In vacanza diventiamo peggiori? di Carlo Carena
In vacanza diventiamo peggiori? QUANDO ESPLODONO PREPOTENZA, VOLGARITÀ' E NOIA In vacanza diventiamo peggiori? In quest'estate fosca e incerta, di passatempi svagati, provvisori, ripetitivi o troppo bislacchi per essere convinti, i volti di un figlio di ex re che spara fucilate e di un Nicola trasformato per il suo ruolo in Nicky, sono emblematici. Non si sa più cosa si vuole, non lo sanno gli altri di noi, non noi di noi stessi. Finché il lavoro ci copre e ci costringe a un orario, a una pràtica, a un calcolo, a un registratore di cassa o di tempi, tutto sembra maledettamente funzionare. La vita, se non ci offre uno scopo, ci offre un ritmo; se non ci regala un salario, ci costringe a guadagnarlo. Persino la sortita televisiva, unica nella nebbia o nella notte infida della città, ci ovatta. Lo speaker occhialuto ci ras¬ sicura, la canzonetta infallibile ci culla; l'auto intasata in centro ci frena, il bambino a scuola ci richiama pure a qualche obbligo. E poi c'è sempre da rattoppare qualcosa d'inverno, qualche rattoppo nei cuori. La vita che si sente spesso abbandonata, ci richiama con qualche strattone e ci ricorda che siamo pur legati a lei. Ma quando i vincoli esterni si allentano, e tutte quelle cose s'interrompono per un momento, esplode una prepotenza spicciola, una volgarità mal curata, una noia di fondo che il lavoro, il malanno, il dovere, persino l'oppio televisivo provvidenzialmente occultavano, neutralizzavano, tenevano a bada. Se non tutti estraiamo la doppietta e osiamo farci chiamare con un nomignolo americano, forse è solo perché abbiamo la fortuna di non poterlo fare. Ma non sono andate un po' cosi anche le nostre vacanze? Le virtù borghesi di Cesar Birotteau, il profumiere di un capolavoro di Balzac. fanno sorridere e compatire; ma anche il cinismo, la sopraffazione del suo avversario Du Tillet, suo antico e beneficato commesso ora salito all'alta finanza, disgustano e sconquassano. Il rischio dell'inverno industriale è di ridurci alle dimensioni di Birotteau — e magari senza la sua bella moglie —. Ma anche quell'altro tipo che espiode sulle spiagge e nei bar, l'altra faccia o il miraggio di un Birotteau represso, è un modello disumano. Bisogna spogliare questi principi non riusciti negli studi, come i loro avi, e questi sfruttatori di cliniche dei loro momenti di gloria. Cosi spogliare le nostre evasioni dei loro momenti più neri, dell'inutile schiamazzo, dell'esibizione rovinosa, della contesa sfrontata. Certo, come diceva Madame Lafayette, allora, delle donne, «sono le occasioni che decidono i sentimenti del cuore »; ma sarebbe la condanna peggiore della nostra civiltà quella di riconoscere ch'è lei, con la sua macchina infernale legata ai suoi prodotti meravigliosi, a costringerci ad essere sempre dei Faust in miniatura, degli uomini dal doppio volto. Come si possa evitarlo, abbiamo dieci mesi per pensarci. Purtroppo si avvicinano le brume e non ci rimangono che gli scacchi, e la Tv. Carlo Carena
Persone citate: Balzac, Cesar Birotteau, Faust
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