Cambiare esame

Cambiare esame Cambiare esame (Segue dalla 1' pagina) «insufficiente», o al più alla terza qualifica di «ottimo». Poi l'esame orale. E ricordo sempre un esame per certe borse di studio, cui presiedeva quell'uomo eccezionale per dottrina, e per la simpatia che destava, ch'era Vincenzo Arancio Ruiz: cominciava col domandare all'esaminando se avesse letto il giornale di oggi o di ieri, quale notizia lo avesse più colpito, e partendo da lì, chiedendogli se scorgesse nel passato situazioni equivalenti, che pensasse dei protugonisti di un fatto e della loro formazione, se certe soluzioni proposte gli paressero attuabili, dove fosse il Paese in cui era seguito l'evento che lo aveva colpito, e via dicendo, finiva per formarsi un'idea esatta della mentalità del ragazzo, del bugaglio esiguo o abbondante di cognizioni, del suo senso critico, della capacità di esprimersi con chiarezza, della ricchezza o meno del suo vocabolario. Per quanto raffinato possa essere l'ingegno degl'intriganti, degli ingannatori, credo si possano dare esami di Stato soddisfacenti, che assicurino parità a tulli; e dove il giudizio va affidato non a insegnanti che conoscono gli alunni, ma a terzi; come saranno dei terzi che vedono il giovane per la prima volta quelli che lo inviteranno a un colloquio per l'ingresso in unu banca o in una grande azienda o un concorso per un pubblico impiego. Naturalmente ci sono due condizioni: che prima degli esami non partano istruzioni ministeriali o di provveditori, di promuovere quanto possibile, di non scontentare le famiglie; e che si trovino esaminatori veramente alti al loro compilo. Qui secondo me la maggiore difficoltà: l'esaminatore tranquillo, benevolo, che resta impassibile anche di fronte al grosso strafalcione, che non interrompe, lascia parlare, salvo poi dire all'esaminando che cerchi di ripetere in termini corretti lu suu risposta, sostanzialmente giusta, ma detta con parole improprie, che tiene bene in serbo i propri apprezzamenti e le proprie idee. Esaminatori di tal sorla ce ne sono: ma forse occorrerebbe ricercarli anche fuori dei ruoli degli insegnanti: tra i corrispondenti dei giornali, tra i grandi dirigenti sindacali (penso a ciò ch'era Di Vittorio), tra lo stato maggiore delle banche (penso alla chiarezza di un Giussani, di un Menichella, di un Mattioli, a Eugenio Artom, e credo abbiano degni successori). Ma di nuovo si affaccia la questione politica: chi dovrebbe scegliere questi estranei? A. C. Jemolo

Persone citate: A. C. Jemolo, Eugenio Artom, Giussani, Mattioli, Menichella, Vincenzo Arancio Ruiz