Buenos Aires decisamente sotto tono. Bearzot, dopo aver tentato con ogni mezzo di recuperarlo sul campo, anche in «staffetta» con Zaccarelli, l'aveva poi escluso nella partita cruciale con l'Olanda: il « repechage » con il Brasile, nella finale per il terzo e quarto posto, fu una soluzione di emergenza in seguito alla squalifica di Tardelli e di Benetti. A distanza di tre mesi, Antognoni riconosce che la decisione di Bearzot fu giusta. « Certo, ne soffrii — rammenta il perugino — ma sono stato il primo ad ammettere che, fisicamente, non ero al cento per cento. Non ci fu prevenzione nei miei ri¬ guardi da parte del commissario tecnico, né boicottaggio da parte dei compagni, anche se, naturalmente, qualcuno non vedendomi rendere al meglio, poteva preferire un'altra soluzione. E poiché in Nazionale giocavano ben nove juventini, si è pensato che il " blocco " si fosse schierato contro di me. Ma ciò non risponde al vero. Sono sicuro che se fossi stato bene, nessuno avrebbe sollevato obiezioni sul mio impiego. Ecco, l'unico grosso rimpianto è quello di non essere arrivato in Argentina nella condizione ideale, che mi avrebbe consentito di dare un contributo ben diverso ad una Italia che ha dimostrato di essere tra le squadre più forti del mondo sconfessando clamorosamente lo scetticismo che l'aveva accompagnata fino alla vigilia dell i trasferta in Sudamerica ». Antognoni ha già al suo attivo 33 presenze in maglia azzurra ed intende riprendere con la Nazionale il « flirt » che la parentesi argentina ha messo in crisi. « Buenos Aires è un capitolo chiuso, anche se ricco di insegnamenti — spiega Antognoni — è stata senza dubbio un'esperienza molto utile, sia dal punto di vista umano che tecnico. Personalmente, sono animato da un forte desiderio di rivincita. L'occasione me la offrirà il campionato europeo. E' un grosso traguardo, alla portata dell'Italia, che ha i mezzi per conquistarlo ed ha il vantaggio di disputare in casa la fase finale. Le mie disavventure al " mundial " sono acqua passata, ma mi sti¬ molano a tornare sui livelli più alti. Naturalmente, dovrò conquistarmi il posto e la fiducia di Bearzot dimostrando, sul campo, di essere quello di un tempo. Vorrei esserci, a Torino il 20 settembre, nell'amichevole con la Bulgaria che segnerà la ripresa azzurra ». In questo periodo precampionato, Antognoni continua ad essere discusso dai critici. Carosi spiega che è in ritardo di preparazione rispetto ai compagni, che fatica a smaltire lo sforzo accumulato in partita: è però convinto che non tarderà a raggiungere la forma. Intanto Antognoni sta effettuando allenamenti differenziati per migliorare il tono muscolare che è sensibilmente inferiore rispetto all'it optimum ». A Firenze cercano di aiutarlo in ogni modo: la società lo sostiene e gli ha accordato un ingaggio che, stando ad alcune voci, si aggirerebbe sui 110 milioni annui. Sul piano psicologico, quindi, Antognoni non ha problemi. E su quello fisico? « Il piede va abbastanza bene — chiarisce Antognoni —. Diciamo che è quasi a posto. Il plantare che uso nella scarpa mi dà sollievo. L'unico problema è psicologico: non riesco ancora ad usare il piede con la massima disinvoltura, ma tra una ventina di giorni sarò a posto in tutti i sensi ». — Carosi sta cercando di darle una collocazione idonea alle sue caratteristiche, utilizzandola dieci-quindici metri più avanti rispetto al passato. Lei è d'accordo su questo nuovo compito? « Non è vero che io sono un senza ruolo — protesta Antognoni — in campo so come e dove muovermi. Piuttosto non sono un regista nel vero senso della parola, ma posso diventare un punto di riferimento per i compagni. Se gioco più avanti è perché è giusto che cerchi di sfruttare la mia potenza nelle conclusioni a rete. La nuova Fiorentina ha cambiato alcuni giocatori e sta attraversando un periodo di assestamento. Dobbiamo trovare l'affiatamento e la forma, poi certi inconvenienti verranno risolti. Io sono tranquillo». — E lo saranno anche i tifosi dopo la « grande patirà » della scorsa stagione? « La Fiorentina sta delineandosi come una squadra omogenea ed abbastanza equilibrata — risponde Antognoni —. Sicuramente i nostri sostenitori soffriranno di meno, anzi, avranno delle soddisfazioni poiché ci sono tutti i presupposti per aspirare alla " zona Uefa " ». — Lei ha visto in televisione Milan-Juventus ed ha affrontato direttamente i campioni d'Italia che ben conosce. L'egemonia bianconera continuerà oppure la lotta per lo scudetto si è davvero allargata? « E' aperta fra le torinesi e le milanesi — puntualizza Antognoni — la Juventus è sempre la più forte, ma il Milan e l'Inter possono darle parecchio disturbo. Resta sempre il Torino il vero antagonista dei campioni in carica nella corsa al primato ». Bruno Bernardi Il duello tra Antognoni e Tardelli, motivo di Fiorentina-Juventus