Il giudice indaga sul «giallo» dell'anello che il chirurgo dimenticò nella paziente

Il giudice indaga sul «giallo» dell'anello che il chirurgo dimenticò nella paziente Due ospedali e sette medici coinvolti in una sconcertante vicenda Il giudice indaga sul «giallo» dell'anello che il chirurgo dimenticò nella paziente Dopo un intervento ginecologico al Maria Vittoria - Radiografie rivelarono la presenza di un corpo estraneo, ma operata nuovamente al S. Giovanni la donna si sentì dire: "Non c'era nulla,, - Anche Panello è scomparso Due ospedali nel mirino della magistratura, sette medici sotto inchiesta, una paziente che da cinque anni chiede giustizia e riparazione per la dolorosa e incredibile esperienza che la costringe tuttora a ripetuti ricoveri e a costanti cure. E' Teresa Tars.lla di 46 anni abitante in via Martinetto. «Questa non è più vita — dice —. —La mia salute se ne andata da quel giorno e le sofferenze continuano'. Racconta la sua storia, già passata per le mani del sostituto procuratore della Repubblica Tribisonna ed ora giunta nell'ufficio del giudice istruttore dott. Palaia. Teresa Tarsilla il 28 gennaio 1971 entra nella sala operatoria del reparto ostetricia e ginecologia del Maria Vittoria per un intervento. L'operazione non presenta difficoltà e dopo qualche giorno torna a casa in convalescenza: 'Tutto bene', la rassicurano i medici. Passano i mesi ma la donna continua a star male, sente 'qualcosa dentro- che le causa dolori forti. Su consiglio del medico va alla mutua a farsi fare delle radiografie e sulla lastra compare un •corpo estraneo a forma di anello.. Cos'è? Com'è finito 11? La donna interroga a destra e manca; a voce le dicono che durante l'intervento l'.anello» è scivolato nella ferita e nessuno se n'è accorto prima di ricucire. Il consiglio comunque è unanime: -Bisogna operare per estrarre quella cosa, o vedere di che si tratta: La scena adesso si sposta al S. Giovanni Vecchio. Ai primi di maggio del '73 Teresa Tarsilla entra di nuovo in camera operatoria e quando esce il chirurgo, i radiologi, l'intera équipe medica le dicono che .dentro, non c'era niente. E la radiografia di prima? «I/n errore, adesso lei è a posto-. Aggiungiamo che la paziente ancora tramortita dalla anestesia e stesa in barella subisce per colmo di sventura un incredibile infortunio di cui porta il segno: l'infermiere avviandosi verso la corsia spinge infatti il lettino contro una porta e spezza un braccio della donna. Un errore? Ma qui tutto è un errore, pensa la paziente e fa una denuncia che mette in moto l'inchiesta. Il magistrato interroga, effettua perquisizioni, raccoglie materiale ma inspiegabilmente alcune delle radiografie con l'anello nel ventre risultano scomparse e sul suo tavolo si accumulano certificati e relazioni che sembrano fatti su misura per coprire la •distrazione» commessa dai medici del Maria Vittoria. Da qui una raffica di mandati di comparizione da cui si potrebbe per grandi linee ricostruire l'accaduto e uno spacca- to di malcostume, qualora le ac- ]cuse risultassero provate. Dun- |que il chirurgo indiziato di aver lcommesso il primo errore, ossia il prof. Domenico Dagasso. 59 anni, ginecologo del Maria Vittoria avrebbe sollecitato solidarietà dai radiologi e dai colleghi del S. Giovanni per tirarsi fuori da una situazione imbarazzan- te. E i colleghi imbrogliando le carte non gli avrebbero fatto mancare la solidarietà richiesta. Cosi sarebbe scomparso l'anello, forse troppo facilmente identificabile. una volta estratto. Perii codice significa falso in atto pubblico, rilascio di false attestazioni, distruzione di docu- menti (le famose radiografie) e altri reati minori. Riassumendo il giudice istrut- tore sta raccogliendo materiale sui ruoli sostenuti dal Dagasso come chirurgo (reato di lesioni colpose) e come istigatore di alcum falsi nella seconda fase della vicenda. Inoltre sono indi- ziati il prof. Guglielmo Guglielmini, chirurgo del S. Giovanni (autore del secondo intervento). ed i suoi collaboratori Giovanni Trucano e Arrigo Molinaro, il radiologo del S. Giovanni Luigi Verna ed il radiologo dell'Inani Piero Trinchieri. L'istruttoria è giunta alla • stretta finale: il giudice Palaia ha predisposto una perizia d'ufficio affidata ai professori Oliva e Centonze di Genova ed al prof, Baima Bollone di Torino. I medici sono difesi dagli avvocati Geo Dal Fiume, Badellino, Nisi, Gallenca, Santoni. Gli interessi legali della Tarsilla sono affidati aliavv. Romana Vigliani. Pier Paolo Benedetto rio comparirà in tribunale l'as sistita, Angela De Palma, 34 an ni, via Onorato Vigliam35/Cche ha presentato il certificato «attestante una falsa faringite influenzale». In breve la storia. La donna, dipendente della Juvenilia, una fabbrica di confezioni, rientrando al lavoro il 21 marzo dello scorso anno dopo 5 giorni di assenza, esibì un certificato di malattia valido però solo per gli ultimi tre giorni d'assenza. Ne risultavano scoperti due e il «buco» fu fatto ri¬ imi iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiii levare dal capo del personale. La sera dopo la dipendente presentò un altro certificato rilasciato dal dott. Sabbatino: il 16 e il 17 (i due giorni scoperti) la De Palma risultava colpita da faringite. La cosa insospetti il capo del personale che presentò denuncia. A conclusione dell'inchiesta il magistrato ha rinviato a giudizio, per falso, medico e paziente. Secondo quanto afferma il giudice istruttore, la donna confidò ad alcuni operai di non aver consultato alcun medico nei giorni 16 e 17. In seguito modificò la sua versione sostenendo di essersi recata nello studio del dott. Sabbatino e di aver dimenticato di ritirare il foglio: la stessa tesi fu sostenuta dal sanitario. Ma l'ipotesi diventa inverosimile e al limite dell'assurdo, afferma il magistrato, quando si vuol sostenere che due giorni dopo, in una visita successiva, nessuno, né il medico né la paziente si accorse della prima dimenticanza. Inoltre, conclude il dott. Cuva, il dott. Sabbatino non esibì al giudice la cartella sanitaria della donna, imposta dalla convenzione con l'inani, e che avrebbe potuto dimostrare la sua innocenza. * Un incendio doloso ha danneggiato gravemente ieri notte alle Maddalene gli impianti delle emittenti private «Gemini One» e «Telemontebianco». Le costose apparecchiature, per un valore di circa 80 milioni, sono andate in massima parte distrutte. Da una prima ricostruzione gli attentatori si sono serviti di benzina super e di alcuni stracci per appiccare il fuoco al capannone metallico. drcqbcdbpdccmimiiiiiiiiiiiiimiiinmiiiiii il i i i Il chirurgo prof. Guglielmo Guglielmini è accusato di talso

Luoghi citati: Genova, Torino