La villa di Sophia Loren è pignorata a Marino di Liliana Madeo

La villa di Sophia Loren è pignorata a Marino Su richiesta della Banca Commerciale Italiana La villa di Sophia Loren è pignorata a Marino Questa l'ultima "disavventura" dell'attrice sulla quale grava anche un'inchiesta fi¬ scale - Crollato il mito della diva-simbolo: persino i "generici" l'hanno contestata ROMA — Prima l'ipoteca legale poi i sigilli del pignoramento: la villa di Marino di Sophia Loren è caduta anche essa nella complicata trafila giudiziaria che vede da un lato, sotto accusa, l'attrice e il suo consorte Carlo Ponti, dall'altra il fisco dello Stato italiano, le leggi sull'esportazione di valuta, sul trafugamento di opere d'arte, sul rapporto fra «le ingenti disponibilità linanziarie costituite all'estero» e le relative denunce che si sarebbero dovute fare in Italia. Le «disavventure» che questioni di denaro stanno procurando all'ex maggiorata fisica hanno un andamento fastidiosamente accelerato. Un anno fa, il 9 marzo, la Loren e pochi intimi del suo seguito furono bloccati all'aeroporto di Fiumicino. Per ore si frugò nei suoi bagagli e fra le sue carte. Parve che si fosse sull'orlo di un fermo o di un arresto. Sdegnosa, come un'eroina di rango impigliata nei fastidi di una rete meschina che non la riguarda, l'attrice tenne testa agli inquirenti, respinse l'assalto dei fotografi e la curiosità dei cronisti, si fece raggiungere da penalisti e fiscalisti, ottenne che i «tecnici» da lei pagati risolvessero la «grana». Potè ripartire. Ma la vicenda giudiziaria s'era appena iniziata. Le sue spiegazioni, che lei non credeva di violare alcuna legge portandosi arrotolate nella valigia tele preziose che avrebbero dovuto ornare la sua casa parigina, non vennero tenute nel conto che s'aspettava. L'inchiesta che allora si aprì col tempo assunse dimensioni sempre più vaste. Oltre a lei e a Ponti almeno una decina di altre persone, fra funzionari di banca, amministratori di società cinematografiche, finanzieri, vennero accusate di esportazione illegale di valuta: la cifra accertata si aggirerebbe sui dieci miliardi. Il 21 ottobre è fissato il processo: davanti ai giudici si srotoleranno i reperti a carico degli imputati e si dipaneranno le spiegazioni con cui questi ultimi vorranno proclamare la loro buona fede e l'assoluta legittimità delle loro azioni. Tali fastidi hanno ancor più allontanato la Loren dalla sua terra, un tempo tanto amata e a lei propizia. Da anni, ormai, vive fra Parigi e la Svizzera. La sua «emigrazione», all'origine, aveva motivi tra il sentimentale e il legalitario: era il tempo in cui il divorzio non esisteva in Italia e l'impossibilità di legittimare la sua unione con il già sposato Ponti era fonte continua per lei di mortificazione e dolore. Poi sopraggiunsero valutazioni di natura fiscale, a consigliare la permanenza all'estero. Quindi si addensarono i timori della violenza organizzata, la preoccupazione che i suoi bambini corressero qualche pericolo e, attratti dalla sua ricchezza, malviventi pensassero di sottoporla a qualche odioso ricatto. I rapporti con Roma e l'Italia si andavano facendo sempre più esili. D'altro canto, le sue vicissitudini con la legge avevano come sfondo questioni di soldi, cifre con molti zeri, e cadevano in un'Italia disincantata, incattivita dalla disoccupazione e dalla mancanza di sbocchi positivi, ansiosa per i problemi della so- pravvivenza e della convivenza civile, minacciata dal terrorismo, priva di quelle capacità di illudersi e identificarsi con l'eroe-simbolo che incrementano l'evasione e alimentano i miti divistici. La gente non tremò apprendendo la notizia che la Loren veniva tartassata dalla guardia di finanza, ma fece piuttosto un rapido calcolo del denaro di cui l'attrice disponeva e dell'ipotesi che volesse imbrogliare qualcuno. Il fascino della pizzaiola che s'arricchisce e come Cenerentola sposa il principe non toccò nessun cuore. La bella favola che per anni aveva avuto libera e fiorente circolazione non venne neppure ricordata, tanto urgente era la massa delle preoccupazioni che la quotidianità non risparmia a nessuno. Sfocate, come appartenenti a un'altra epoca e riguardanti un'altra persona, rimanevano le immagini della Loren che suscitava deliri di ammirazione, scendeva da un cocchio d'oro al Festival di Venezia, teneva col fiato sospeso mi¬ lioni di lettrici dei rotocalchi sulle sue possibilità di divenire madre e avere anche lei la sua bella famigliola. I lavoratori dello spettacolo si costituivano in sindacato, e denunciavano le alte paghe dei divi.Circa una settimana fa i lavoratori di una troupe in cui la Loren è impegnata, accolsero l'attrice — al suo arrivonegli studi — con cartelli di protesta, inviti ad andarsene, la denuncia dei suoi sfacciati introiti e dei reati che le vengono contestati, il quadro delle proprie difficoltà e degli scarni guadagni che nel mondo del cinema circolano per la maggioranza dei lavoratori. L'attrice — raccontano — rimase sconvolta. Fuggì negli uffici della produzione, disse che non voleva più lavorare né vedere i suoi accusatori. Forse quel giorno, concretamente, si rese conto di quanto il Paese è cambiato, di come è senza rimedio sepolto l'oleografico cliché del «volemose bene» che un tempo avrebbe accomunato i generici di Cinecittà con i divi. Adesso — con azione pro¬ mossa dalla Banca Commerciale, che vanta un credito di 59 milioni nei confronti di Ponti — i sigilli alla villa di Marino. L'edificio è stupendo, originario del '700, circondato da un parco di alberi centenari che si estendono per sei ettari. Dalla via dei laghi nessuno sguardo indiscreto riesce a raggiungere la residenza. Soltanto poche persone, qualche rara volta, vi avevano accesso. Allora la Loren portava gli ospiti in giro, a visitare la tenuta, con l'orgoglio un po' ingenuo di chi sembra ancora stupito di quanto è riuscito a conquistarsi nel mondo. Mostrava le collezioni di quadri, soprattutto i Morlotti e i Bacon, che letteralmente invadevano i saloni e l'intero percorso della serra. Faceva notare i mobili più preziosi. Indicava, con nonchalance, la profusione di spazzolini da denti, ciprie, matite per gli occhi, fard (di tutti i colori) messi a disposizione degli ospiti. Liliana Madeo La villa di Sophia Loren e Carlo Ponti a Marino nei pressi di Roma